Fra pace, amore e prateria Denver cavalca fino al Cremlino
Fra pace, amore e prateria Denver cavalca fino al Cremlino Fra pace, amore e prateria Denver cavalca fino al Cremlino pre provato gratitudine nel vivere in una terra di libertà / Ho lasciato mio Vietnam '/ ci sòrio quattro generazioni di sangue in questa prateria / Perchéfabbrichiamo queste armi / perché teniamo accesa questa macchina da guerra?». E ancora: «Avevo.un figlio e mio figlio era soldato / Lui era cosi simile a mio padre e cosi simile a me / Aveva affidato il suo futuro alla rivoluzione / la sua vita per la battaglia ■ del giusto che non è vinto / Per questo egli non vive, ha vissuto fino alla punta di una pistola / Ricordo i 900 giorni di Stalingrado / la voce dei moribondi, le ferite del gelo / Ricordo quei momenti in cui pregavo di non diventare vecchio». Lo ascoltassero Reagan e tutto il Politburo. Un altro brano, «Flying for me», è dedicato con commozione all'equipaggio del Challenger scoppiato in volo e a tutta la Nasa. Ma questi sono i brani meno riusciti del disco. Nonostante il molto effetto, l'indubbia sincerità, sewbr&n$Jroppo costi 'u- aitasi forcati; "come inno. Meglio sema dubbio «Hey there, Mr. Lonely Heart» (scritto per l'Unicef), tipica ballata dal pedigree irlandese, o «Love again», dolce lento in cui l'originale stile di Denver scorre come un ruscello di montagna. Ma anche «I remember you» degna di Nashville, il rocketto «Along for the ride». Il gioiellino è proprio la canzone che dà il titolo a tutto l'album: un inconsueto e delicato reggae dai tacchetti orientali. Non a caso sono i versi più vicini alla mentalità francescana di Denver: «Non voglio vivere a New York, uomo / non voglio vivere a Tokyo / Voglio restare nel mio villaggio, uomo / Lavorare in pace per vivere in libertà / Guardare ma non vedere mai una pistola». Alessandro Rosa John • Denver: «One worid», Rea. erità, bbio Per il rock e la canzone d'autore non è solo tempo di manifestazioni benefiche, ma ora anche di cultura: è in avanzato stato di realizzazione un progetto discografico che vuole commemorare il cinquantenario della morte del poeta Garda Lorca. L'iniziativa, promossa dalla Cbs, ha già coinvolto numerose personalità musicali come Léonard Cohen. Donovan. Moustaki e altri. Questi artisti offriranno ritmi e melodie ai versi di Garda Lorca. Fra tanti nomi stranieri almeno uno e italiano: Angelo Branduardi, che cosi passa dalle Uriche irlandesi di Yeats alle poesie spagnole. Branduardi musicherà ■Grido a Roma», tratto dalla raccolta «Poeta a New York». Non ci sono sicure previsioni di uscita del disco sul mercato, ma non è escluso che possa essere una stri ina di fine anno. chetta milanese di jazz stroso e brillante trombettista Pino Minafra. Ma la fase in cui la Splasc(h) Records decide d'imporsi all'attenzione internazionale è recentissima: fra l'aprile e il maggio di quest'anno vengono registrati altri quattro long playing che i giornalisti hanno già ascoltato ir anteprima, ma che i negozi ricevono in questi giorni. Ancora una volta le scelte confermano l'attenzione con cui Spagnoli segue le vicende del jazz italiano: in «Sharp blues» è fissata la musica del Matt Jazz Qulntet la cui eminenza grigia è il pianista Luca Flores, mentre alla batteria siede Gianni Cazzola; «Inner voices» costituisce un ulteriore passo avanti di Paolo Fresu che ospita 11 sassofonista David Llebman; «Samadhi» presenta il quartetto del sassofonista Roberto Ottaviano e del pianista Arrigo Cappelletti; «Waxing on», al quale si è già accennato, sottolinea le doti di vibrafonista, compositore e direttore di Daniele DI Gregorio, uno dei nostri migliori artisti giovani. Cosi com'è, il catalogo è degno della più viva considerazione. Ma fervono ulteriori progetti di espansione, con particolare riguardo alle registrazioni dal vivo. fay
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