L'opera di Terra mite avventuriero di Luciano Curino

L'opera di Terra mite avventuriero RICORDO DELLO SCRITTORE L'opera di Terra mite avventuriero ROMA — Stefano Terra si definiva un avventuriero timido. Un po' romantico, un po' scettico, con una vena di nostalgia per la sua stagione trotskista, «il mio passato libertario». Era nato a Torino, è morto domenica alla soglia dei settant'anni. Oggi alle 15 il funerale,.che patte dall'Ospedale Santo Spirito. Poeta, narratore,, giornalista. Diceva: «Ho cominciato come scrittore e come poeta. Ho scelto di fare il giornalista per ragioni di sopravvivenza». Aveva partecipato a una dimostrazione contro l'invasione della Francia nel 1940, era riuscito a fuggire al Cairo, dove si era unito a un gruppo di esuli antifascisti. Finita la guerra, Terra ritornò in Italia, scrisse per il Politecnico di Vittorini: la sua collaborazione fini quando decisero di trasformare il settimanale in un «mandarinesco mensile». Fu a Parigi per il Sempre Avanti, all'inizio degli Anni Cinquanta passo a La Stampa. Corrispondente da Belgrado, fu il primo giornalista a intervistare il maresciallo Tito: intervista ripresa dai grandi giornali di tutto il mondo. Poi, con base ad Atene, fu inviato speciale della Rai per il Medio Oriente. «Nel 1968, quando in Grecia salirono alpotere i colonnelli, rinunciai al giornalismo per essere libero e fare lo scrittore». La lunga carriera giornalistica ha lasciato un segno nella sua prosa di narratore, una prosa a taglio rapido; i viaggi e i vagabondaggi gli hanno dato esperienze per l'impianto dei romanzi, suggestioni stilistiche per le poesie. Delle sue opere di narrativa Stefano Terra disse in un'intervista a Tuttolibri: «Scrivo romanzi che sono sempre delle fughe. A volte penso a un racconto così: un uomo qualunque fa con la famiglia un viaggio collettivo a Roma. E poi scappa, lascia tutti. Scompare. Mi da un'idea di libertà totale: insomma, è sempre la mia origine libertaria». Una ventina di romanzi, libri di poesia, saggi. Nel 1974 il premio Campiello per Alessandra. Nel 1980 il Viareggio per Le porte di Ferro. Nel 1982 il premio Scanno per Albergo Minerva. La sua notorietà presso il largo pubblico era tale che, ancora prima che vincesse il premio Viareggio, Bompiani aveva ristampato con il titolo' La generazione che non perdona il primo romanzo di Terra, uscito da Einaudi nel 1946 e intitolato Rancore, storia di un attentato antifascista. Di questo e di altri romanzi «politici» di Stefano Terra la critica afferma che il tardo Conrad spionistico ne è stato il modello. Amava la Grecia, ne aveva fatto una seconda patria, e faceva la spola tra Atene e Roma. Ma era più facile trovarlo ad Atene. Affermava che la sua opera era influenzata dal paesaggio e dalla cultura greca. Era ritornato in Italia lo scorso dicembre per un breve soggiorno romano e •per curare la pubblicazione delle sue ultime poesie. In febbraio, i primi sintomi del male che lo ha ucciso. Luciano Curino

Persone citate: Einaudi, Stefano Terra, Vittorini