E Ornella canta con i grandi del jazz

E Ornella canta con I grandi del jazz E Ornella canta con I grandi del jazz ROMA — Campagna ai landò del nuovo Ip doppio di Omelia Vanoni, dal titolo Ornella & perché, con la voce della cantante, è stato convocato a suonare il meglio del jote americano, da George Benson a Michael Brecker, da Gli Evans a Herbte, Hancock. Prima tappa una conferemo stampapranzo in uno dei locali più chic di Roma, alla presema ài giornalisti specializzati e no. Seconda tappa, l'apparizione oggi, a Fantastico, della medesima Ornella che, in barba a tutte le raccomandazioni fatte dagli ideatori della trasmissione collegata alla Lotteria di Capodanno, canta E penso a te, la canzone di Battisti inclusa tra le venti di questo sub disco. Terza tappa,, collegamento sabato venturo dal teatro dell'Eliseo, dove la cantante diventa attrice con Albertazel, per Roman tic Comedy. Afa nella stessa sera cantera, daccapo a Fantastica Guaita tappa una capatina, in data da destinarsi, a Domenica In gestione Carro, dove Ornella Vanoni proporrà ancora una volta brani del suo disco. Infine, messa in onda su Raiuno di un filmato girato a New York, nel quale viene presentata, attraverso le immagini, la regi¬ strazione del disco, avvenuta nello studio di George Benson nel giugno scorso. L'idea di Ornella Se ... spiega la Vanoni, è nata da un bisogno di rinnovarsi musicalmente e dallimpossibl liti di trovare canzoni nuove da incidere. Cosa di meglio allora che scegliere una ventina di famose canzoni italiane, significativamente importanti e personalmente emozionanti, farle suonare a un gruppo ài eccellenti jazzisti americani, e servire'il tutto ancora caldo di incisione e missaggio digitale? Speranze" La Vanoni confessa di averne ancora molte: •Trovare canzoni belle e sconosciute da incidere, tentare di fare una cosa con De Oregori. Scrivere, magari con l'aiuto di qualcuno, una musica lo stessa», ss. ro. In fondo era inevitabile che la Vanoni ci arrivasse. La sua storia intrigante di donna, la forza della sua voce, la curiosità rapace delle sue scelte, suoi uomini, i suoi gusti, suoi desideri, le sue dolci follie, tutto era fatto per venire a quest'appuntamento lungo e insaziato con il jazz. E* un appuntamento di quelli vigliacchi, che ti prendono l'anima come le passioni non dichia¬ rate, un sentimento e un'emozione passati trasversalmente. Il jazz qui è la cornice, il profumo, le vibrazioni sottili di un'anca, il glissato verticale d'una frase; e Gii Evans allora riscopre le amare tenerezze di Buscagliene, Hancock naviga con lei nella Notte dell'addio, il fiato potente e delicato di Randy Brecker vola Nel cielo dei bar, Ron Carter racconta tutta la disperazione di una Sigaretta che si consuma come un amore finito. Sono fasci deliziosi di note che si fissano sulla partitura, liberando ombre e fantasie perdute nella nostra memoria comune. Ornella ci aggiunge quella sensualità ambigua e diffusa che va giù a ritrovare nelle pieghe consumate delle canzoni voci e suoni che nessuno prima aveva svelato. E «Il mondo», «La donna canno ne», «Ma l'amore no», «Poesia», «Se stasera sono qui» diventano storie di un altro universo, dove la musica è anima e cultura. '_ m ven

Luoghi citati: Fantastica Guaita, New York, Roma