Gutierrez e i poveri di Vittorio Messori

Gutierrez e ipoveri Gutierrez e ipoveri Padre Curran e l'amore Il piccolo prete indio della Liberazione, chmondo - Non è sott CITTA DEL VATICANO — Un piccolo prete indio, un po' claudicante, gli occhi nascosti dietro spessi occhiali. E' il padre della Teologia della Liberazione. Gustavo Gutierrez, un sacerdote peruviano che ha studiato in Francia, è all'origine del movimento di studio che più ha attirato in questi anni l'attenzione, preoccupata, solidale o semplicemente ricca di interesse, della Chiesa cattolica mondiale. Apparèntemente, non è sotto inchiesta da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma di sicuro sul suo lavoro ha indagato, nell'83, una commissione dottrinale del suo Paese; e sui risultati della sua elaborazione si è svolta, nell'aprile dell'84, una singolare battaglia fra vescovi peruviani e Congregazione per la Dottrina della Fede. L'intervento del Papa ha evitato condanne, spaccature e polemiche. E ha marcato il primo segnale non di condanna da parte di Giovanni Paolo il nei confronti della Teologia della Liberazione. Gustavo Gutierrez ha studiato teologia in Francia. E' tornato nel suo Paese, e ha assunto l'incarico di professore di teologia all'università di Lima, oltre a quello di assistente ecclesiastico nell'associazione degli studenti. A quanto afferma, è rimasto colpito da una frase di Giovanni XXIII: .Chiesa dei poveri.. Un'impressione che si rafforzò ulteriormente nel 1968, quando l'assemblea E' il più noto dei teologi morali nordamericani divisi tra le rigide regole pontifìcie e quelle permissive della società «liberal » ha ideato la Teologia e suscita interesse nel o inchiesta, tuttavia... Ci è già capitato di scrivere che la lotta di padre Charles Curran, il moralista in rotta di collisione con Roma, si può ben capire. Dalla memoria, riemergono flash di un soggiorno recente in quel Canada che, quanto a spericolatezza religiosa, anticipa gii stessi Stati Uniti Una sera ci trovammo a cena in un seminario. Il quale consisteva in un appartamento, con ur. gran va e vieni di candidati al sacerdozio e di ragazze nei corridoi e nelle stanze. Ci fu spiegato che la tendenza attuale è di ospitare insieme tutti coloro che si preparano a diventare .operatori di pastorale.: maschi e femmine a porta a porta, ad evitare discriminazioni sessiste. Altrove, incrociammo dibattiti, talvolta nelle chiese concesse dai vescovi, di quella influente lobby che è la «Lega delle suore lesbiche e dei preti omolili.. Visitammo librerie cattoliche con in vetrina titoli del tipo La suora e l'invidia del pene Aborto come diritto civile. Il religioso nella guerriglia armata. Sapemmo come procedeva l'esperienza di quei conventi dove, elimi nate croci e immagini di madon ne e santi, anche la recita dei salmi era sostituita da pratiche zen e yoga sotto la guida di guru asiatici. Avemmo conferma del ruolo crescente, per le case religiose, dello psicoanalista di fiducia (non di rado dichiaratamente ateo), con potere di giudicare della validità della vocazione di tutti e di riorganizzare la regola in modo «non alienante». Certo non tutto il Nordamerica è cosi. Anzi, nella base cattolica, sorgono ora tra i laici movi menti che contrastano le fughe in avanti di parte della corporazione clericale. E* comunque innegabile che. nel clima americano, quella prospettiva cattolica che Roma continua a proporre appare spesso un corpo estraneo, uno scandalo che urta contro tutto ciò che è considerato normale e ovvio. L'improponibilità coinvolge soprattutto la disciplina di cui Curran è do- del vescovi latino americani, a Medellin, in Colombia pose i fondamenti pastorali della Teologia della Liberazione. Fu proprio Gutierrez a creare, nel 1971, una prima sintesi della Teologia della Liberazione. E a impostare un collegamento che sarebbe poi divenuto la chiave di volta di decine di interpretazioni e «letture» diverse: queUo della Liberazione del popolo oppresso dell'America latina all'esodo biblico, il rapporto fra il cristiano del sub continente e l'israelita in cerca della sua terra e della sua liberta, non solo spirituale nu anche fisica e temporale, «nella storia» del mondo, non solamente nell'aldilà. Nel 1971 veniva pubblicato quello che si può considerare un manifesto programmatico, nel suo libro Teologia de la Liberacion. Un'opera che gli è valsa 11 titolo di ««padre- di questa teologia, e naturalmente il sospetto, o l'avversione delle correnti ecclesiali ad essa contrarie. La sua prudenza, e l'appoggio della maggioranza dell'episcopato peruviano gli hanno evitato, finora, di avere seri problemi con Roma. Un appoggio manifestato soprattutto nell'aprile '84, quando i vescovi del Paese vennero invitati a discutere sulla Teologia della Liberazione dal card. Ratzinger. C'era chi voleva e propose condanne; ma questa tesi non passò. E Gutierrez, che seguiva a Roma i lavori, se ne tornò sollevato a Lima. m. tos. cente: la teologia morale Gli uomini di Chiesa subiscono un drammatico aut-aut: o il dissenso con il Papa o il dissenso con la società liberal. Padre Curran non è che il più noto dei molti che hanno scelto il dissenso con quella che. secondo loro, non è che .l'anacronistica teologia romana, e che per la Congregazione per la fede è invece l'etica cristiana perenne. Non compete certo a noi impancarci a giudici dell'ortodossia e della coscienza altrui. Più volte ci siamo detti convinti della buona fede e della tensione missionaria di uomini come il moralista di Washington che. pur a rischio di gravi abbagli, vanno alla ricerca di vie ancora praticabili per riproporre il Vangelo agli uomini di oggi. Crediamo però che il terreno del confronto vada sgombrato da un paio d'equivoci. Innanzitutto, ribadito il rispetto per posizioni alla Curran. va però detto che non è lecito definirle «anti-contormiste». come spesso le dicono giornali e tv. Chi conosce la situazione dell'Occidente e della Chiesa, sa che Tanti-conformismo rispetto alla mentalità dominante è semmai dalla parte di Giovanni Paolo II e del suo ferrigno custode bavarese dell'ortodossia. Del resto, è lo stesso Curran a ripetere che le sue tesi morali sono «conformi» ai desideri della maggioranza, cosi come sono rilevati dai sondaggi d'opinione. Altro equivoco è che si tratti di posizióni «progressiste.. Valide o no che siano, sono storicamente e oggettivamente «regressiste», «passatiste», proponendo il ritorno a quel passato pagano su cui la Chiesa sembrò trionfare un sedici secoli fa. Un libro archeologico recente elenca almeno cinquanta mezzi usati dagli antichi per la contraccezione: l'omosessualità era corrente ed esaltata da poeti e filosofi; le tecniche abortive erano discusse nelle accademie mediche e legalmente impiegate su vastissima scala; vecchi e invalidi erano esortati al suicidio e non mancavano costituzioni che prevedevano l'eutanasia di Stato; la «prova» sessuale prima del matrimonio era nel costume di molti popoli; il divorzio non era un problema. Naturalmente, il fatto che le tesi alla Curran non siano né ■anti-conformiste» né «progressiste» non significa nulla sulla loro eventuale validità. Tutto è possibile: anche che ci si dimostri che le maggioranze post-cristiane e le culture pre-cristiane abbiano o avessero ragione. Ma perché la discussione sia proficua è però necessario eliminare etichette fuorviami. Vittorio Messori