Le «Giornate del cinema» di Pordenone di Gianni Rondolino

U Le «Giornate del cinema» di Pordenone U Un luogo privilegiato di studi storici sulle orìgini - Chiusura oggi Giunte alla quinta edizione, le Giornate del Cinema Muto che si tengono ogni anno di questi giorni a Pordenone (e che si chiudono oggi) promosse dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, sono diventate 11 luogo privilegiato degli studi storici sul cinema delle origini. Proiezioni continuate di film dei primi anni del secolo, incontri, discussioni, pubblicazioni, costituiscono la base per un discorso sul cinema che si fa, di ann~ in anno, sempre più circostanziato, con illuminanti scoperte, utili revisioni critiche, doverose .riabilitazioni». Quest'anno, fra la messe abbondantissima del materiale offerto — che va da un omaggio a Max Linder a uno a Georges Méllès, dalla serie di Mandria realizzata nel 1923 da Henri Fescourt a La contessa Sara, con Francesca Bertini, diretta nel 1924 da Roberto Roberti (11 padre di Sergio Leone, che è intervenuto nei giorni scorsi alla rassegna), un posto di rilievo occupano la grande retrospettiva del cinema nordico e la mostra dedicata all'operatore torinese Giovanni VItrottl. Sono due eventi di notevole importanza, soprattutto il primo, che getta una nuova luce su una cinematografia, o meglio su tre cinematografie (la danese, la svedese e la finlandese), le cui conoscenze erano alquanto lacunose, per non dire approssimative c generiche. Cosi 11 grosso volume di 550 pagine che Paolo Cherchl Usai e Davide Turconi hanno dedicato al cinema scandinavo, raccogliendo saggi e contributi di numerosi autori (Schiave bianche allo specchio. Le origini del cinema in Scandinavia (1896-1918), ed Studio Tesi, Pordenone), è la premessa indispensabile per addentrarci nel regno sconosciuto del primi film di Viggo Larsen, di August Blom, di Lau Lauritzen, di Urban Gad e del più noti Benjamin Christensen (l'autore della Stregoneria attraverso i secoli), Vlktor SJostrom (l'autore del Carretto fantasma), di Mau ritz Stiller (lo scopritore di Greta Garbo). Film e registi che acquistano ora una dimensione diversa, un diverso peso nella storia del cinema mondiale. Ma cosi e anche del n. 26-27 della rivista Grlffithiana, quasi interamente dedicato a Vltrotti, con una filmografia completa curata da Vittorio Martinelli: più di 500 film, fra corti e lungometraggi, fotografati in un cinquantennio di intensa attività, dal 1905 al 1964. Anche questo un contri buto fondamentale per conoscere uno degli artefici del cinema italiano muto. A dimostrazione che, continuando a scavare negli archivi, nelle cineteche, nei depositi, a poco a poco il cinema muto riprende vita. Gianni Rondolino

Luoghi citati: Friuli, Pordenone, Venezia Giulia