Per la Sme un futuro solo Iri di Ugo Bertone

Per la Sme un futuro solo Iri Con pomodoro e panettone pronti ad alleanze internazionali Per la Sme un futuro solo Iri DAL NOSTRO INVIATO VERONA — Entro i primi mesi dell'87 le trattative saranno concluse. L'Unilever, colosso anglo-olandese, entrerà nell'Italgel (Antica Gelateria del Corso, la Vaile degli Orti, le ricette di Gualtiero Marchesi); la Suchard, dolce multinazionale elvetica, sarà rappresentata nel capitale della nuova Alivar (Pavesi, Pai, Motta e Alemagna); Infine Jeno Paolucci, re della pizza surgelata degli Stati Uniti, cercherà di stimolare la crescita della Bertolli Usa, grande esportatrice di olio d'oliva oltreoceano, con un'alleanza che dovrà-, lanciare il; macie in J-limentare gustevole ftejy, York. . . «Per carità — spiega l'amministratore delegato della Sme, Delio Fabbri — si tratta di quote di minoranza, nell'ordine del 10-15%. Anche noi prenderemo azioni dei partners stranieri. E' un'Intesa commerciale che avrei preferito annunciare a cose fatte. Ma cosa vuole...Le Partecipazioni Statali parlano...». La Sme, sopravvissuta allo scontro tra giganti, si attrezza a un futuro tutto Iri. E' difficile che 1 gruppi interessati all'acquistc della finanziaria alimentare (da Badila a Buitoni) gradiscano troppo queste alleanze che aprono nuovi oriz¬ zonti ad avversari potenti e aggressivi, finora spiazzati sul mercato italiano. Ma la Sme deve pur tentare una sua strada d'espansione. L'azionista di maggioranza, Tiri, si è dichiarato d'accordo e, all'inizio di settembre, ha dato il via Ubera a Fabbri: si può procedere agli accordi. In attesa che si chiariscano gli scenari politici, il gruppo alimentare di Stato tenta perciò, in toni dimessi ma convinti, la via delle Intese internazionali. Solo quando la contesa politico-giudiziaria svanirà nell'oblio, la Sme tenterà la jstrada delle acquisizioni e cieli'espansio-, qe."direjit^T^,r^^ al-,,' meno spero, accordi concrèti con soci stranieri. Scamateremo quote di minoranza, sufficienti ad aprire per la Sme spazi di espansione sul mercati internazionali». Cosi afferma Fabbri, davanti alla platea (fornitori, venditori, grandi clienti) radunata a San Martino di Buonalbergo per celebrare la sfida più ambiziosa della nuova gestione: il nuovo stabilimento della Motta-Alemagna a pochi chilometri da Verona destinato a raccogliere l'eredità amara del panettone milanese, tra strascichi di vertenze sindacali e di rimpianti meneghini. Da Verona (13 miliardi di investimen¬ ti) partiranno, di qui a Natale, 12 milioni di pandoro, panettoni, tartufoni e, asso nella manica, i nuovi prodotti della linea studiata dall'ufficio ricerche. C'è da difendere una posizione importante (11 25% delle vendite In Italia, per un fatturato di 700 miliardi) ma soprattutto da recuperare posizioni perdute nei confronti dei privati. Compiti analoghi sono affidati all'Italgel e alla nuova Cirio (marchi De Rita e Bertolli, per un totale di 700 miliardi) mentre Autogrill e GS continuano a macinare utili e, alla Sme, sono sempre più tiepidi di fronte .j^PSpspStt'vAdl^ A^Mh W, {fatturato, margine operativo grazie alla grande distribuzione +38%) stanno dando ragione alla scelta dei dirigenti appoggiati da Prodi. Certo che, di fronte ai veti politici, la ristrutturazione sembra dimezzata: rispetto alla grande espansione il futuro parla di scambi di quote di minoranza con i partners stranieri con 11 risultato, Innegabile, di installare in Italia (secon do mercato alimentare europeo) veri e propri colossi. Ma l'espansione di pomodoro e panettone di Stato all'estero sembra, a questo punto, obbligata a pagare questo pedaggio. Ugo Bertone

Luoghi citati: Buitoni, Buonalbergo, Italia, Stati Uniti, Verona