Peres da Mitterrand

Peres da Mitterrand Visita di 48 ore, terrorismo all'ordine del giorno Peres da Mitterrand Chirac in Parlamento nega trattative segrete in Libano PARIGI — Il premier Israeliano Shlmon Peres è arrivato ieri a Parigi. Per il capo del governo di Gerusalemme, che domani passerà la mano a Jtzhak Shamir, non è soltanto una «visita di fine mandato». L'offensiva terrorista contro la Francia ha trasformato questo viaggio in un appuntamento politico importante. Già all'aeroporto Peres ha dato la sua interpretazione dell'ondata di attentati che si è abbattuta su Parigi: -Scegliere obiettivi che diano il massimo di risonanza. Ma la strategia è sempre la stessa, sconvolgere gli equilibri in Medio Oriente e impedire la pace». Parigi, dunque, vittima di un disegno generale e «simbolo» per tutti gli altri Paesi di che cosa significhi realmente l'esportazione del terrorismo mediorientale. Con atti sanguinari e mosse psicologiche. Una logica di cu farebbe parte la minaccia di uccidere il giornalista JeanPaul Kauffmann (in ostaggio da 503 giorni in Libano) piovuta alla vigilia dell'arrivo del leader israeliano. Ma con Chirac (già lncon trato ieri) e con Mitterrand (che vede oggi). Peres dovrà affrontare anche un problema più direttamente legato ai rapporti tra i due Paesi. E' il problema della missione dei Caschi blu dell'Onu (in gran parte composti da truppe francesi) nel Libano meridionale. Questa forza doveva essere schierata ai confini con Israele per creare una zona-cuscinetto: si trova invece a Nord del fiume Litani perché è l'esercito israeliano a controllare una vasta «area di sicurezza» in territorio libanese. Dopo gli attacchi (5 morti) contro i Caschi blu francesi. Parigi ha chiesto invano all'Onu il ritiro degli israeliani. Poche ore prima dell'arrivo di Peres, il Parlamento ha discusso la posizione del gover no e il clima di unità nazionale delle scorse settimane ha subito un primo colpo. Se Chirac ha ripetuto che non ci saranno cedimenti di fronte al ricatto ed ha negato qualsiasi trattativa segreta, il segretario socialista Jospin ha accusato l'esecutivo di «parfare troppo e agire poco: e. s,