Il mobiliere che invidia i grandi sarti
ni QUASI un breve esame di coscienza, parallelo a quello che nel quartiere Fiera di Milano hanno esercitato i produttori italiani di mobili di fronte ad un anno riflessivo per il settore che fattura diecimila miliardi e dà lavoro a duecentomila persone. I problemi sono quelli dell'85: strutturali (ritardo nel trend delle tecnologie robotiche in fabbrica, costi delle materie prime) e congiunturali (gli Stati Uniti che comprano, ma non più come si spera; la frantumazione degli stili; la caduta dell'Illusorio parallelo Arredamento-Abbigliamento). L'interno della casa, par di capire, non è più un indicatore univoco, essenziale dello status sociale, come l'auto o appunto il vestito. O meglio: lo è soltanto per gli «emergenti., ciò che spesso fa ristagnare gli acquisti nella medletà dello standard che offre la «copia», il «d'après... ». Nel Salone dell'85 si ebbe l'impressione che, tra la mezza crisi dell'high-tech e la morte annunciata (ma mai avvenuta) di Menphis, si facesse strada un postmoderno che pescava nel vocabolario della memoria déco. E invece, polemiche a parte, la situazione s'è bloccata li, in stallò perfetto. Con qualche spunto positivo, se è vero che alcuni produttori sentono l'esigenza che la Mostra internazionale di Milano — un labirinto di cinquanta chilometri — si -trasformi in qualcosa di più selettivo. Ovvero: che si crei una qualche struttura che sappia valorizzare il lavoro delle case migliori, con un trend di ricerca-produzione davvero significativo. La rassegna milanese ha in qualche modo sottolineato la «perdita di centro» dei livelli migliori del settore. Tanto che è ormai d'obbligo presentarsi nei propri «show-room» parallelamente alla mostra, che resta peraltro 11 centro dove poi si concludono gli affari. E poi: se il visitatoreamatore si da per vinto dopo essersi perso nell'alternanza di finti barocchi e spunti post-moderni, 1 rivenditori che debbono visitare e cercare novità si debbono sobbarcare un bel tour-de-force. Ecco alcuni del motivi, i primi che vengono alla mente, che fanno invidiare ai mobilieri i colleghi della moda, per i quali tutto pare più facile: dal fatturato (pochi mobilifici superano i 30 IL kilt scozzese è uno del pochi costumi antichi nazionali, forse l'unico, che dall'epoca vittoriana ad oggi non ha mai smesso di raccogliere successi. La sua inappuntabile classicità lo eleva periodicamente a capo fondamentale di raffinati guardaroba sportivi, tanto che molte donne nei giorni più freddi a piovosi lo preferiscono ai pantaloni. «Mai disfarsi di un vecchio kilt», suggeriscono saggiamente gli inglesi, «perché prima o poi nero. Presa a fessura sullo schienale, profilo gradevole e leggero, d'impatto solido vista di fronte. E un prezzo che la dice lunga: 72 mila lire. Un omaggio storico è stato quello dedicato dalla Flexform a due architetti non dimenticati, ma «dispersi, dall'improntitudine che spazzò via il loro archivio alla chiusura dello studio milanese: Mario Asnago e Claudio Vender. Nel '39 realizzarono sedie e tavoli del Bar Moka a Milano: la Flexfc . di Meda li ripropone. P( a stupire la grazia elegante, filiforme, se paragonata a quegli anni bui. Asnago e Vender vi espressero grande libertà creativa, seppero esser moderni. La Moka (39x41x94 cm) ha la struttura in metallo verniciato, il sedile in paglia o cuoio naturale. OGNI giorno in Italia un esercito di circa duecentomila venditori bussa alla porta di milioni di famiglie per cercare di piazzare articoli di vario tipo. Quello delle vendite a domicilio è un settore in crescita, che fattura oltre duemila miliardi l'anno. Con il passare del tempo, anche le tecniche di vendita si sono affinate: il metodo che tra le aziende del settore trova sempre più consensi per l'alto indice di ritorno consiste nell'organizzare party o riunioni, che permettono di effettuare una dimostrazione pratica delle caratteristiche degli articoli davanti a un gruppo di «invitati, che sono in realtà potenziali acquirenti. La strategia è quella di trasformare un'operazione promozionale in una riunione di amiche dove, tra una tazza di tè e qualche biscotto, un venditore presenta pentole, elettrodomestici, prodotti cosmetici o altro ancora. Il risultato è scontato. Il rapporto che si instaura con 11 venditore, in genere, è molto confidenziale, e ciò stimola la curiosità dei partecipanti. Se poi la dimostrazione è arricchita da «momenti magici», quali la cottura di una bistecca senza la fiamma diretta e seri- ni Mata Hari e Re Boris sull'Orient-Express
Persone citate: Claudio Vender, Mario Asnago, Mata Hari, Meda, Re Boris
Luoghi citati: Bar Moka, Italia, Milano, Stati Uniti
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