Bandiere italiane a Sydney

Bandiere italiane a Sydney CRESCE NELLA CULTURA IL RUOLO DEGLI IMMIGRATI Bandiere italiane a Sydney SYDNEY — Qualche cosa si sta muovendo nell'emigrazione italiana all'estero. Per rendersene conto bisogna venire quaggiù. A circa ventimila chilometri di distanza, il panorama si vede meglio. E quello che accade qui in Australia, dove gli italiani costituiscono numericamente il secondo gruppo etnico dopo quello anglosassone, può essere emblematico per il resto del mondo. Si calcola che in poco più di un secolo siano emigrati dall'Italia circa ventisei milioni di persone, la più grande diaspora di tutti 1 tempi. Questo si, afferma lo storico australiano Richard Bosworth, avrebbe potuto essere il vero impero dell'Italia, un impero basato sul lavoro e sulla collaborazione tra i popoli! In Australia, gli italiani e gli australiani di origine italiana sono poco meno di novecentomila, e costituiscono il sei per cento della popolazione totale. Benché la maggior parte sia giunta qui dopo la seconda guerra mondiale — tra cui un consistente numero di triestini e di friulani — essi occupano già posizioni di rilievo (otto parlamentari, due magistrati ed un certo numero di alti funzionari), anche se non adeguate all'importanza della comunità. Il fatto è che, come spiega Gianfranco Cresciani, un italo-australiano che ha compiuto approfonditi studi sull'emigrazione, di una vera e propria comunità italiana non si può parlare, perché anche in Australia gli italiani preferiscono il loro particolare. Sono infatti raggruppati in circa trecento associazioni, che raramente operano unitariamente. (Però mi è capitato di assistere per caso a una manifestazione di protesta contro il primo ministro Hawke per 11 suo programma di austerità che danneggia gli ur migrati, e ho visto agitare ina grande bandiera tricolore). L'occasione per una rivisitazione di questi temi è stata offerta dalla «Terza conferenza australiana sull'Italia d'oggi», organizzata dalla Frederick May Foundation for Italian Studies diretta dal prof. Gino Rizzo, e inaugurata dal ministro australiano dell'Ambiente e dei Beni Culturali, J. Carr, presente l'ambasciatore italiano Da Rln. Vi hanno partecipato circa duecento persone, tra cui molti studenti universitari di origine italiana. La conferenza, dopo la giornata inaugurale, che ha visto gli Interventi dell'ambasciatore Sergio Romàno, del professori Serra e Coglia, e del direttore delle Relazioni Culturali del ministero australiano degli Esteri, Allan Deacon, si è trasferita dall'Università di Sydney a quella di Wollongong, importante centro minerario, dove giunsero in passato gruppi di lavoratori italiani. Ambiente più che adatto per un esame comparativo dell'emigrazione italiana negli Stati Uniti, nel Canada e in Australia da parte di un nutrito gruppo di specialisti americani, canadesi, australiani. Se ne trae la sensazione che l'emigrazione italiana sale un poco dovunque non astante le difficoltà ambientali e certe discriminazioni non del tutto scomparse. Sale non solo socialmente e politicamente, ma anche culturalmente. Ed è questo, a mio parere, il dato che rende emblematico 11 caso australiano. Il prof. Spinuccl dell'Università di Verona ha messo in evidenza l'Interconnessione esistente tra la letteratura del due Paesi. Presso l'Università di Wollongong, esiste una «Associazione di scrittori italiani» che pubblica, a cura di Gaetano Rando, —i saggi e testi di autori italiani in Australia, tra cui studi sulla poesia, sulla narrativa e sul teatro italo-australiani. A scorrerne la documentazione, si avverte l'esistenza di uno stadio Intellettualmente più avanzato di quanto immaginabile, e tale da incidere sempre di più sulla vita artistica australiana. Programmi culturali in italiano vengono trasmessi quotidianamente dalle radio e dalle tv austra liane, mentre vengono pubblicati in Italiano alcuni giornali, tra cui La Fiamma e /I Globo. Segno che, pur con tutte le sue inadeguatezze, la politica del «multiculturalismo», introdotta negli Anni Settanta da Edward Whitlam, comincia a dare qualche frutto. L'immagine di un'Italia divenuta la settima potenza Industriale del mondo e che cresce in tutti i campi non poteva non influenzare quella degli italiani in Australia. Su questi temi hanno parlato, tra gli altri, i professori Asor Rosa, Zancan, De Marinis, Bodei, Battisti e l'onorevole Laura Balbo. Intanto l'Università di. Wollongong sta organizzando per il 1988 una grande conferenza sul bicentenario della comunità Italiana in Australia. Sarà l'occasione per un bilancio definitivo, il ciclo dell'emigrazione italiana in Australia si e ormai concluso. I nuovi arrivi dall'Italia sono pochissimi Enrico Serra