Otto lingue in un dischetto

Il primo dizionario per tradurre con il computer Il primo dizionario per tradurre con il computer Otto lingue in un dischetto Una inchiesta sul «lavoro dello scrittore» pubblicata dalla rivista «Il Cavallo di Troia» Che cosa vorrebbe aver scritto? Tutti i libri altrui BOLOGNA — Un dischetto con 12 centimetri di diametro che contiene 35 milioni di parole, otto interi dizionari di otto lingue, consultabili con il computer. E' la novità più avanguardistica prodotta dall'editoria mondiale, con un lavoro di dodici mesi: il compact-disc multilingue, che può dare, in un secondo, tutte le informazioni su una parola, o su un significato, dall'italiano come dal giapponese, dal cinese o dal tedesco; sempre passando attraverso una lingua base a tutte le altre, che è l'inglese. L'idea, nata lo scorso anno alla Fiera di Francoforte, è stata realizzata in tempi brevissimi: e il primo esempio potrà essere presentato per l'apertura della nuova Fiera, martedì prossimo. Si sono associati in otto, tutti specializzati nelle edizioni di opere lessicografiche. La giapponese Sansyusya, che ha preso l'iniziativa, l'altra giapponese Gendal (per il lessico cinese), la spagnola Gsr, l'olandese Wolters-Noordhoff, la tedesca Brandstetter, la Harrap inglese e la Harrap francese e, per l'Italia, la Zenichelli. La casa di Bologna ha contribuito con una delle opere più consistenti, fra le otto. Nel compact-disc è entrato, per intero, il dizionario italiano-inglese e inglese-italiano di Giuseppe Ragazzini. UMBERTO Eco, l'autore del fortunato 'Il nome della rosa», ha cominciato a scrivere «a cinque anni e mezzo» e, già pensando al suo futuro di semiologo, scriveva •aste». Anche Arbasino ha iniziato »da piccino»; poi smettendo e ricominciando. L'autore de» La camera da letto», Attilio Bertolucci, ricorda di aver esordito in poesia 'fra gli-otto e i nove anni, in collegio. Non le firmavo, le portavo di nascosto sul davanzale della stanza del maestro, fingendo dentro di me che sembrassero portate su quel freddo marmo dal vento». Sulla rivista U cavallo di Troia, che uscirà fra pochi giorni, in una nuova veste, dall'editore Lubrina di Bergamo, gli scrittori italiani si confessano. Accogliendo l'invito della redazione, ■ che desiderava 'identificare lo scrittore come uomo che lavora a un suo progetto» e -capire il segreto della scrittura osservando gli scrittori che lavorano». Eco, Arbasino, Bernari, Bufalino, Cerami, Fratini, Pontiggia, Sanguinea, Scialoja, Gramigna, Tabacchi e tanti altri hanno deciso di rispondere ad un questionario sul 'lavoro dello scrittore: comunque, inutile"», e Luigi Malerba: *Un corpo estraneo»; Gesualdo Bufalino: »Se penso a me dico subito: un'escrescenza, un neo». A controcanto delle risposte sul mestiere dello scrittore U cavallo di Troia pubblica dichiarazioni e ragionamenti di narratori del passato, da Artaud a Balzac, da Campana a Breton, da D'Annunzio a Gombrowicz, mettendo in evidenza l'aspetto del laboratorio, dello spazio artigianale, dalle matite alla carta, al colore dell'inchiostro, al perimetro del tavolo di lavoro, ma senza tralasciare l'aspetto più mentale, creativo, quello che vede uniti 'progetto» e 'ispirazione». C'è in questo numero della rivista il tentativo di ricostruire, tra il serio e lo scherzoso, come è poi lo stile del -Cavallo», animato nella sua direzione da Malerba a Giuliani, da Dossena a Guglielmi, da Porta a Mauri, una mappa dei mille piccoli e meno piccoli segreti che fanno una poesia, un romanzo. Con cautela, comunque, perché la -letteratura è sempre una menzogna» e gli scrittori hanno spesso un naso da Pinocchio. disc 600 mila lire. Lo potranno usare, sulle prime, solo gli specialisti, i traduttori di professione, gli istituti di studio. Soprattutto, bisognerà vedere, fra tre giorni, i risultati dei primi esperimenti. Per ora conta il principio, l'avere preso l'iniziativa, dicono alla Zanichelli. E domani? Lo chiediamo a Lorenzo Enriquez, amministratore e vicepresidente della casa bolognese: «Le prospettive sono grosse — ci risponde — per un futuro lontano. Nell'immediato contiamo di continuare a vendere libri. Chi vuole un libro non credo lo vada a cercare su dischetto, oggi». Negli Stati Uniti è già disponibile, con questo sistema, per i ricercatori, l'intera letteratura greca. Ma nessuno prende il compact disc per leggere Euripide. Che cosa succederà, in quel 'futuro lontano», non si può dire. Fra dieci anni, forse, molte cose cambieranno: «Per me è una rivoluzione. Se il nuovo mezzo si rivelasse superiore, punteremmo su quello», avverte Enriques. I verbi sono tutti al condizionale. All'indicativo presente parlano i numeri: «Di questi dischetti ne abbiamo prodotti duecento, per il mercato italiano; contro i centomila Zingare Ili, i cinquantamila Ragazzini, che stampiamo ogni anno». / numeri sono sempre per il libro, g. c. Come funzionerà il nuovo sistema? Per procedere ci vuole un computer, più un 'lettore ottico», più il dischetto. Premendo i pulsanti sulla tastiera del computer si dice quale dizionario si vuole interrogare, quale sezione, quale lemma. La traduzione appare sul video in cinque lingue: con la parola, c'è tutta la fraseologia relativa. L'invenzione è iportante ma, al momento, ancora costosa; è un giocattolo per pochi, sofisticati giocatori. A parte il computer, il lettore ottico oggi costa tre milioni, il compact- rosa; una rendita anche da postumo». Per Arbasino, invece: -La carne, la morte e il diavolo» di Mario Praz e 'Ossi di seppia» di Eugenio Montale. Per Eco invece i libri sono 'tutti. Poi avrei deciso quali non pubblicare». Sorprendentemente lo scrittore contemporaneo che desta meno invidie e raccoglie più attenzioni è Gadda. Alla domanda: 'Come consideri lo scrittore nella società contemporanea», le risposte tradiscono una certa amarezza e sfiducia. Bertolucci: 'Lo considero come il vescovo di Parma, circa il 1348, considerava Francesco Petrarca, in qualità di canonico distaccato presso il Vescovado stesso. Lo rivela una nota di servizio lapidaria: "Quasi sempre assente e, Disegno di Steinberg Le domande, oltre a quella -quando e come hai cominciato a scrivere?», riguardavano l'attività parallela svolta, il tempo dedicato alla scrittura, il libro scritto ritenuto più significativo, l'opera di un collega che lo scrittore avrebbe voluto portasse il proprio nome, il peso che il narratore ha nella società attuale. Per Valentino Zeichen, alla domanda, -quale romanzo di un collega avrebbe voluto scrivere», la risposta i: -Il nome della Nico Orengo Disegno di P. Cuniberti

Luoghi citati: Bergamo, Bologna, Campana, Dossena, Francoforte, Italia, Stati Uniti