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Una clinica per le foche avvelenate dall'industria Una clinica per le foche avvelenate dall'industria OGNI anno il famoso Zeehondencreche di Pieterburen, nel nord dell'Olanda, ospita da 80 a 90 foche. Si tratta di un «asilo» fondato nel 1971 da Lenie't Hart e sostenuto da finanziamenti privati con lo scopo di curare e di rimettere in libertà gli esemplari trovati malati Gli animali ricoverati al centro di Pieterburen sono per lo più giovani di età inferiore a un anno, appartenenti alla specie Phoca vitulxna (foca comune) e Halichoerus grypus (foca grigia). Ogni tanto, ma molto di rado, viene ospitata anche qualche Fusa hispida Un tempo numerosissime, le.foche stanno quasi scomparendo dal Waddensee: rimangono circa 700' esemplari. La causa principale è l'inquinamento, soprattutto quello dei policlorodifenili portati in mare dal Reno. Queste sostanze non biodegradabili riducono la fertilità (non più di 200 nascite all'anno) e indeboliscono l'organismo dei piccoli che rimangono più facilmente vittime di infezioni all'apparato respiratorio. Tutti, pescatori, marina militare, bambini, velisti non solo dell'Olanda ma anche della Danimarca e della Germania, collaborano con entusiasmo segnalando tempestivamente al centro il ritrovamento di una foca malata. Una volta arrivato al centro, l'animale viene sottoposto a una serie di attenti esami per identificare il tipo di virus che lo ha colpito. Le vasche che ospitano le foche sono tenute impeccabilmente. Ogni paziente ha la sua dieta e le sue medicine. Normalmente le foche vengono rilasciate dopo un periodo che varia da due a sei mesi Gli sforzi di Lenie't Hart e dei suol collaboratori sono coronati da successo nel 70 per cento dei casi. Presto la tenace fondatrice dell'asilo di Pieterburen verrà in Italia per fornire la sua esperienza all'Istituto Tethys, Incaricato dal ministero dell'Agricoltura e Foreste di verificare la possibilità di reintrodurre la Foca mona^ ca nei mari italiani. Maia Beltrame L'inquinamento at