Centocinquant'anni di storia attraverso duemila medaglie

Centocinquanta anni di storia attraverso duemila medaglie Centocinquanta anni di storia attraverso duemila medaglie In mostra la produzione primi deir800 - Bistolfi MILANO — C'è una storia, forse da scoprire per i più, iniziata con una medaglietta definita -miracolosa- e. a ben considerarla, tale doveva essere perché dette avvio a una industria oggi fiorente che celebra i centocinquant'anni: la Stefano Johnson, un colosso in fatto di medaglie. L'avvenimento è sottolineato da una rassegna promossa dal Comune di Milano, nel quadro delle -Grandi Mostre- del capoluogo lombardo, dalla direzione Biblioteca Trivulziana e Archivio Storico e dalla Direzione raccolte archeologiche e numismatiche. Ordinata nelle sale tìella'Trivùlzlana, al Castello Sforzesco, nel cortile della Rocchetta, è rilevante non solo per gli appassionati di medaglistica, ma anche per chi cerca la storia nelle incisioni metalliche commemorative. Resterà aperta fino alla fine del mese e già se ne riscontra il successo. Il centocinquantesimo della Johnson vi è riguardato come evento culturale da evidenziare, considerando la produzione della casa in un secolo e mezzo. Divise in dieci sezioni, circa duemila medaglie presentano avvenimenti storici, artistici, culturali, scientifici, religiosi. L'officina impiantata da Giacomo Johnson fabbricava bottoni e stemmi. Tale attività si era sviluppata a Lione, città da cui proveniva, e. in precedenza, aveva dato buoni risultati a Birmingham, in Oran Bretagna, sua città d'origine. La prima medaglia prodotta fu quella mariana, dicevamo, detta -miracolosa-. Il figlio di Giacomo. Stefano, subentrò al padre nel 1847 dando il suo nome all'azienda. Nonostante le difficolta per la guerra d'indipendenza. 1848-51, Stefano diede impulso alla fabbricazione di meda glie, pur occupandosi al contempo di bor chie per tappezzeria, -roselle- per costumi teatrali, bottoni di pregio per uniformi e livree. Risale a quel periodo la medaglia case gnata da Francesco Hayez per ricordare le Cinque giornate di Milano. Vide la luce soltanto nel 1859 perché la lavorazione dovette essere sospesa per il ritorno degli austriaci in città. L'epopea risorgimentale e unitaria si ri specchia nelle medaglie che ebbero l'eie ganza estetica di artisti quali Ludovico Pogliaghi, Leonardo Bistolfi, Davide Calandra. Egidio Boninsegna. L'Art Nouveau ebbe pure il suo evidente influsso. Molto ampia la produzione per la guerra di Li¬ della Johnso e Calandra son, l'officina c fra gli artisti bia, frali 1911 Giunti dall'Inghilterra. Germania. Francia, i nuovi macchinari consentirono dì perfezionare la produzione, mentre la Johnson si era già occupata con attenzione anche della nuova monetazione italiana. Le vicende del concorso indetto per tale impegnativo traguardo, diedero origine alle prove di conio uscite dallo stabilimento. Di padre in figlio, l'azienda si ampliò e. con le medaglie, ecco la fonderia realizzare statue di celebri artisti, come Giuseppe Grandi e Arrigo Mìrierbi? La seconda guerra: mondiale portò 'le bómbe sulla Johnson nel 1943 e la ricostruzione fu un altro prodigio. Vennero recuperati fra le rovine quanto restava degli stampi e dell'archivio. Al «f-intontere» di oggi. Cesare Johnson, si affiancò Velia, sua moglie, che univa la passione per la medaglistica alla profonda cultura. Fu lei a fondare la rivista -Medaglia-, che diresse sino al 1978. La rassegna è arricchita da materiale librario e documentario appartenente all'Archivio Storico Civico e alla Biblioteca Trivulziana. Un legame mai interrotto fra la medaglia e la cultura. Cosi, vicino alla medaglia per il terzo centenario della morte di Torquato Tasso. 1895. è esposta 1' edizione illustrata della -Gerusalemme Liberata-, stampata a Parigi nel 1795 dal Didot e accanto alla medaglia per il primo centenario della morte di Vittorio Alfieri, 1903. si ammira l'edizione stampata a Londra nel 1804 delle sue commedie, opera conservata anch'essa alla Trivulziana. Di vivo interesse una miniatura di scuola padovana della seconda metà del Quattrocento, riproducente un medaglione con il ritratto di Giulio Cesare contenuta nell'incunabolo: C. Svetonius. - Vilae duodecimi Caesarum-, Venezia 1471. La rassegna allo Sforzesco va oltre il fatto celebrativo per la Johnson. Dischiude infatti, in concreto, un modo nuovo e dinamico dell'esporre. Si potrebbe farne tesoro per mostre di carattere documentaristico, numismatiche e anche filateliche, talvolta troppo asfittiche e limitate a se stesse. Qui ogni pezzo s'illumina e circonda di cimeli storici, di frammenti di vita, scopre supporti impensati e si evidenzia con chiarezza, offrendo un mosaico magnifico. Logico che il pubblico ne resti affascinato. che opera a Milano dai che hanno collaborato e il 1912. Renzo Rossotti