E in corsia il miracolo si ripete di Francesco Santini

E in corsici il miracolo si ripete '-V ; E in corsici il miracolo si ripete '-V ; Il San Camillo dì Roma, 4000 dipendenti, 1870 posti letto, non soffre per lo sciopero ma per le disfunzioni di sempre - Mancano cerotti, lenzuola e macchinari - Ma all'arrivo del ferito grave tutto l'ospedale scatta ROMA — Sono rimasti in corsia: la Roma In camice bianco e stetoscopio sciopera lavorando. Ecco la dottoressa Boiardi che lascia la dialisi ed ha appena il tempo di dire: «Qui al San Camillo di Roma, si va avanti con la buona volontà e ti fanno miracoli. Basta guardarsi attorno. Siamo al centro di una congiura: fare il medico in una struttura pubblica della capitale diventa ogni giorno più insopportabile-. E il dramma del San Camillo, che è uno degli ospedali più grandi d'Europa, s'avverte subito: la notte scorsa non c'erano lenzuola. Ad Urologia mancano i cerotti. Insufficienti i camici nelle 26 camere operatorie. •Per non parlare — dice la dottoressa Giocondi — dei servizi essenziali: si va nel bagni e si fugge con il naso tappato-. Letti in corridoio in ogni divisione. Li chiamano posti muro. Qui non c'è l'attacco per l'ossigeno né un campanello per chiamare l'infermiere. Una ragazza giovane assiste suo padre. E' alla terza notte in bianco, -A chiamare un infermiere di notte — racconta — il malato corre il rischio di essere aggredito Trova un cerbero che gli dà del tu e lo minaccia "a nonne, statte bona, se risoni te sgozzo"-. La dottoressa Belardi è già lontana, ma ha il tempo di dire: -A casa ho già avvertito, se mai mi dovesse accadere di andare in ospedale, non portatemi al San Camillo-, Quattromila dipendenti, 1870 posti letto, 45 mila ricoverati in un anno, mezzo milione di giornate di degenza in dodici mesi, 11 San Camillo sembra non soffrire per lo sciopero del medici, ma di mail antichi, -anzi cronici-, come dice un anziano infermiere della seconda divisione di Urologia. E basta entrare in una stanza qualsiasi, la seconda sulla sinistra, sei letti, dal n. 4 al 9. Un degente di mezza età è categorico: -Qui oggi non si vede un medico, ma è sempre cosi: dopo la visita del mattino, tra le 9 e le 10, spariscono tutti, per tutto il giomoTrecapelli doveva essere operato ieri: «Afi hanno fatto una puntura preparatoria, mi hanno lasciato cosi ad aspettare sino alle due del pomeriggio. Qui non è per lo sciopero: è la seconda volta che va cosi. Sono al San Camillo dal 16 settembre e mi sembra di impazzire. Un'operazione è uno stress psicologico: dovevo andare in una clinica privata, ma non ho trecento o quattrocento mila lire al giorno da spendere-. Gli è accanto un uomo più anziano. Un calabrese, di Amantea. Antonio Roseto, 68 anni. Saluta, in lacrime, 1 suol quattro figli. Due rientrano in Germania. Gli altri due in Calabria. Anche per lui l'intervento è rinviato. E' rimasto al San Camillo dal 17 giugno al 20 luglio. -Per accertamenti-, spiega. L'hanno richiamato in ospedale il 25 settembre. -lo non ho fretta — dice — ma i miei figli hanno avuto molte spese: il viaggio dalla Germania e dalla Calabria, il soggiorno a Roma: erano venuti qui per darmi il sangue: niente da fare, sono ripartiti-. S'avvicina Delmo Ciucci, 59 anni, è al terzo rinvio dalla sala operatoria. Guasto il Tac la prima volta, niente sangue la seconda, mancava un'analisi la terza volta. Concorda: -La mia urgenza è del 5 agosto, eccomi qui, sciopero o no, sono ad aspettare.. E la storia della II divisione di Urologia ha aspetti fantastici. E' stata creata l'anno passato in poche ore. 28 posti letto affidati al professor Nicola Presutti, primario, per una vecchia storia di convenzioni anche della clinica San Vincenzo di Roma, 80 posti letto, dall'altra parte della città. Dice il dottor Mendichici: «Per Presutti, molte amicizie influenti, tutto è stato semplice. Anche i lavori di ristrutturazione per lui sono arrivati con la bacchetta magica: ha avuto in dodici mesi cose che noi chiedevamo da anni e che non sono ancora arrivate-. Il direttore sanitario, Carlo Mastantuono, ha modi gentili. Gestisce una «citta nella città- e si sa che «ai Sud le differenze con il Nord s'avvertono subito-. E' stato, in visita, alle Molinette di Torino. Ha trovato - tutto pulito, non un mozzicone di sigaretta a terra-. Con stupore ha domandato quante volte al giorno si pulisce alle Molinette. «Mi hanno risposto — dice sbigottito — "una volta al giorno"-. E allora? «ZI meticctato romano-, la -struttura pubblica- e il confronto con l'alta tecnologia di alcune divisioni è Inevitabile. -Tutto non si può fare — ammette — non ci possiamo permettere l'apparecchio a risonanza magnetica che costa più di un miliardo e molte altre cose: lo stesso apparecchio che invece si trova a 30 chilometri dalla capitale, in provincia-. Il direttore sanitario offre un prospetto ben ordinato denso di cifre. A fronte del mezzo milione di giornate di degenza annue per i 45 mila ricoverati del San Camillo, le cllniche collegate, esterne all'ospedale, con 672 posti letto, ricoverano, in un anno, 7.678 pazienti sommando 217 mila giornate di degenza, sempre in dodici mesi, con una media di 30 giorni a malato. E al San Camillo non funziona il Tac, manca l'apparecchio nucleare da un miliardo, ma un altro strumento complesso, l'amplificatore di brillanza, è parcheggiato nella polvere del corridoio. E' di turno il dottor De Luca: -L'amplificatore va in camera operatoria, in un ambiente che dovrebbe essere asettico, non si può lasciare un apparecchio in queste condizioni. A volte, in sala operatoria ci accorgiamo, proprio durante un intervento, che manca un pezzo: l'ha portato via un ragazzino qualsiasi in visita a un malato-. Conclude: -Perché parlare del nostro sciopero?- C'è una donna che ascolta: «/ medici guadagnano troppo poco, studiano una vita, li pagano male, anzi malissi ma-. De Luca s'allontana in fretta. Lo chiamano per un'urgenza. Fuori, nella sera romana ancora calda, 11 bar lavora a pieno ritmo. Coni gelati e tè freddo per 1 degènti in vestaglia. Un cartello scritto con la vernice nera avverte: -Il bar guadagna cento milioni al mese e ne versa soltanto due al crai della Sanità: è una vergogna-. Restano serrati i 52 laboratori d'analisi. Arriva un'ambulanza: lacera con la sirena il traffico delle automobili che sale da Trastevere. Per l'uomo del Pre- ■ nestino ferito in un incidente della strada tutti al lavoro. Analisi a pieno ritmo e in dieci minuti la sala operatoria è in funzione. Anche stavolta il miracolo è compiuto. La direzione sanitaria comunica: 1 medici in sciopero sono il 50 per cento. «Di questo, almeno, non possiamo lamentarci-. E' il commento del professor Mastantuono che per tutta la giornata ha tentato di mandare al me- ' gito il San Camillo. E' già tardi. Un gruppo di malati sfaccendati si avvicina per il solito lamento del cibo. « Volemo er nome sur giornale-. Schiamazzi e bottiglie di birra. Portantini e pazienti adesso sembrano amici. Francesco Santini

Persone citate: Belardi, Carlo Mastantuono, De Luca, Mastantuono, Nicola Presutti, Presutti