Il Ghetto in punta al Tevere emoziona la Mostra di Venezia

D Ghetto in punta al Tevere emoziona la Mostra di Venezia D Ghetto in punta al Tevere emoziona la Mostra di Venezia BASTA scambiare quattro parole con 11 ragazzo che all'ingresso della Sinagoga perquisisce le borse (e suggerisce di coprirsi almeno le spalle), con la guida del museo annesso al Tempio e cori 11 gestore del ristorante di specialità ebraiche, per rendersi conto che, in qualche modo, non si tratta semplicemente di un usciere, di una studiosa di testimonianze sulla comunità Israelitica di Roma e di un esperto in gastronomia. Si tratta piuttosto di persone motivate che fanno queste attività con un'attenzione particolare all'ambiente del quale si sentono parte, dedite a spiegare appena capita l'uno il vero concetto di ghetto, l'altra la storia degli ebrei e il terzo i loro costumi alimentari. Da un'indagine demoscopica apparsa un anno fa sul periodico ebraico «Shalom» è risultato che gran parte dei romani non ha un'idea precisa di quanti membri conti la comunità che vive "nell'area del centro storico chiusa fra Lungotevere Cenci e alcuni vicoli adiacenti a via del Portico d'Ottavia. C'è chi è arrivato a dire 500 mila quando «con gli ultimi arrivi da Tripoli», puntualizza ancora 11 ragazzo all'entrata della Sinagoga, «siamo circa 16 mila». Cominciare la visita della piccola zona medievale proprio dalla Sinagoga e, prima ancora che questa, dalle due salette della «Mostra permanente della Comunità israelitica di Roma», permette di insinuarsi tra i vicoli e le piazzette con un bagaglio di informazioni (e di sensazioni) particolare, essenziale per chi vuole cogliere oltre le bellezze artistiche e gli aspetti pittoreschi il senso di una storia che arriva ai giorni nostri. La riproduzione della bolla di Paolo IV del 1555 è, tra quelle esposte, la più famosa. Con la sua emanazione venne istituito quello che fu ■ definito, il «serràglio, degli Ebrei» e cioè 11 ghetto più misero delle città italiane. Circondato da mura e delimitato in un'area più ristretta di quella attuale — tra 11 ponte del Quattro Capi, il Portico d'Ottavia, piazza Qiudla e il fiume — raccolse In pochi giorni 30 mila ebrei costretti a sviluppare le case in altezza e sottoterra, a non edificare più di una Sinagoga, a rientrare ogni sera al tramonto. a Sinagoga di Roma, inaugurata nel 1904, è una commistione d a vendere ogni immobile, a non svolgere lavori manuali, a commerciare solo merce usata e tessuti e a vestire in modo da essere distinguibili (gli uomini con un berretto giallo e le donne con un velo). Alcune stampe del Seicento e del Settecento mostrano immagini del Ghetto con le case ammassate a tal punto da toccare l'acqua, disegni di piazza Gludla. ora piazza delle Cinque Scole, la più importante tra le cinque allora esistenti, e scene di scherno come quella dell'ebreo fatto rotolare nella botte. Un acquarello del XIX secolo riproducente una predica coatta (ogni sabato si svolgevano nella chiesa di Sant'Angelo in Pescheria) serre a ricordare che la cosiddetta «segregazione nei Ghetto» durtr clr■ ca tre'secoli.'"• .<•>:: fittici Due date ne segnarono la fine: il 1848 durante 11 quale, sotto Fio IX i sette Ingressi vennero abbattuti, e il 1870 quando, con l'entrata delle truppe italiane a Roma e la proclamazione della città capitale d'Italia, gli ebrei furono ammessi in tutti i quartieri ottenendo piena parità di diritti con gli altri cittadini. Dopo aver smesso di esistere come luogo di restrizione e miseria. 11 Ghetto fu infine demolito nel 1885. La zona che si estendeva lungo gli argini del fiume, continuamente soggetta a inondazioni, fu completamente rasa al suolo. Inaugurata nel 1904, la Sinagoga di Roma vale una di elementi assiro-babilonesi cl'angolo, sulla porta della chiesetta di San Gregrio della Divina Pietà una iscrizione in ebraico e latino deplora l'ostinazine degli ebrei. Anche qui, come in Sant'Angelo in Pescheria, si svolsero prediche coatte. Poco più avanti, sulla de- Visita ai posti del Ghetto di Roma dove è stato girato il film «La Storia» tratto dal romanzo di Elsa Morante e in programma martedì al Festival del Lido visita più per coglierne la strana commistione di caratteristiche architettoniche (a motivi assiro-babilonesi si sommano ori e stucchi tipici dello stile dei primi del secolo), che per la particolare bellezza in sé. . L'Aron!'l'Arca Santa.riyólt'a ' a oriente dove sono conte-" nuti 1 Rotoli della Thoràh, incorniciato da sei colonne assire, e la cupola, adornata da file di grandi scaglie coloratissime alla base della quale sono dipinti tre alberi, sono gli elementi più interessanti. Lasciato l'ingresso laterale della Sinagoga sul Lun- ' gotevere e fatti pochi metri sulla sinistra, ha-inizio via del Portico d'Ottavia, la via principale del quartiere. Al- stra, addossata alle rovine del Teatro di Marcello, la casetta medievale dei Vallati è un piccolo gioiello. Restaurata perfettamente, è la sede della X Ripartizione di Antichità e BeUe Arti. Vale la pena di passare sotto 11 minuscolo portico ed on motivi del primo Novecento è d entrare nell'atrio per dare un'occhiata almeno alla scala interna: illuminata da finestre con i vetri centlnati è di legno massiccio. Due passi ancora e l'angolo del «Ghetto» più fotografato dai turisti e più amato dai romani affezionati al- luoghi pittoreschi ma discreti della loro città, è 11. A pochi metri dalle tre alte ed eleganti colonne del Tempio di Apollo Sosiano, nel recinto di rovine del Teatro di Marcello (11 a.C), 11 Portico d'Ottavia risale al 23 a.C. quando Augusto lo fece edificare In onore di sua sorella Ottavia. Il propileo d'ingresso con due colonne corinzie all'esterno e tre all'interno, sovrastato da un grande frontone, è l'unico elemento rimasto del monumentale edificio. ■ ; L'arco'medievale inserito i al posto di due colonne elle minacciano di cadere e profondo a tal punto da racchiudere la chiesa di Sant'Angelo in Pescheria, è senz'altro il paesaggio più suggestivo del centro storico. Una curiosità: la cosiddetta «pietra del pesce» alla sua destra è un ricordo del tempo In cui di fronte alla chiesa si svolgeva 11 mercato del pesce e alle autorità municipali dovevano essere riservati tutti gli animali

Persone citate: Arca Santa, Elsa Morante, Paolo Iv

Luoghi citati: Italia, Roma, Tripoli, Venezia