Com'è dura l'America per l'inglese ingenuo

Com'è dura l'America per l'inglese ingenuo Com'è dura l'America per l'inglese ingenuo . Ol I impara un mucchio di cose, all'estero. Gli stranieri sono gente buffa». Sono parole pronunciate — impudenza! — da un inglese in un memorabile romanzo di Anthony Powell, e rivolte al protagonista al momento della partenza per un operettistico Paese baltico. Ma andrebbero benissimo anche per il protagonista di Stelle e strisce, (2 romanzo di William Boyd pubblicato in Italia da Mondadori. Quarantanni, divorziato, ex professore, critico d'arte attualmente impiegato presso la casa d'aste newyorkese, Mulholland & Melhuish grazie alla sua reputazione di «uomo degli impressionisti», Henderson Dores è venuto in America con l'intento di sfuggire alla propria personale timidezza e alla più generale -sordidezza europea-. La schietta energia della sua imprevedibile amante, Irene, personificazione certa, per lui, delle qualità più significative del Paese, dovrebbe aiutarlo in questo. Per la verità, tenere in pugno questa donna non priva di carattere potrebbe già essere al di sopra delle sue forge. Per di più, Henderson medita di riappacificarsi con Melissa, la ragazza americana che è stata sua moglie, per non molto, in Inghilterra. Melissa pone come condizione a Henderson, per risposarlo, che la figlia Bryant, avuta da un secondo matrimonio, «impari ad amarlo come un padre». E questa potrebbe sembrare una richiesta ragionevole a chi non conoscesse l'indocile fanciulla... Anche l'incarico affidatogli dalla Mulholland & Melhuish, di scendere al Sud per ottenere un'opzione sulla collezione di impressionisti di un vecchio miliona¬ rio, sembra a prima vista un compito interessante e persin piacevole: una bella, comoda gita in macchina verso i miti, assolati Stati del Meridione... Eppure precipiterà Henderson Dores, innocente europeo all'estero, nell'avventura più sconvolgente della sua vita. Un'avventura che gli insegnerà, tra le altre cose, a non metter piede senza le debite precauzioni in una isolata casa di campagna georgiana, abitata da una famiglia affetta da una intera gamma di disturbi mentali, e in qualche suo esponente da una schietta inclinazione alla violenza. Un'avventura che si concluderà non sorprendentemente con Henderson in fuga dalla Georgia, e poi di nuovo in fuga per le strade di New York, inseguito da due gangster e vestito unicamente di una scatola di cartone d'una pregiata marca di assorbenti igienici (ecco dove va a finire la «splendente Igiene del Nuovo Mondo...»). Eh, si, ha proprio un mucchio di cose da imparare, il dotto Henderson Dores, picaro timido, riluttante, con la sua continua nostalgia di biblioteche, di inutili ricerche in cui seppellirsi per uno o due decenni. Ma imparare è duro, per il fragile europeo: è quasi letale. L'America? Ah, l'America sarà tonificante per altri, non per lui.-La vita, là «sta in agguato come un bandito in attesa che tu passi». E cosi il suo privato sogno americano si spezza, mentre esce ancora fuggendo dall'ultima pagina di q'testo romanzo ai intensa e quasi sconsolata comicità. Luigi Brioschi William Boyd, Stelle e strisce. Traduzione di Marco e Dida Paggi. Mondadori. 286 pagine, 20.000 lire.

Luoghi citati: America, Georgia, Inghilterra, Italia, Melissa, Mondadori, New York