Si è scatenata la battaglia degli 8000 di Gigi Mattana

Si è scatenata la battaglia degli8000 Si è scatenata la battaglia degli8000 L'Himalaya torna di moda - Una spedizione di 8 scalatori costa non meno di 300 milioni - Quest'anno 24 morti sul solo K2 - La perdita di Renato Casarotto, nel racconto di Agostino Da Potenza, leader di «Quota 8000» Dopo qualche anno di stasi le spedizioni extraeuropèe hanno trovato una nuova vitalità: mai tanti alpinisti contemporaneamente si sono trovati al campo base di un •ottomila»: anche 70-80 scalatori di dieci gruppi e nazionalità diversi, cento portatori d'alta quota, mille portatori di «bassa forza». L'Himalaya è scomodo, caro, rischioso (non si sono mai registrate tante vittime come quest'anno) eppure mal è stato tanto oU.modfc E Remhold^ssner. si sta preparando a vincere, PrtWJnUomo al -inondo, quattordicesima sfida. Su queste scelte dell'alpinismo occidentale parliamo con Agostino Da Potenza, grande scalatore, cugino di Walter Bonatti e manager di «Quota 8000», il progetto che si propone in pochi anni di scalare tutte te 14 super-montagne della Terra aggiungendo all'aspetto puramente sportivo contenuti di cultura, tecnologia e spettacolo; lo scorso anno sono stati scalati i due Qasherbrum, nell'estate '86 le cordate sono andate in vetta al Broad Peak e al K2; il prossimo anno sarà la volta del Nanga Parbat e del Shisha Pangma. E' stata un'estate drammatica in Karakorum: dodici portatori morti per collasso o edema polmonare e dodici alpinisti caduti sul K2. Non si possono accampare scuse di materiale scadente e di mal' tempo; non si possono accu npo; non si possono accu-1 sare a posteriori le vittime di imprudenza e incapacità perché erano fra i migliori alpinisti del mondo. E, fra tutte, la perdita pi'i dolorosa, quella di Renato Casarotto, alpinista eccelso e grande uomo. Dopo tre tentativi al K2, in solitaria com'era suo costume, Renato decide di rinunciare; alle 11 dice per radio alla moglie Gore tta che torna a valle. E' a quota 7300; alle 18 cade in un crepaccio, lui che quasi veniva preso In giro per la pru¬ va preso In giro per la pru- denza eccessiva e per le sue sofisticate manovre di autoassicurazione, a cinque minuti dalla morena .E' volato per trenta metri ed ha avuto la forza di avvertire Qoretta con la radio — racconta Da Potenza, ancora oggi con fatica e pudore —, siamo saliti per cercarlo e Qìanni Calcagno nel buio più fitto si è calato nel crepaccio, l'ha stretto a sé e li abbiamo tirati su. Ma l'abbiamo soltanto visto spegnersi sulla pietraia: 1 pietrata». E, cosi pericolosa, una montagna di 8611 metri come il K2 richiede grandi spese e accurata organizzazione. Consideriamo una spedizione di otto alpinisti ed equipaggiata con molta abbondanza: il permesso pakistano per un •ottomila» è di 4 milioni; l'assicurazione per i partecipanti è di trenta milioni; poi ci sono i biglietti aerei e il jet cargo (quest'anno quattro tonnellate spedite da Roma a Karachi hanno richiesto venti milioni). Poi gli alberghi In Pakistan, i trasporti, 1 visti, mance e balzelli vari. I portatori costano centomila lire l'uno e ne servono trecento in salita e cento In discesa; aggiungete il costo di alcuni capfearovana,'dell'equipe di cucina e l'acquisto del viveri per nutrire tutta questa truppa e sono altri cinquanta milioni. In totale è molto difficile stare sotto i trecento milioni. I primi permessi vengono concessi dal governo pakistano i(,.,15 aprile, quindi,^ sjjy gione alpinistica vera e propria,, va .da inizio maggiq0aj fine agosto, ovviamente con tutte le possibili sfumature meteorologiche, mediamente con un'alternanza quasi costante di una settimana di tempo orrido e qualche giorno stupendo. L'anno scorso si ebbero contemporaneamente nove spedizioni al campo base del K2 e nove a quello del Broad Peak, più molti altri alpinisti alle Cattedrali del Baltoro; è ovvio che un simile affollamento produce rifiuti e già più volte si sono levate voci di ecologi sul ri' schio di trasformare anche l'Himalaya in pattumiera. Basterebbe fare pagare una tassa di poche centinaia di dollari a ogni spedizione e portare i rifiuti a valle con gli elicotteri.. Una spedizione himalayana sfata completamente 1 miti di ventanni fa che ipotizzavano una sorta di uomo-bionico al' l'assalto dei record sportivi cylt con le pillole; oggi in Himalaya si mangiano esattamente le stesse cose che stanno sul tavolo di casa. «Ed è logico die sia così — dice Da Potenza — perché le nostre imprese sono fatte in realtà da qualche giorno di exploit e tante settimane di attesa; e mentre attende di salire a sferrare l'attacco alla vetta, l'uomo, specie italiano, non vuole la barretta concentrata o la pappetta energetica, ma parmigiano, speck, bresaola (e noi auest'an chine, risotti... E sei quintali di zucchero che abbiamo consumato, insieme con i portatori, come energetico'. E una vita serena al campo base è determinante per sopravvivere e scalare, visti 1 momenti neri che si devono affrontare. Courmayeur alla partenza aveva dato a «Quota 8000» un mazzo di fiori per la tomba di Mario Puchoz, caduto nel '54 sul K2; non li ha avuti Puchoz, né Renato Casarotto; erano già stati usati sulla tomba di un americano appena recuperato, povera cosa, dai seracchi in cui era piombato dopo la salita in vetta. Quel giorno il Karakorum brillava malignamente nel sole mentre i portatori baiti sgranavano i loro rosari eie preghiere cristiane non riuscivano a superare lo scoglio delle labbra. Gigi Mattana

Persone citate: Agostino Da Potenza, Da Potenza, Mario Puchoz, Puchoz, Renato Casarotto, Walter Bonatti

Luoghi citati: Courmayeur, Pakistan, Potenza, Roma