Un Nostradamus libanese di Enrico Singer

Un Nostrcadamws iibcines© Un Nostrcadamws iibcines© Mobilitati diecimila agenti - Vicino al Pontefice «teste di cuoio» con vestiti di Cardili PARIGI — «Il romano Pontefice si guardi dall'awicinarsl alla città bagnata da due fiumi: 11 scorrerà il suo sangue quando fiorirà la rosa». Cosi scriveva, 431 anni fa, nelle sue -Centurie- Michel de Notre Dame, Nostradamus, il medico-astrologo francese dalle sibilline e funeste profezie. A Lione, dove' Saune e Rodano si incentrano e dove questa mattina alle 9,30 arriva Giovanni Paolo II, nessuno crede ai presagi. Tantomeno alle maledizioni. La città aspetta il Papa piena di bandiere bianco-gialle e almeno mezzo milione di persone affollerà oggi pomeriggio il grande parco Eurexpo per ascoltare il suo discorso. Tuttavia, le misure di sicurezza sono sema precedenti. La polista è dappertutto. Diecimila uomini: un terso del totale degli effettivi, mobilitati anche nelle città più lontane e sistemati perfino in alloggi requisiti. E per l'incontro tra Giovanni Paolo II e il presidente Mitterrand (in uryealone dell'aeroporto di Lione) tutta la zona sarà «off limi ts.. Non preoccupa tanto Nostradamus, quanto l'offensiva lanciata dai terroristi contro la Francia. Anche perché la minacciosa previsione delle • Centurie- si sarebbe già avverata nel 1799 quando Pio VI, fatto prigioniero dalle truppe francesi, mori a Valence dove si incontrano altri due fiumi: l'Isère e il Rodano. E perchè la rosa — che è il simbolo del partito socialista francese — ormai è sfiorita, avvizzita dalla •coabitatone- tra Mitterrand e il governo di centro-destra di Jacques Chirac. Anche il pericolo di un attentato contro il Papa appare remoto. Se i terroristi che pretendono la liberazione di Georges Ibrahim Abdallah (tra l'altro cristiano-maronita) dovessero riprendere il loro sanguinoso ricatto sceglierebbero — si dice — obbiettivi francesi. «Ma saremmo stati dei pazzi a non prendere tutte le precauzioni», sostiene il prefetto Georges Bastelica, lo stesso che organizsò i servizi di sicurezza durante le altre due visite di Giovanni Paolo II in Francia, a Parigi, nell'80, e a Lourdes, nell'83. Cosi, la vigilia dell'arrivo del Papa a Lione è vissuta tra l'attesa della gente e il nervosismo della polizia. Lungo i 42 chilometri del percorso tra l'aeroporto di Satolas e le strade della città è stato formato un doppio muro di transenne metalliche. Sono arrivate a bordo di decine di camion perchè quelle disponibili a Lione non erano sufficienti. Lo spazio aereo è stato chiuso al traffico e sarà pattugliato costantemente da sei elicotteri della Gendarmeria. Ogni tetto, ogni giardino è stato controllato. Una squadra di cani anti-bomba già ieri fiutava le fioriere e i cestini sui marciapiedi. Centinaia di auto sono state rimosse. Per la protezione -ravvicinata- di Giovanni Paolo II sono stati scelti 35 uomini del Gipn (gruppo d'intervento della polizia nazionale), le -teste di cuoio- francesi, che lasceranno in caserma le abituali tute mimetiche per indossare uno •spessato- — giacca blu e pantaloni beige — disegnato da Pierre Cardia. Elegante ma con un accorgimento speciale: uno spacco sul fianco della giacca per poter impugnare facilmente la -P-38-. E sono stati mobilitati anche duecento medici che saranno -di guardia- stabile negli ospedali. Tra le precauzioni del prefetto Bastelica, poi, ce ne sono due che — a quanto si è saputo — non sono state gradite dal vescovo di Lione, Albert Decourtray, e da monsignor Roberto Tucci, organizsatore di questo come di tutti i viaggi del Papa. In base a una legge del 1835 sono state inesse sotto sorveglianza (in casa o negli istuti di cura) ■tutte le persone con disturbi mentali». Ed è stata «fermamente sconsigliata» (troppe colline e boschetti da controllare) la tappa che il Papa intendeva fare a Izieu, un villaggio dove, il Giovedì Santo del 1944, il comandante della Gestapo, Klaus Barbie (ora in attesa di processo a Lione) fece catturare e deportare quarantaquattro bambini ebrei. Enrico Singer

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