Il Vocabolario Treccani della lingua che cambia

Il Vocabolario Treccani della lingua che cambia PRESENTATO IERI A ROMA Il Vocabolario Treccani della lingua che cambia ROMA — L'Istituto dell' Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani ha festeggato il 60° anno con un Vocabolario della lingua italiana il cui primo volume è stato presentato a Roma ieri mattina a Palazzo Mattel. Diretto dal professor Aldo Duro e con il lavoro simultaneo di 350 specialisti, il Vocabolario in quattro volumi, vuole offrire qualcosa di più di una semplice definizione. .Con il continuo confronto di diversi saperi, ha detto 11 professor Tullio Gregory, che ha illustrato l'opera, questo vocabolario vuole spiegare la storia della parola, tutti i suoi usi attraverso il tempo, con un'attenzione costante a tutti i linguaggi moderni: politico, sportivo, giornalistico, letterario, scientifico e anche ai prestiti che ci arrivano da lingue straniere in massima parte angloamericani.. il fiume della lingua che sino alla Seconda guerra era scorso .tranquillo e senza traumi, quasi di colpo ha preso .l'andamento di rapide vorticose con effetti linguistici di vasti mutamenti, di costume, sodali, economici, morali e familiari: «Cosi, ha spiegato il professor Duro, in questi anni abbiamo dovuto riscrivere cinque volte la defi nizione di amore, così spieghiamo che il termine concu bina appare ormai ridicolo e per definire lo stesso concetto si usa compagna o partner» Quanto all'uso di termini stranieri, la Treccani non ha reticenze. « Una lingua è forte, ha affermato il prof. Gregory, quando sa assorbire modi di altre culture; è normale oggi dire toilette cosi come è normale dire check in piuttosto che accettazione. Nel dibattito molti sono stati concordi nel ritenere inutile il divieto di usare termini inglesi lanciato qualche anno fa dall'allora ministro della Cultura, Jack Lang, perché comunque i francesi continuano a dire jeans o test. Vincenzo Cappelletti, direttore generale dell'Istituto, ha infine sottolineato lo status privato della Treccani.nostro non è un istituto statale, ha detto, ma una comunità autonoma e libera perché ci autofinanziamo e ci autogoverniamo; il nostro Istituto è una società per azioni in buona salute che nel 1986 è riuscita ad aumentare gratuitamente il proprio capitale da 12,5 a 25 miliardi..

Persone citate: Aldo Duro, Giovanni Treccani, Jack Lang, Tullio Gregory, Vincenzo Cappelletti

Luoghi citati: Roma