Terrorismo: a Londra prove contro la Siria di Enrico Singer

Terrorismo: a Londra prove €oniro la Sina Dichiarazioni dell'accusa al processo per il fallito attentato al jumbo El Al Terrorismo: a Londra prove €oniro la Sina La Jihad islamica ricatta la.Francia con una videocassetta di tre dei sequestrati in Libano LONDRA — Clamorosa udienza di apertura ieri al processo contro un giornalista arabo imputato di terrorismo: secondo l'accusa i servizi segreti siriani tentarono di far esplodere in volo un jumbo israeliano con 375 persone a bordo il 17 aprile scorso, ma fallirono per un soffio. Sul banco degli Imputati è il giornalista giordano, Nezar Hin-j dawi, arrestato a Londra poco dopo aver fatto imbarcare su un volo £1 Al diretto' da Londra a Tel Aviv la fidanzata irlandese con una valigia contenente un ordigno programmato per esplodere poco dopo il decollo, il Boeing 747 sarebbe esploso sul cielo austriaco, se un agente del servizi di sicurezza Israeliani non avesse nota, to, al controllo passeggeri ad B'eathrow, qualcosa di sospetto. Hindawi, in possesso di un passaporto di servizio siriano, ha confessato alla polizia bri. tannica di essere stato avvicinato a Damasco da agenti dei servizi segreti siriani che lo avrebbero ingaggiato per l'attentato in cambio di 250 mila dollari. Il giordano ha confessato chn dopo il fallito attentato si recò all'ambasciata siriana. Parlò con il rappresentante diplomatico che telefonò subito a Damasco. Alcuni funzionari lo portarono in un appartamento dove gli tagliarono e tinsero 1 capelli. PARIGI — n ricatto dei terroristi contro la Francia riprende. Dal Libano, questa volta, è la Jihad islamica a dettare nuove condizioni attraverso 1 tre ostaggi che Meme prigionieri da quasi due anni. Per la liberazione del diplomatici Marcel Carton e Marcel Fontalne e del giornalista Jean-Paul Kauffmanh chiede la scarcerazione dei diciassette uomini di un suo commando arrestati in Kuwait dopo una serie di attentati contro obiettivi americani e francesi. Una condizione che Parigi sareb¬ be in grado di soddisfare, secondo 11 gruppo filo-iraniano, -grazie ai suoi buoni rapporti* con l'emirato arabo. Questo, almeno, è scritto nel comunicato che accompagna una video-cassetta di 28 minuti nella quale 1 tre ostaggi rivolgono parole accorate ai loro familiari e accusano il governo francese di averli dimenticati, condannandoli a una -morte lenta*. U documento — che la tv francese non ha diffuso — è straziante e ricorda da vicino quello registrato pochi giorni fa da due ostaggi americani, sempre prigionieri della' Jihad. Carton, Fontalne lé Kauffmann appaiono al limite della resistenza, fisica e psicologica. I primi due sono prigionieri da 534 giorni, il terzo da 500. Per la Francia, dopo venti giorni di tregua nell'offensiva di attentati, è un nuovo colpo. E' anche la prova della complessità dell'intreccio terrorista. Da una parte ci sono le Fari libanesi che reclama. no la libertà di Georges Ibrahim Abdallah, dall'altra gli armeni dell'esala che minacciano nuove bombe. Ora torna in scena anche la Jihad. Tre formazioni che a tratti trovano alleanze tattiche, a tratti diversificano le loro pretese con un obiettivo più vasto: mettere in crisi tutta la politica mediorientale della Francia, farle perdere credibilità. Nel caso della Jihad, la richiesta di ottenere da Parigi la liberazione di 17 terroristi in prigione In Kuwait è esemplare in questo disegno. L'emirato del petrolio è un buon partner della Francia (il presidente Mitterrand vi ha anche fatto una sosta tornando dal suo recente viaggio in Indonesia). E lo scopo degli ultras dell'integralismo islamico è proprio quello di intaccare la posizione francese costringendo Parigi a compiere passi che il Kuwait non potrebbe accettare. Per 1 di più, la nuova richiesta di¬ mostra (e il comunicato di ieri lo dice apertamente) che le concessioni francesi in direzione dell'Iran di Khomeini — grande padrino della Jihad — non sono sufficienti. Concessioni che non erano state di poco conto: dalla partenza del capo dell'opposizione iraniana Massud Rajavi da Parigi, al riaccoglimento in Francia di due oppositori iracheni espulsi fino all'apertura di trattative per il rimborso di un miliardo di dollari a Teheran. Tutto questo mentre le pressioni diplomatiche e le mediazioni segrete con la Siria per fermare l'ai tra fronte della minaccia terrorista — quello delle Fari — segnano il passo e suscitano, anzi, nuovi interrogativi. Da Beirut si è fatto vivo anche il «Comitato di solidareità con i prigionieri politici arabi» che in un comunicato ha minacciato di compiere nuovi attentati in Francia e Italia. Enrico Singer

Persone citate: Georges Ibrahim Abdallah, Hindawi, Kauffmann, Khomeini, Marcel Carton, Massud Rajavi, Mitterrand, Nezar Hin-j