Special agghiacciante sul mistero di Ustica di Ugo Buzzolan

Spettai agghianianle sul mistero di Ustìta Rai 1, poche ore dopo il dibattito parlamentare Spettai agghianianle sul mistero di Ustìta Sta partendo la stagione '86-'S7; e parte con gran fragore, varando una dopo l'altra da stasera le trasmissioni di grosso impatto, il quiz di Bongiorno, le riviste, i talk-show, «Fantastico», «Drive In» ecc. Ci sarà tempo e modo di parlarne. Per ora richiamo l'attenzione su un fatto che ha caratterizzato l'inizio della settimana e che riguarda il programma di inchieste Speciale TG1. curato da Alberto La Volpe. Per cominciare, la rubrica a differenza degli altri anni non è mai andata in vacanza durante l'estate, seguendo un concetto da questa rubrica più volte propugnato: non si vede perché l'informazione debba mollare nel pieno dell'estate come se fosse una stagione in cui non accade nulla (e invece, a guardare bene, è sempre fitta di avvenimenti e spesso di rivolgimenti)- Comunque Speciale TG1 è andato regolarmente in onda lunedi sera con un valido reportage sulla funzione che nel mondo ha la tv come •passerella di immagine- per i politici. Ma la sera dopò — l'altra sera, martedì — il programma è ricomparso per esaminare da ricino e a fondo quello che viene definito -il mistero di Ustica-, l'aereo passeggeri esploso nell'80 sopra l'isola di Ustica, probabilmente abbattu to da un missile. La trasmissione è stata tesa e agghiacciante, ennesimo capitolo di quel libro nero — gigantesco, ormai — che narra gli -enigmi- d'Ita Ha. Ma non è questo il punto del discorso. Voglio dire che Speciale TG1 ha dimostrato — con questo numero non previsto e inserito nella serata rompendo i rigidi schemi del palinsesto in obbedienza alla più stretta attualità (il caso dell'aereo poche ore prima era stato discusso in Parlamento) — di avere notevoli doti di tempestività giornalistica^E di riavere capito due semplici cose, che la gente esige, caldo, qualcosa di più di quello che le dicono i telegiornali, e che l'informazione, realizzata con i mezzi di cui dispone la Rai e che troppo spesso non vengono sfruttati (uomini, mezzi tecnici, ricchezza di archivi), può essere veramente l'arma vincente e può controbilanciare la •commercializzazione- di tanti altri programmi e consolidare le difese della tv pubblica nei confronti della concorrenza che i network proprio nel campo dell'informazione — e in attesa dei TC nazionali — si apprestano a sferrare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Il discorso è naturalmente riferito soltanto a rubriche giornalistiche qualificate come tali, con una loro fac- eia ben precisa, una loro autonomia, un loro spazio a diretta gestione. In questi giorni un po' monotonamente si continua a dissertare sul nebuloso progetto — dico nebuloso, ma forse nelle alte sfere è già stato tutto deciso — deila tv del mattino e dell'informazione che dovrà contenere: benissimo un autentico TG piazzato tra le 7 e le 8 e bene anche un altro a metà mattina, ma è da ribadire ancora una volta un no risoluto al criterio del nefasto contenitore dove l'informazione divent- chiacchiera da salotto o querulo intermezzo tra canzonette e giochetti. Contro gli equivoci, le ambiguità e i livellamenti in basso, siamo decisamente per la netta divisione dei ruoli e per le sane specializzazioni. Ugo Buzzolan

Persone citate: Alberto La Volpe, Bongiorno

Luoghi citati: Ustica