Spotorno vive il ricordo di Lawrence

Spotorno vive il ricordo di Lawrence Spotorno vive il ricordo di Lawrence L'autore di «Lady SPOTORNO — Quando D.H. Lawrence e sua moglie Frieda arrivano a Spotorno, nell'autunno del 1925, la fase 'eroica* del loro vagabondaggio volge al termine. Si erano lasciati alle spalle con un moto di rivolta e di gioia l'Inghilterra delle miniere di carbone e degli intellettuali dall'accento oxfordiano, e avevano cercato la verità vergine, profonda della vita sempre più lontano, a Ceylon, in Australia, negli Stati Uniti, nel Messico. Ora sono tornati in Europa, e mentre scoprono la cittadina della Riviera, la loro mente è attraversata dal ricordo lancinante di Taos, degli indiani Pueblo, del ranch che hanno lasciato chiuso sulle pendici delle Montagne Rocciose, e da dove è possibile far spaziare lo sguardo verso l'ondeggiare sconfinato del deserto. Ora sono di nuovo in Europa, e di Chatterley» vi giunse fronte alle luci del Mediterraneo, mare antico e nuovo, la cui immagine è cosi umanizzata e insieme così imprendibile, cosi ancora selvatica. Perché Spotorno? I Lawrence non sopportano la mondanità: il modo con cui in quegli anni i ricchi snob inglesi vivono la Riviera a loro ripugna: non resterebbero più di qualche ora a Montecarlo o a Sanremo. Me Spotorno è ancora abbastanza semplice e naturale, anche per chi arriva da quel reame di grandiosa, religiosa solarità che sono il Messico e il Nuovo Messico. Ci sono gli alberi di limone, gli aranci, le loro luminarie invernali a ridosso delle case e lungo le strade, le barche dei pescatori, i bambini che si apprestano a festeggiare chiassosamente il Natale. All'autore di «Lady Chatterley» non piacciono i luoghi nell'autunno del 1925 carichi di storia: cosi all'incantevole pietrosità di Noli, turrita e medievale, preferisce Spotorno, dove la storia ha lasciato tracce cosi leggere. Insediatosi a Villa Bernarda, già molto malato e instancabile, furioso nel lavorare come forse si è soltanto quando si presagisce e non si accetta la fine, scrive un breve racconto bellissimo come •Sole» e il romanzo «La vergine e lo zingaro». E a Spotorno avviene l'incontro con Angelo Ravagli, destinato ad avere un posto privilegiato nell'immaginazione dello scrittore inglese, che lo ritrae in parte nel suo romanzo più famoso, e nella vita di Frieda, che, rimasta vedova, si risposa con lui. Forse si deve ancora capire il personaggio di «Angelino». Certo non è il «seduttore latino» con cui si tende a liquidarlo: la sua storia con una con la moglie Frieda e vi donna come Frieda Lawrence, nata von Richthofen, che aveva attraversato prima di conoscere lui le esperienze culturali e sociali più alte e nuove, e che lo vorrà al proprio fianco nel ranch di Taos. ha qualcosa di sorprendente e di magico. Per tutte queste ragioni, non è certo curioso che oggi il Comune di Spotorno si impegni in una manifestazione celebrativa di D.H. Lawrence che durerà due settimane: piuttosto, colpisce che un piccolo Comune ligure sia riuscito ad intelaiare un programma che, mi diceva giorni fa una studiosa americana di passaggio in Liguria, non sfigurerebbe a Berkeley. Accanto alla mostra con autografi lawrenziani, c'è la proiezione del film girato da Cristopher Miles sulla vita del grande scrittore inglese, che non è mai uscito in Italia vi soggiornò a lungo e che l'anno scorso, dalle colonne di questo giornale, mi accadde di 'reclamare*: poi una lettura di poesia affidata alla voce di Nando Gazzola, infine un vero e proprio convegno, ma concepito senza la vacua solennità di tanti convegni, in cui parleranno di Lawrence studiosi attenti a coglierne l'attualità e i rapporti con l'Italia, come Mary Corsani, Claudio Gorlier e Stefano Zecchi, e ci offrirà la sua testimonianza di eccezione Stefano Ravagli, figlio di •Angelino*. Arriverà inoltre a Spotorno, con la sua barba luminosa e il suo sguardo mite e ribelle, Jon Silkin, uno dei massimi poeti inglesi viventi: grazie a lui, la tradizione di Lawrence, dell'amore combattivo per là bellezza, il viaggio, la natura, potrà per un giorno rivivere in Liguria. Giuseppe Conte

Persone citate: Angelo Ravagli, Claudio Gorlier, Cristopher Miles, D.h. Lawrence, Giuseppe Conte, Mary Corsani, Nando Gazzola, Stefano Ravagli, Stefano Zecchi