Giudice è condannato perché accettò un dono di Claudio Giacchino

Giudice è condannato perché accettò un dono L'appello per gli ex magistrati del caso tangenti Giudice è condannato perché accettò un dono A Tribisonna 15 mesi, assolti la Carpinteri e i «corruttori» Il nostro inviato ci telefona da Milano: Antonio Tribisonna condannato per corruzione ad un anno e tre mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena. Franca Viola Carpinteri assolta con formula ampia dall'accusa di interesse privato. Assolti, sempre con formula ampia, anche gli altri imputati: Pasquale Pilla, Antonino Saia ed i fratelli Ciccio e Roberto Miano. boss del clan dei catanesi, ora pentiti. Tutti e quattro rispondevano dell'addebito: «Vi siete adoperati per corrompere il magistrato Tribisonna: La sentenza della córte d'appello di Milano sul due ex giudici del caso «Zampinitangenti», è stata letta dal presidente Franchino in un'aula deserta di pubblico alle 14,30, dopo quasi cinque ore di camera di consiglio. il verdetto non ha accolto l'impostazione accusatoria del sostituto procuratore generale Polidori («Debbono essere ritenuti colpevoli tutti gli imputati, alla Carpinteri siano inflitti nove mesi») e, salvo che per la conferma delle assoluzioni complete della Carpinteri e di Saia, ha fatto tabula rasa della sen tenza del processo di primo grado. Allora (ottobre '85) Pilla ed 1 fratelli Miano furono condannati a 18 mesi ciascuno per aver corrotto Tribi sonna, al magistrato era stata inflitta la pena di 1 anno ed 8 mesi. Ora, anche per Tribisonna la corte d'appello di Milano pur condannandolo, ha modificato 11 verdetto di un anno fa. Il giudice è stato riconosciuto colpevole di corruzione. Ma, di una corruzione particolare, molto meno grave di quella accollatagli dallo spacciatore di droga pentito del clan dei catanesl Giuseppe Muzio, detto «Peppino 'o bandltu»: -Nel 1982 fui da lui processato per traffico d'eroina. Fui assolto perché Tribisonna era stato contattato da amici, in cambio della mia libertà ebbe un quadro, un mobile ed una collezione di sterline. La corruzione fu architettata e compiuta dai fratelli Miano, da Saia e dal pittoreantiquario Pasquale Pilla. Nel collegio giudicante c'era anche la Carpinteri, a lei fui raccomandato da Pasquale Cananzi ("antiquario ucciso dalla mafia, ndr). Cananzi conosceva la Carpinteri, con lei giocava a carte in casa di un altro giudice». I giudici di secondo grado (ed è forse il significato più importante della sentenza) non hanno creduto al pentito, se non in minima parte. Secondo il presidente Franchino ed i due giudici a late re, il verdetto con cui Tribisonna eia Carpinteri mandarono assolto dall'Imputazione di spaccio d'eroina Muzio è legittimo, l'assoluzione dello spacciatore era doverosa, non fu «ispirata» a Tribisonna da nessuno. E, nessuno raccomandò Muzio alla Carpinteri. Automatica quindi l'assoluzione piena della Carpinteri. Di riflesso, non essendo mai stata intrapresa una corruzione, non esistono nemmeno i corruttori: ecco perché Ciccio e Roberto Miano, Antonino Sala e Pasquale Pilla sono stati assolti. Tribisonna, però, è stato ugualmente condannato perché, per la corte d'appello, accettò, mesi dopo l'assoluzione di Muzio, le sterline di cui aveva parlato Peppino 'o banditu. Questo comportamento, quando è tenuto da un pubblico ufficiale, diventa il reato previsto dall'articolo 318 del codice penale: « Corruzione per atto d'ufficio». l& tesi era stata sostenuta dall'avv. Delgrosso, difensore del magistrato. Il presidente Franchino ha impiegato un palo di minuti per leggere 11 dispositivo della sentenza. Antonio Tribisonna ha ascoltato impassibile, non ha voluto commentare. Soddisfatti Pilla, Saia ed i fratelli Miano (erano difesi dagli avv. Galasso, Paola e Diodà), anche se l'assoluzione non cambia granché il loro futuro. Pilla è da mesi in carcere per un'ingarbugllata storia di quadri e miliardi ricettati, Saia ed i due Miano sono attesi dal maxiprocesso contro il clan del catanesl. Soddisfazione ed amarezza sulle labbra di Franca Carpinteri: «Questa vicenda non finisce qua, debbono essere puniti i miei calunniatori. Un magistrato ha il dovere di difendere la sua onorabilità, non mi stancherò di chiedere giustizia contro chi mi ha accusato falsamente». Claudio Giacchino 11 dott. Antonio Tribisonna ui

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