Dodici preludi e fughe per due chitarre all'ombra del grande Bach di Massimo Mila

Dodici preludi e fughe per due chitarre all'ombra del grande Bach Dodici preludi e fughe per due chitarre all'ombra del grande Bach in varie lingue: inglese (da Shakespeare, da Shelley, dalla Barretl Browning), tedesco (Heine), francese (poeti della Pleiade e Irammenti di Proust), latino (Orazio). In spagnolo aveva musicato per coro e organo poesie di Garda Lorca. L'idea di dotare un duo di chitarre d'un corpus imponente, esemplato sul Clavicembalo ben temperato, certamente veniva incontro al suo umorismo, ma d'altra parte non tu presa alla leggera. La cul¬ tura musicale di Castelnuovo Tedesco non era inferiore alla sua invidiabile cultura letteraria e la serietà di Pizzelti non gli taceva difetto per quanto riguarda la padronanza del mestiere musicale. Amava lo scherzo (scrisse una volta un foxtrot sulle due note che compongono il mio cognome), ma lo scherzo fatto a regola d'arte. Due giovani chitarristi vercellesi, allievi dell'emerito maestro Guardino, si sono accinti all'impresa di incidere i ventiquattro Preludi e Fughe delle Guilares bien tempérées. Sono i» a metà del cammino: i due dischi finora usciti ne recano dodici. Sono composizioni attraenti, gradevoli, e d'invenzione quasi sempre concreta, reale. Le prime tre recano tortissima l'impronta spagnola. Il primo Preludio, in sol minore, isola una battuta dall'introduzione de La rida breve di Manuel de Falla e la rigira in una ripetizione ossessiva. Anche la Fuga è di colore spagnoleggiatile e cosi il Preludio seguente, in re maggiore, vivacissimo, di carattere quasi teatrale. Generalmente i Preludi sono libere fantasie melodiche. Talvolta sono cosi anche le Fughe (la quarta, in mi maggiore, ha" un soggetto vivacissimo quasi di canzonetta), tal'altra invece sono seriose e puntigliosamente impegnate nel contrappunto (la sesta, in fa diesis maggiore, ha un soggetlo ben marcato, severo). Scherzo? Poco credibile uno scherzo che si prolunga per la durata di ventiquattro Preludi e Fughe. E a.me par di vederlo, il caro Castelnuovo. in America, mentre si avvilisce a rifornire di musica, spesso firmata da altri, i technicolor di Hollywood, rifugiarsi, nelle chitarre ben temperate di Presti e Lagoya. e all'ombra del grande Bach ricercare un contano con la sua civiltà antica di europeo e d'ebreo. L'interpretazione di Alberto Bocchino e Antonio Ghidoni mi sembra che serva bene le intenzioni del compositore. L'arpeggio, naturalmente, e la Ancbeìacollana possibilità della chitarra di emettere note ribattute a una velocità quale probabilmente nessun altro strumento possiede, sono i mezzi strumentali di cui Castelnuovo si vale abilmente. Il tallo che le chitarre siano due gli serve, anzitutto, per conseguire un ragguardevole volume di suono (a cui si aggiungono, ogni tanto, effetti ("umoristici di uso percussivo dello strumento). Ma soprattutto, la duplice fonte sonora consente di impostare un discorso polilonico di considerevole consistenza. Ce da augurare che la coraggiosa iniziativa, ora a metà strada, riesca a giungere al termine, ed abbia magari l'effetto c"i richiamare l'attenzione su altre pagine di Castelnuovo Tedesco, in particolare sopra quel genere ormai scomparso della lirica per canto e pianoforte, che nei primi decenni del rinnovamento musicale italiano si sostituì alla romanza ottocentesca di Tosti. Donaudy e Leoncavallo. nobilitandola, e riusci ad affermare una sua pallida fisionomia tra la melodie francese e il Lied romantico. In questo campo la fecondità un po' incontrollata di Castelnuovo Tedesco diede le sue migliori prove e nello slesso tempo esse sono i migliori risultati artistici che quell'effimero genere musicale abbia prodotlo. Massimo Mila Mario Castelnuovo Tedesco: «Les guitares bien tempérées». Duo Alberto Bocchino-Antonio Ghidoni. Lira L.B.L.P. economica «Classics»

Luoghi citati: America, Castelnuovo, Hollywood