Polifemo finirà in cantina

Polifemo finirà in cantina Una storia d'ordinaria burocrazia penalizza ancora gli ipoyedenti Polifemo finirà in cantina Si chiama cosi un sistema tv a circuito chiuso che aiuta a leggere chi possiede un residuo visivo Il Comune ne ha ordinati due, ma non ha fatto addestrare il personale che dovrà utilizzarli Ecco un'altra storia di ordinaria burocrazia, con il solito corollario di ritardi, ineffl-r cienza, tempo sprecato e occasioni mancate. Protagonisti della vicenda 11" Comune, un apparecchio televisivo a circuito chiuso per alutare gli Ipovedenti a leggere, il Centro nazionale delle ricerche, glieschgji .ip pitrgriso£|ere . sole" — pròBlernrtìr*Ì88sisTel za, rieducazione e istruzione per portatori di uno o più handicap, l'Unione ciechi. Sullo sfondo, finora assenti, Regione, Provincia, le Usi. Il Polifemo. E', in parole povere, un monitor sul quale, grazie a una telecamera incorporata, viene ingrandito fino a quaranta volte qualsiasi scritto posto su un piano mobile sottostante. Adeguatamente addestrato, Tipo vedente (che quasi sempre ha un residuo visivo, sia pur minimo, utilizzabile) potrebbe giovarsi molto di questo sistema, quando risultino inadeguati altri mezzi. Il Polifemo è costruito in Italia dalla «Lace», una ditta di Pisa, collegata al Cnr. A Genova, presso l'Unità sociosanitaria dell'ex Istituto per ciechi Davide Chiossone, agisce una équipe di specialisti dell'ipovislone (oculisti, psicologi, informatici), che ha messo a punto dopo lunga sperimentazione 1 protocolli di intervento riguardo ai delicati problemi riabilitativi, di assistenza e didattici. Il Comune. Per iniziativa di alcuni genitori di bambini ipovedenti, Comune e Centro regionale di documentazione di via Nizza «scoprono» due anni fa l'esistenza del Polite¬ mo e del Centro genovese, si dimostrano interessati, il problema, sottoposto alla vecchia amministrazione e alla nuova, trova finalmente un avvio, grazie all'assessore Lucci, soltanto nella scorsa primavera. Il Comune delibera l'acquisto di due «apparecchi» (pare stiano arrivando in questi giorni). Ma che cosa farne se non c'è il personale «ad hoc», addestrato appositamente? L'assessorato decide di man dare nell'estate a Genova al cunl operatori del Centro di documentazione per un corso di alcune settimane. Stanno già per partire, in agosto, quando arriva il contrordine C'è una questione di Iva sulle fatture che il Comune non vuole pagare, e va tutto a monte.. I responsabili del Chiossone di Genova sono stupiti n a «Con Torino sembra sia molto difficile concludere qualcosa. Al corso avrebbero dovuto partecipare anche degli operatori di Como, è saltato tutto anche per loro». Le famiglie. «E adesso?» si chiedono alcuni genitori. Porse l'assessorato all'Istruzione troverà 11 modo di non tenere «in cantina» i due Polifemo, in attesa che vengano addestrati gli operatori. CI sono bambini che da un anno e mezzo sono costretti ad andare a Genova una volta al mese, da Torino, da Rivoli, da altri centri della provincia, per imparare a leggere sul video. Stress, disagio e spese a parte, le famiglie si domandano: «Mo è proprio così difficile concludere qualcosa a Torino? Gli ipovedenti sono la maggior parte dei cosiddetti non vedenti, e qui si continua a discutere come venti anni fa. Il Comune non sa neppure quanti sono, e cosi l'Unione ciechi, la Regione, la Provincia, che peraltro sarebbe tenuta ad assisterli. A quando un coordinamento serio fra tutte le competenze dei vari enti?». L'Unione ciechi. Nella sede di corso Vittorio Emanuele, il presidente Tomatis allargale Wifc^jrajftiamo scrit&gf'^ tere-, erbattìamo su ognTfrofP' te, ma inutilmente. Ora stiamo pensando a un censimento degli ipovedenti. Noi vogliamo che nasca a Torino un vero e proprio centro dell'ipo visione, con sistemi tv e tutti gli altri ausili utili. Si sta muovendo anche la Clinica oculistica, die ha già in dotazione due Polifemo». Quest'ultima è una novità assoluta. Ma il Comune ne è Informato? Oculisti e assessorato all'Istruzione marciano ognuno per proprio conto? Medicina, riabilitazione e didattica non possono andare d'accordo? Aspettando gli eventi, e gli sviluppi degli intrecci burocratici, la soluzione sembra ancora lontana. Una madre, nei giorni scorsi, è andata a chiedere notizie al centro di documentazione di via Nizza. Gli operatori, oberati di lavoro per la loro normale attività (Braille, libri da ingrandire. Optacon, aiuto alle scuole, ecc.), ignoravano ancora il destino dei due Polifemo in arrivo. Quanto al direttore, Piantoni, pare se la sia cavata con una battuta: «Si il corso di addestramento è saltato, ma presto avremo qui gli apparecchi, per farli funzionare basta leggere le istruzioni». Antonio De Vito li «Polifemo» in funzione: l'ipoveuente riesce a leggere

Persone citate: Antonio De Vito, Braille, Lace, Lucci, Tomatis