Hanno esordito così

Hanno Hanno esordito così UN mondo popolato di scrittori più che di lettori. Sembra questo il destino futuro della letteratura, un fiume di carta stampata che neppure con gli occhi di Argo si riuscirebbe a catturare. E' una considerazione suscitata dal saggio-inchiesta i7 romanzo d'esordio tra immaginario e mercato di Cristina Benussi e Giulio Lughi. I due autori hanno inviato un questionario a scrittori italiani che hanno pubblicato 11 loro primo romanzo tra il 1975 e 11 1983. Dei 106 consultati, hanno risposto in 80 ad una articolata serie di domande riguardanti le motivazioni alla scrittura, l'influenza dei modelli letterari, le scelte tematiche e stilistiche, 1 rapporti con l'industria culturale e le case editrici, l'incidenza di altre forme espressive come il cinema e il fumetto. Stando alle loro dichiarazioni, gli esordienti sembrano interessati alla fama futura più che al successo immediato, rifiutano le compromissioni con l'industria culturale (anche se più di metà hanno pubblicato presso grandi editori senza alcuna richiesta di modifiche al testo), rivelano fastidio e scarsa attenzione per il romanzo italiano e prediligono modelli stranieri. Le loro preferenze vanno a Conrad (14 presenze), seguito da Kafka, Mann, Dostoevskij e Proust. Tra gli italiani il più citato è Gadda, con Svevo e Calvino a ruota. L'indagine, che corre talvòlta il rischio di mettere sullo stesso piano autori noti, da Tabucchi a Eco a Bufallno, e nomi sconosciuti, è densa di sollecitazioni e interrogativi e individua la linea dominante del romanzo d'esordio nella tendenza autobiografica, nell'ottica del privato, nell'interesse per i problemi dell'io. Massimo Romano Cristina Benussi e Giulio Lughi, «Il romanzo d'esordio tra immaginario e mercato», Marsilio, 201 pagine, 20.000 lire. ere», il primo romanzo della Lehmann