Più autonomia per le scuole di Giovanni Bechelloni

Novità del ministro Falcucci Novità del ministro Falcucci Più autonomìa per le scuole Pronto un disegno in un incontro della Smorzatesi le polemiche d'agosto l'azienda scuola, la più grande del Paese, sta gradualmente rimettendosi in moto. Siamo alle prime battute e già ci si prepara, in sede governativa, a introdurre novità che possano assecondare quel movimento diffuso di aggiustamento alle più impegnative esigenze del mondo produttivo e delle professioni, che alcuni osservatori e studiosi del nostro sistema scolastico hanno ripetutamente messo in luce. La nuova parola chiave che sta riscuotendo sempre maggiori consensi è: autonomia; maggiore autonomia dei singoli istituti e diversa configurazione del potere centralo, che dovrebbe accentuare le sue funzioni ispettive e di coordinamento per delegare verso la periferia le funzioni di gestione. Va in questa direzione un disegno di legge che il ministro Falcucci sta per presentare in Parlamento e che prevede l'attribuzione della personalità giuridica alle singole scuole. Lo ha annunciato il neo sottosegretario alla Pubblica Istruzione, senatore Covato, nel corso di un interessante e vivace incontro di studio tenutosi a Roma nell'intera giornata di venerd) scorso presso la Sala assemblee dell'Associazione bancaria italiana. L'incontro era organizzato dalla Fondazione Agnelli per presentare I risultati di una ricerca commissionata dalla stessa Fondazione al Clas di Milano sul modello organizzativo della scuola italiana e sulle sue maggiori differenze o anomalie rispetto al modelli di cinque Paesi europei. Hanno partecipato all'incontro I presidenti delle commissioni Istruzione della Camera (Casati) e del Senato (Valitutli), rappresentanti di partiti e sindacati, illustri studiosi (Gozzer, Pedrazzi, Benadusi, Allulli). Marcello Pacini, direttore della Fondazione, ha introdotto e presieduto i lavori mettendo In luce l'esigenza che la scuola italiana si metta In condizione di rispondere alle sempre nuove domande di formazione, avanzata e flessibile, che il Paese esprime. Luisa Rlbolzi, coordinatrice delia ricerca, ha presentato cpn efficacia le conclusioni del lavoro svolto ponendo con forza l'esigenza di un cambiamento del modello organizzativo della scuola Italiana all'insegna della deburocratizzazione, del decentramento e dell'autonomia. Particolarmente apprezzate sono state le analisi volte a modificare lo statuto giuridico degli insegnanti nella direzione di fare dell'operatore scolastico un professionista competente piuttosto che un burocrate prigioniero di regolamenti e prassi talora avvilenti. Il clima generale della discussione era improntato a un moderato ottimismo sulla possibilità d'introdurre nella scuola italiana cambiamenti che possano eliminare quelle che da molti interventi sono state considerate le più gravi anomalie: lo spreco di risorsa e la mancanza di una cultura organizzativa. L'Italia spende per l'istruzione più di ogni altro Paese (Il 29,7 per cento della spesa pubblica contro il 20,3 per cento della Germania e il 26,3 per cento degli Stati Uniti) e ha un rapporto insegnante/alunno tra i più bassi del mondo. Il guaio è che le risorse finanziarie e umane investite nell'istruzione sono male impiegate a causa soprattutto di un modello organizzativo che deresponsabilizza a tutti i livelli e impedisce il formarsi di Conseguenze ne dì legge: l'annuncio Fondazione Agnelli quella cultura organizzativa che è necessaria per consentire a una grande e complessa organizzazione come quella scolastica di raggiungere i suoi obiettivi formativi nell'interesse della comunità nazionale. I fatto che, soprattutto nel corso degli Anni Settanta, la scuola sia servita per risolvere il drammatico problema della disoccupazione intellettuale ha favorito l'immissione nei ruoli della scuola di persone poco motivate e poco preparate per l'insegnamento. Anche a questo riguardo, tuttavia, molto sta cambiando negli ultimi anni e le più vistose carenze di preparazione del corpo insegnante sono oggi meno evidenti. Non sono, infatti, poche le scuole che — grazie a un'efficiente capacità di direzione del capo d'istituto e alla presenza di scolaresche più motivate allo studio — hanno cambiato in meglio la loro capacità di funzionamento stimolando gli insegnanti a una maggiore consapevolezza della loro importante funzione. Non bisogna dimenticare, come qualcuno ha ricordato, che il nostro sistema scolastico ha due immagini o due facce. Una ò quella che si rio ricostruire sulla base delle leggi e delle procedure formali o sull'immagine che ne hanno gli insegnanti, un'altra è quella che si può ricostruire attraverso l'osservazione del concreto funzionamento delle singole scuole o sull'immagine che ne hanno gli allievi e le loro famiglie. Le due «realtà» sono spesso tra loro molto diverse, per non dire opposte, come io stesso ho potuto r'scontrare nella mìa attività di ricerca. Per fortuna nostra vi sono molte più scuole di quel che si pensi che funzionano bene, grazie al buon livello degli insegnanti e all'efficace coordinamento del preside. La scuola, del resto, è per sua intrinseca natura una istituzione flessibile; anche in un ordinamento rigido e accentrato come quello italiano la realtà culturale e il clima formativo di ogni singolo istituto non potrà che essere il risultato dell'Impegno e delle capacità di chi vi lavora: preside e- segreteria, insegnanti, allievi e loro famiglie. Alla luce di questa osservazione la parola d'ordine dell'autonomia non dev'essere vista come una specie di «rivoluzione copernicana» bensì come un contributo che legittima e asseconda un movimento spontaneo già in atto in molte zone e scuole del Paese. In un assetto più autonomo acquista grande importanza la figura del preside che dev'essere un professionista dotato sta delle competenze culturali necessarie per dare impulso all'attività di studio e di insegnamento, sia delle competenze manageriali necessarie per coordinare il lavoro altrui e per gestire e amministrare l'azienda scuola. Del resto, oggi molte scuole sono dotate di uffici di segreteria efficienti e di segretari preparati che possono coadiuvare molto bene un capo d'Istituto che abbia le qualità necessarie di fermezza e di flessibilità per guidare un'organizzazione complessa come quella di una scuola. Insomma, dal tenore delle analisi e delle proposte emerse nel corso dell'incontro promosso dalla Fondazione Agnelli c'è da sperare in un futuro migliore per la scuola Italiana e In un intervento più consapevole, più mirato e meno astratto delle forze politiche. Giovanni Bechelloni gative di un fisco c

Persone citate: Allulli, Benadusi, Casati, Covato, Falcucci, Marcello Pacini, Pedrazzi

Luoghi citati: Germania, Italia, Milano, Roma, Stati Uniti