Giustizia in crisi, Stato latitante di Claudio Cerasuolo

Giustizia in crisi/ Stato latitante Inascoltati gli appelli al ministero, mentre il tribunale vive alla giornata Giustizia in crisi/ Stato latitante Ieri, alla quarta sezione, è stato rinviato un processo per evasione fiscale: da lunedì, se non si riuscirà a formare il collegio giudicante, rischiano di saltarne altri quindici • II presidente Giorda: «Sarebbe una sconfitta gravissima per la collettività» - Il giudice Aragona: «Ci si è ricordati della sede giudiziaria torinese soltanto ai tempi del terrorismo. Poi, passato lo spettro della paura, è tornato il disinteresse di sempre» Le ultime notizie sul fronte della giustizia assomigliano ad un bollettino di guerra. Ieri, alla quarta sezione, è stato rinviato un processo per evasione fiscale: il collegio era composto da tre giudici che sostituivano i titolari. Era assurdo cominciare un dibattimento con magistrati destinati ad altri incarichi. La Costituzione, infatti, garantisce all'imputato 1 suoi giudici •naturali». A partire da lunedi prossimo, se non si troveranno 1 membri per formare il collegio della quarta sezione, salteranno quindici processi per evasione fiscale. Il presidente Mitola, che l'ha diretta con grande impegno per anni, ora è passato alla corte d'appello: 11 magistrato che doveva sostituirlo, il giudice istruttore Cuva, ha rinunciato all'incarico all'ultimo momento. Ha commentato il presidente del tribunale, Gaetano Giorda: «Farò funzionare a tutti i costi quella sezione: non si illuda chi ha tutto l'interesse al rinvio di quei dibattimenti. Dopo tutto ciò che si è fatto sul fronte della lotta agli evasori, la chiusura della sezione sarebbe una sconfitta gravissima per lo Stato. Anche se occorre dire che è uno Stato che si interessa poco di Torino e dei suoi problemi». Ieri mattina, proprio mentre in Comune si svolgeva una conferenza stampa per annunciare il via al progetto della nuova cittadella giudiziaria, nell'ufficio di Giorda si è tenuta un'altra riunione, a cui hanno partecipato tutti i responsabili dei vari uffici giudiziari. Più che una assemblea di magistrati sembrava un consulto di dottori, chiamati al capezzale di un malato moribondo: la macchina della giustizia torinese, un arretrato di 60 mila cause, tra civili e penali. Per la quarta sezione è stata trovata una soluzione, ma soltanto a gennaio, con l'arrivo di quattro uditori che stanno completando il tirocinio, si uscirà dal tunnel della crisi. Afferma il presidente Giorda: -La quarta sezione non è nata sotto una buona stella. Il posto di presidente è congelato: per legge, in ogni distretto deve essere lasciato libero un posto da presidente di sezione per un deputato o senatore magistrato che sta completando il suo mandato. Ebbene, nelle tabelle del ministero quel posto è riservato al presidente della quarta sezione. Attualmente c'è un solo giudice in organico, la dottoressa Patrizia Prevete. Lunedi sarà affiancata dal dott. Federico-De Rosa, attualmente applicato alla seconda sezione, e dal giudice Finto della seconda sezione civile. De Rosa e Pinta resteranno per un mese e mezzo, il tempo di smaltire i processi di evasione fiscale già iscritti in ruolo». Che cosa accadrà poi? Anche la seconda sezione ha grossi problemi. Il presidente Giancarlo Capirossi è andato a dirigere 11 tribunale di Asti. Il dott. De Rosa, che lo ha sostituito per un mese, ha dovuto rinviare al 12 novembre 11 processo ai rapitori di Pietro Castagno. Il dottor Giorda: -In qualche modo cercherò di arrangiarmi. L'arrivo degli uditori a gennaio potrebbe segnare la fine della crisi, perlomeno della fase acuta. Non possiamo rinunciare ad una delle sei sezioni, che sono già insufficienti per smaltire lo spa¬ ventoso arretrato accumulato in questi ultimi anni. I nostri appelli al ministero sono rimasti inascoltati per troppo tempo. I maxi processi con centinaia di imputati bloccano delle sezioni per mesi: occorrono più magistrati: Uno del partecipanti al «consulto», il presidente della sesta sezione Filoreto Aragona, non usa mezzi termini per commentare l'attuale situazione del tribunale di Torino: «/n altre amministrazioni dello Stato si cerca di far coincidere il trasferimento dei funzionari con linsediamento di chi li deve sostiitulre. Qui invece, chi se ne va 'non viene rimpiazzato. Che sia chiaro: non è un problema solo torinese: è una grave disfunzione attribuibile all'organizzazione centrale». Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Asti, Torino