Peres incontra Shevardnadze

Peres incontra Shevardnadze Peres incontra Shevardnadze TEL AVIV — Il premier Peres ha rinviato di 24 ore il suo rientro in Israele per incontrare, oggi a New York, il ministro degli Esteri sovietico Edward Shevardnadze. A Tel Aviv sì attribuisce molta importanza a questo colloquio: è il primo appuntamento al vertice dopo le trattative di Helsinki del 18 agosto che, se non hanno dato risultati concreti, sono almeno il segno di un interessamento di entrambe le parti a ristabilire i contatti. Per di più, la proposta di una conferenza internazionale per il Medio Oriente, rilanciata da Mubarak durante il vertice con Peres, ed ostacolata dalle destre in Israele, conferisce particolare interesse ai rapporti tra Tel Aviv e Mosca. Il ministro degli Esteri, Itzhak Shamir, atteso nelle prossime ore negli Stati Uniti per l'Assemblea delle Nazioni Unite, ha un ricco programma di incontri con gli esponenti della diplomazia di molti Paesi, parte dei quali non hanno relazioni diplomatiche con Gerusalemme. Tra i 25 colloqui che sono stati fissati a New York, da sottolineare quelli con ì ministri degli Esteri della Germania Orientale, della Polonia, dell'Ungheria e della Romania. E ancora quelli col capo della diplomazia egiziana Esmat Alfredo Venturi Gustosi episodi in Australia alla vigilia della Coppa America di vela Abdel-Meguid, con i rappresentanti di diversi Stati africani e con i ministri degli Esteri dell'Italia, della Francia, della Germania Occidentale. Tra poche settimane, infatti, per gii accordi di rotazione, Shamir diventerà capo del governo.- Un altro tema che occupa la diplomazia israeliana è quello delle truppe dell'Onu al confine tra Israele e il Libano. Vasta eco hanno suscitato le parole del segretario dell'Onu Peres de Cuellar, al Consiglio di Sicurezza, secondo cui la presenza di Israele nel Sud del Libano è responsabile della grave crisi dell'Unifil. Esponenti israeliani hanno ripetutamente affermato che Gerusalemme intende mantenere la sua presenza nel Sud del Libano per ragioni di sicurezza e il ministro della Difesa, Itzhak Rabin, appoggiato dal capo di Stato maggiore dell'esercito, ha dichiarato ieri mattina che Israele reagirà se continueranno le calunnie e peggio gli attacchi lungo la frontiera Nord, aggiungendo che Gerusalemme non è contraria alla presenza dei caschi blu dell'Onu, ma nelle posizioni dove si trovano da anni e non più a Sud. Sfiorata la trage Giorgio Romano dia, Tanno scorso vi f