Kohl: solo noi siamo il futuro della Germania di Alfredo Venturi

Kohl: solo noi siamo il futuro della Germania Kohl: solo noi siamo il futuro della Germania Chiuso il congresso della Cdu con un manifesto elettorale - Ovazione al Cancelliere che saluta i «connazionali della Ddr» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Maggioranza assoluta all'Spd? E' più facile, dice Franz-Josef Strauss, che il Danubio scorra all'indietro verso la Foresta Nera. Johannes Rau cancelliere? Ma costui, dice Heiner Gelssler, non ha programma, né alleati, né obiettivi. L'opposizione e il suo candidato hanno subito attacchi vivaci ieri a Magonza, a conclusione del congresso Cdu. A cento giorni dalle elezioni federali, i 780 delegati sentono sicura la vittoria. Cosi acclamano gli aggressivi apprezzamenti di Gelssler, segretario generale del partito, e le pittoresche immagini di Strauss, capo della Csu, 11 partito fratello di Baviera. I democristiani tedeschi mostrano di prendere sul serio l'invito di Helmut Kohl, che ieri ha chiuso trionfalmente 11 congresso: bisogna battersi per ogni voto, ha detto il Cancelliere. Per conservare alla coalizio¬ ne centrista la sua forza attuale. L'alternativa, sottolinea Gelssler. sarebbe inevitabilmente un'alleanza rosso-verde. U segretario definisce l'Spd un partito di strateghi' della catastrofe, professori di pessimismo, cavalieri dell'apocalisse, iconoclasti eco-romantici». Gente che non ha titoli per governare questo Paese: «I tedeschi sono uno splendido popolo, con la giusta direzione politica». In un profluvio di retorica, che l'imminenza elettorale rende quasi obbligata, 1 delegati di Magonza hanno approvato un manifesto per il futuro. Contiene, secondo le parole di Gelssler che lo ha presentato al congresso, una specie di ritratto della società tedesca ideale negli Anni Novanta. E' proprio per realizzare questo ritratto che la Cdu chiede di vedersi confermata alla guida del Paese: la Cdu che definisce se stessa, nel manifesto, «un partito popolare aperto sul futuro, moderno, sociale». E che indica ai tedeschi, come strada maestra verso il loro futuro, la «eia del centro». Nel documento, che già qualche entusiasta chiama solennemente il .Manifesto di Magonza», si esprìme una grande fiducia nelle potenzialità di questo Paese. Ma perché queste potenzialità siano attuate al meglio, occorrono politiche ben coordinate. Per esempio una politica che incoraggi la ricerca scientifica, e le sue ricadute in termini di innovazione tecnologica. A proposito dell'energia nucleare, è un tipico prodotto del nostro tempo: va associata al massimo possibile, di sicurezza, certo, e alla continua ricerca di altre fonti, ma non si può irresponsabilmente farne a meno. Poi si parla della necessità di affilare le armi contro la disoccupazione: per esemplo puntando sulle attività lavorative a tempo parziale. Dell'opportunità di una politica della famiglia, che favorisca una ripresa della natalità in declino, e che al tempo stesso garantisca le generazioni più vecchie. Di una politica della cultura, tale da stimolare l'enorme potenziale che nel più vari campi dell'espressione è presente in questo Paese. Di una politica fiscale equa e non punitiva: su questo aspetto si è soffermato lo stesso ministro delle Finanze, Gerhard Stoltenberg. Infine, il manifesto dei democristiani tedeschi affronta 1 temi della politica estera e del rapporto pace-sicurezza. Si parla dell'alleanza atlantica, ma anche della volontà di buon vicinato. Né si monca di citare la grande utopia sepolta nel cuore di molti tedeschi: .In un'Europa libera e unita, una Germania libera e unita resta la nostra missione». Nel suo discorso conclusivo, è stato proprio con un ac¬ e l n , . , ¬ cenno plateale alla divisione del Paese che Kohl ha strappato l'applauso più vibrante. E' stato quando il Cancelliere ha mandato, ai .connazionali della Ddr», un .saluto dal Reno, il fiume del destino tedesco». Nella giornata conclusiva il congresso ha anche affrontato, articolandosi in varie commissioni, temi specifici come la difesa dell'ambiente, la politica sociale, 1 problemi della ricerca. E' stato in una di queste sedi che Josef Bugi, uno degli esperti del partito, ha smentito l'accusa avanzata ieri da un deputato socialdemocratico, secondo cui rimpianto in costruzione a Wackersdorf, per il ritrattamento dei combustibili nucleari, servirà a dotare la Germania di armi atomiche. Niente affatto, dice Bugi: il plutonio che uscirà du Wackersdorf non sarà tale da prestarsi a utilizzazioni militari. Alfredo Venturi

Persone citate: Franz-josef Strauss, Gerhard Stoltenberg, Heiner Gelssler, Helmut Kohl, Johannes Rau, Josef Bugi, Kohl, Strauss

Luoghi citati: Baviera, Bonn, Ddr, Europa, Germania, Magonza