Benito Garozzo genio e sregolatezza

bridge bridge Benito Garozzo genio e sregolatezza LA leggenda tramanda che Wilhelm Steinitz, per trent'anni invincibile campione di scacchi, giungesse a proclamare: «Potrei concedere un pedone di vantaggio anche a Dio». Qualcosa di simile (forse una surlevée) potrebbe concedere a chicchessia Benito Garozzo, già definito .el mas grande carteador del mundo». Non c'è niente che Garozzo non abbia vinto al tavolo da bridge, campionati italiani in serie, europei, tre Olimpiadi, dieci mondiali, da quel giorno — 28 marzo 1961, ore 20 — in cui in seguito a una serie di circostanze che avevano eliminato Siniscalco, Bovio, Monaco, Brogi, Bianchi e Manca, fu chiamato a far coppia con Porquet in campionato del mondo. Ha scritto Perroux nel suo «il blue team nella storia del bridge- : .La scoperta di quel grandissimo giocatore che è Benito Garozzo è stata come quella della polvere da sparo...». Vincemmo a mani basse quel mondiale. Garozzo confessò che quando aveva toccato le carte per la prima mano si era sentito «nu male acca che gli rispondeva acca». Ma già il suo primo incontro, con l'Argentina, fini 422 a 282 per noi. Giocatore nato, anche se a tempo perso s'è occupato d'un negozio o d'un commercio di preziosi e ora anche di promozione turistica per la Valtur, lascia dietro di sé uno strascico di aneddoti, un campo nel quale solo Belladonna può rivaleggiare con lui. Ecco una testimonianza diretta e autentica sull'incredibile uomo Garozzo. .Anni 60, si giocava a Modena un campionato italiano. Finito un turno serale, alle due di notte, Renato Mondolfo sfidò Garozzo a una partita di briscola. Assistetti per mezz'ora ai loro reciproci sfottò, poi a malincuore me n'andai a letto. Il mattino seguente, quando scesi verso l'una, 11 ritrovai seduti allo stesso tavolino del bar e domandai ingenuamente a che ora avessero ricominciato a giocare. Seppi cosi che l'accanita tenzone durava dalla notte precedente e fu interrotta solo verso le due, quando i contendenti furono costretti a prendere di nuovo il posto al tavolo da bridge». Scegliere una smazzata di Garozzo è come voler cogliere un verso significativo di Dante. Fra le tante, il nostro ricorda con piacere quella che ci assicurò le Olimpiadi del '64. Giocava 6 Picche, attacco Asso di Fiori, con queste carte: * AKQ9 N ♦ J1054 C A8543 n| |p V KQ 0 K 1043 U| 1 <C> Q2 + - S * J10932 Tagliato al morto l'A di Fiorì, Garozzo mosse Quadri per la Q e rimasto in presa batté K e Q di Cuori, tagliò un'altra Fiori, scartò 11 2 di Quadri sull'A di Cuori e continuò tagliando Quadri in mano e Fiori al morto, lasciando agli avversari solo l'ultima presa. Tutto facile, oggi. O no? Comunque il campione americano in sala aperta (nientemeno si trattava di Stayman) non fu cosi bravo: tagliò una Fiori di troppo prima di battere KQ di Cuori e diede il tempo a Belladonna di scartare una Cuori e cosi di tagliare poi l'A. E gli americani persero slam e Olimpiade. tolgi A. Bassi Camillo Pabis-Ticci

Luoghi citati: Argentina, Modena, Monaco