L'ambasciatore non trova lavoro lo sguattero sì

professioni professioni L'ambasciatore non trova lavoro lo sguattero sì quella del direttore di banca, assimilata e intrecciata, che lo si voglia o no, a una materia prima eternamente affascinante come il denaro; e quella del direttore di giornale, ritenuta a torto o a ragione una professione di potere e di prestigio. Al terzo posto si trovano invece le cosiddette professioni liberali, con particolare riguardo a quelle di notaio, sènza dubbio una delle più 'remunerative, e di agente di cambio; quest'ultima è anche il sintomo del successo che insieme agli exploit della Borsa godono un po' tutte le professioni di tipo finanziario. Un altro segno dei tempi è il consenso ottenuto (84,50) dalla professione dell'imprenditore, che si trova adirittura al quarto posto della scala delle preferenze, espressione di quel fenomeno che passa sotto il nome di «nuova voglia d'impresa». Nella parte alta della classifica si trovano poi, tanto per citarne alcune, professioni come quella del pilota, del primario d'ospedale, del regista e del direttore d'orchestra, consensi nutriti ottengono inoltre il direttore di biblioteca, l'at¬ tore e l'annunciatrice televisiva; mentre un punteggio di poco più alto è ottenuito dal vescovo e dal nunzio apostolico, versione religiosa del mestiere di diplomatico e ambasciatore. Meglio se intellettuale. Pur se da adottare con prudenza, l'indagine dei due ricercatori può anche servire a comprendere in che conto venga tenuto il lavoro manuale rispetto a quello cosidetto intellettuale. La classifica, nella sua parte più bassa, non lascia spazio a dubbi: tra le professioni che gli italiani amano di meno in assoluto ci sono proprio quelle che appartengono alla sfera del lavoro manuale. Infatti il minimo delle preferenze (9,97 per l'esattezza) va ai mestieri dì sguattero, di personale di fatica e di netturbino. Insieme a quelli di portiere. Più che la componente remunerativa dovrebbe essere quella del prestigio sociale a relegare nel fondo della classifica queste professioni; sempre necessaria, ma che quasi nessuno, soprattutto per alcune di esse, intende più fare (tra l'altro è proprio il fatto che siano poche le persone disponibili Ottenuto cosi l'effetto «pavonato», appoggeremo delicatamente e per pochi secondi la carta sul colorato letto di lichene, premendo leggermente: staccando il foglio potremo ammirarne la garantita bellezza. Una splendida carta dall'aspetto marmorizzato si otterrà invece senza l'aiuto del pettine. L'operazione è ripetibile numerose volte. Le possibilità creative di questa raffinata tecnica unita ad un po' di fantasia sono davvero infinite. Con la carta pavonata o marmorizzata si possono rivestire armadi d'epoca, svecchiare paralumi di seconda mano, ideare simpatici portafotografie o curiose tovagliette all'americana. Chi non si sente portato al «fai-da-te» potrà trovare eleganti oggetti realizzati da mani esperte nei negozi specializzati in lavori in carta: a Torino uno dei più noti è «Cartabella» in via Cavour 13, ma anche «Di Carta» in piazza Vittorio offre splendide creazioni. I prezzi non sono proprio stracciati, considerata la cura, il tempo e l'abilità che la realizzazione comporta. L'ultima novità è un libro mastro delle cene casalinghe: rivestito in carta pavonata bordata in pelle, le pagine in carta di Amalfi (prezzo circa sessantamila lire) offre alla padrona di casa un promemoria per l'organizzazione delle cene: data, menti, invitati. Emanuela Mlnuccl

Persone citate: Emanuela Mlnuccl, Meglio

Luoghi citati: Torino