Fiat vuole comprare l'Alfa di Stefano Lepri

fiat vuole comprare l'Alfa E* arrivata la lettera della Ford. Subito una proposta da Torino fiat vuole comprare l'Alfa In un documento alla Finmeccanica il gruppo italiano si dichiara disposto ad acquisire la maggioranza azionaria dell'Alfa, a mantenere l'«identità aziendale», a valorizzare la professionalità dei dipendenti - Alfa Romeo e Lancia opererebbero insieme nella gamma delle vetture sportive e di prestigio ROMA — Offerta Fcrd, controfferta Fiat. Nel giro di poche ore 1 due contendenti all'acquisto dell'Alfa Romeo hanno messo in tavola le loro carte, in un succedersi di mosse Incalzanti, scoprendole in parte. La Ford, con la lettera arrivata ieri, propone di assumere gradualmente il controllo della casa automobilistica - milanese, cominciando dal 20%, e chiede un si o un no entro 11 7 novembre; la Fiat alza la posta e offre di acquistare subito la maggioranza delle azioni Alfa, 11 51%. La Fiat intende conservare l'autonomia dell'Alfa, unita nei suol due stabilimenti di Arese e Pomigliano, senza più scorporare 11 secondo; autonomia di una azienda con 11 suo marchio, i suoi motori e le sue capacità di progettazione. Pare di poter desumere, dal comunicato della Fiat, che l'ipotesi sia quella di una Integrazione produttiva fra Alfa e Lancia: si costituirebbe cosi, pur di' stinto tra i due marchi, il maggior gruppo europeo produttore di auto sportive e di lusso; più grande, per esempio, della Bmw o della Audi. Sarebbe questo che intende la Fiat quando parla di potenziale italiano da sommare «nel campo delle vetture sportive e di prestìgio», con ^arricchimento e ingran- ' dimento delle strutture operative» dell'Alfa Romeo, •ivi \ compresa la componentìstica»; e di -valorizzazione della professionalità delle risorse umane che saranno Impegnate» a costruire automobili »dt alta qualità». La Ford, nella sua proposta, si impegna a non tuie licenziamenti collettivi: la Fiat dà un'uguale garanzia, assicura 'la soluzione dell'intero problema occupazionale, anche se In modo graduale», mattraverso un rigoroso rilancio del marchio» Alfa e «urt deciso ringiovanimento della gamma di prodotto». I manager Alfa sono orgogliosi del loro motori, e la Ford promette di montarli anche su vetture con il proprio marchio; la Fiat rilancia e garantisce che quei mo - tori, il «boxer» e il 6V, saranno »salvaguardatì come caratteristiche qualificanti del marchio» Alfa, al pari della sua -immagine sportiva». Fra Detroit e Torino è una partita dura: nessuno vuole scoprire per primo tutto il suo gioco. La lettera della Ford alla Finmeccanica (la finanziaria Iri che controlla l'Alfa) è arrivata ieri matti na. La Fiat diceva: prima rendete note le condizioni della Ford, poi potremo perfezionare le nostre. La Finmeccanica rispondeva: non possiamo, prima che sia arri' v vata anche l'offerta Fiat, parlare; sarebbe scorretto verso la Ford. La Ford aggiungeva: da noi non uscirà nulla. Alle quattro del pomeriggio di ieri, 11 presidente e l'amministratore delegato della Finmeccanica, Viezzoli e Fabiani, sono andati a informare il ministro delle Partecipazioni Statali, dello Darida. L'hanno raggiunto al palazzo di San Macuto, sede delle commissioni parlamentari bicamerali. Da li Darida ha telefonato all'amministratore delegato della Fiat, Cesare Romiti, invitandolo a presentare la sua offerta. Romiti era a Roma, e cosi l'amministratore delegato della Fiat-Auto, Vittorio Ohidella: alle sei, erano già nel palazzo di vetro della Finmeccanica, al Parioli. A Viezzoli e Fabiani hanno esposto le linee generali di un'offerta che intende essere -migliore di quella della Ford» sul piano finanziario, e almeno pari sul piano in¬ dustriale. E, in un'ora e mezzo di colloquio con 1 responsabili della Fiat. 1 dirigenti della Finmeccanica hanno ammesso di trovarsi di fronte a una proposta nuova, diversa in almeno due o tre punti importanti rispetto alla precedente della Fiat, che avevano giudicato inadeguata; ma occorreva precisarla. Romiti e Ohidella hanno ribattuto che non potevano rendere concreta e operativa la loro proposta senza «aver accesso a tutte le informazioni necessarie». In ogni caso la proposta della Fiat sarà presto messa a punto. La Finmeccanica, in un comunicato brevissimo, invita a renderla nota «in tempi compatìbili con gli impegni presi con la Ford». Entro poco più di cinque settimane occorre che tutto sia fatto: quando la proposta Fiat sarà articolata si dovrà affrontare 11 processo di decisione, che non è breve e nemmeno chiaro nel suoi termini politici. 'Sarò lo a prendere la decisione finale» sostiene il ministro Darida, dal quale dipende l'industria a partecipazione statale; ma prima intende lasciare -ogni valutazione alla Finmeccanica e all'Alfa Romeo». Craxi, invece, ha sempre pensato che si tratti di materia da portare al più alto livello di governo. Ma prima Iri e Finmeccanica dovranno, almeno, esprimere una preferenza. L'accordo sulle procedure da adottare quando si vende una importante azienda pubblica non è stato trovato, tra i partiti della maggioran¬ za: la discussione è bloccata da mesi. L'idea avanzata ieri dal ministro del Bilancio, Romita, portare l'alternativa al governo senza alcun pare' re dell'Ili, non pare per ora trovare seguito. «£' come una bottìglia rovesciata» commenta Darida. II ministro dell'Industria, Valerio Zanone, a chiusura della giornata distribuisce un giudizio positivo ad ambedue le novità: la -proposta operativa» avanzata dalla Ford e la 'Completa disponibilità a trovare un accordo» dichiarata dalla Fiat. Il responsabile economico del psi, Enrico Manca, ripete che «a sostanziale parità di condizioni, andrebbe preferita la proposta italiana». Per i democristiani in questa fase va lasciata piena autonomia a Iri e Finmeccanica; una delegazione della Fiat, guidata da Annibaldl e Mattioli, si è incontrata ieri sera a piazza del Gesù con il vicesegretario Vincenzo Scotti. Stefano Lepri

Luoghi citati: Arese, Detroit, Iri, Roma, Torino