Vita d'un premier nel mirino di mille nemici di Michael Hamlyn

Vita d'un premier nel mirino di mille nemici Vita d'un premier nel mirino di mille nemici NOSTRO SERVIZIO NEW DELHI — Per la visita che Rajiv Gandhi ha fatto giovedì pomeriggio a Nagpur, nello Stato indiano occidentale del Maharashtra, è scattata la più imponente operazione di sicurezza mai svoltasi nella città: la mattina, il fallito attentato contro il premier al Rajghat, il Memoriale in onore del Mahatma Gandhi, aveva segnalato quanto fosse in pericolo la sua vita. Dopo l'assassinio della madre da parte delle guardie del corpo sikh, Rajiv è in cima all'elenco degli obiettivi di tutti i gruppi terroristici della comunità. Il primo ministro è considerato responsabile, nella stessa misura della madre, dell'assalto «sacrìlego» contro il Tempio d'Oro di Amritsar, e di tutte le disgrazie che hanno colpito i sikh da quel momento in poi. I militanti della comunità sono convinti che, se riusciranno a uccidere Rajiv, l'opinione pubblica indiana diventerà loro talmente ostile che sarà possibile relizzare l'obiettivo di uno Stato indipendente, il Khalistan. I killer sikh han no sempre saputo attendere anni per vendicare gli oltraggi al loro popolo. Ma non soltanto questa comunità è considerata una minaccia per il premier. Ci sono movimenti insurrezionali nell'estremo Nord-Est del Paese, e nel Bengala Occidentale e nelle aeree tribali dell'Orissa e del Binar serpeggia il malcontento. Guerriglieri di sinistra alimentano una guerriglia a singhiozzo nella regione di Warangal, nello Stato meridionale dell'Andhra Pradesh. Estremisti religiosi di ogni colore sono attivi in tutto il Paese; e la cerimonia di giovedì per ce-, lebrare il UT anniversario della nascita del Mahatma avrebbe dovuto ricordare che il •padre dell'India» venne assassinato da un fanatico hindu. Conseguenza di tutto questo è che attorno a Rajiv c'è sempre un muro di sicurezza. La sua casa di Delhi, in Racecourse Road, è protetta da' barriere che isolano completamente l'intera strada. Il premier non compare mai in pubblico, neppure nelle giornate più torride, sema il giubbotto antiproiettile nascosto sotto una giacca alla Ttehru, con il collo alto. Lo Special Protection Group, forte di 1500 uomini, addetto alla sua sicurezza (non ha altri compiti) è formato dall'elite della polizia di Delhi e delle forze paramilitari. Dovunque il premier vada, le polizie locali, le forze para¬ militari e magari l'esercito formano un anello di sicurezza estemo, 1SPG, un anello in temo. I suoi membri portano •completi da safari, grigioverdi invece delle normali uniformi, e danno quindi l'impressione, qui in India, di essere in abiti civili; ma sotto la giubba hanno la rivoltella, e spesso impugnano mitra corti: paradossalmente — trattandosi di un Paese che non riconosce lo Stato ebraico, incoraggia l'Olp e le riconosce lo status diplomatico — quell'arma sarebbe iVzi, di fabbricazione israeliana. L'istituzione del corpo è stata un'esigenza determinata dai conflitti di competenza in seno alla polizia, dagli intralci della burocrazia e dalla complessità della struttura gerarchica del corpi militari. Occorreva un'ente •semplice». L'ombrello del Corpo copre anche la famiglia del premier: subito dopo avere assunto l'incarico, Gandhi ha ritirato i figli Rahul e PHyanka dalle scuole che frequentavano non tanto perché corressero eccessivi rischi, ma per non esporre a perìcoli gli altri allievi. Per alcuni mesi hanno studiato in casa, poi questo sistema è stato considerato inopportuno, perché i due ragazzi non avevano più occasione di farsi nuovi amici. Ora si dice — ma non è confermato — che siano tornati a scuola. Una scuola lontana dalle tempeste dell'India e dalla continua vigilanza delle guardie del corpo: Rahul e Priyanka studierebbero in un istituto per figli di diplomatici, a Mosca. Michael Hamlyn Copyright «Times Neirspapen» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Gandhi, Mahatma Gandhi, Rajiv Gandhi

Luoghi citati: India, Italia, Mosca