Per i 57 del «clan dei calabresi» quattro sequestri e due assassinii

Scatta oggi alle Vallette il maxiprocesso per gli uccisori del costruttore Crosetto Scatta oggi alle Vallette il maxiprocesso per gli uccisori del costruttore Crosetto Per i 57 del «clan dei calabresi» quattro sequestri e due assassina Cervelli e manovaLe indagini della Riprende, dopo la pausa estiva, la stagione dei processi ed è subito di scena, domani nell'aula «bunker» delle Vallette, un maxiprocesso. Alla sbarra sono 57 personaggi del «clan dei calabresi» che tra il "79 alll83 impiantarono in Piemonte una solida e ramificata organizzazione criminale. A cervelli e manovali della feroce banda, legata alr ..'ndrangheta calabrese», sono imputati 4 sequestri di persona, un tentato sequestro, due omicidi ed un'infinità di reati minori (detenzioni di armi, furti d'auto) legati all'esecuzione dei rapimenti. Tutti gli imputati sono in carcere, dai «boss» alla manovalanza. In anni di indagini (il rinvio a giudizio del giudice istruttore Maurizio Laudi e solo dell'autunno scorso) magistrati ed investigatori hanno raccolto numerose confessioni. Addirittura una decina sono i «pentiti» che hanno permesso di ricostruire nei dettagli l'organizzazione criminale. II «clan dei calabresi» verrà processato davanti alla prima Corte d'Assise (presidente Vladimiro Zagrebelsky, pubblico ministero Bonaudo Del Savio) e non in tribunale perché risponde non solo di sequestri ma anche degli omicidi di un rapito, l'imprenditore edile Lorenzo Crosetto. e di un capo della stessa organizzazione, Carmelo Marrabello, ucciso per un litigio interno sulla spartizione del «bottino». La banda entra in attività In alcune scuol vali (fra cui alcuni pentiti), legati Ila «'ndrangheta», sono tutti in carcere magistratura dall'esordio sulla tangenziale nel '79 e i primi arresti nell'83 I! medico Giordano, con la moin Piemonte il 28 novembre '79, sulla tangenziale, a Cascine Vica, con il sequestro di Marcellino Talladira, 22 anni, figlio di un impresario edile di Moncalieri. Verrà liberato il 4 aprile 1980 a Pino Torinese dopo il pagamento di un riscatto di 700 milioni. n 3 luglio '81 Lorenzo Crosetto, 62 anni, viene rapito a Torino mentre gioca a carte con gli amici al ristorante Ponte Barra di corso Casale. Il sequestro sembra durare mesi, i familiari devono effettuare più «versamenti» (670 milioni in totale) ma l'ostaggio muore dopo due soli mesi di prigionia: veniva tenuto, in piena estate, sotto una capanna di lamiera in aperta e problemi di vari glie, rapito e liberato. Il costruttore Crosetto, ucciso dai banditi no all'arresto dei fratelli Gaetano e Giovanni Perna e di Rocco Inserra, coinvolti sia nel delitto che nel mancato campagna. Il «clan» agisce indisturbato sino al dicembre dell'82 quando tenta il sequestro, in via Chàtillon, di Tommaso Arlotto, 60 anni, costruttore edile torinese. Arlotto reagisce, viene aiutato da un vicino, una suora da l'allarme. Il fallimento dell'impresa, ed i contrasti sulla spartizione del miliardo e 370 milioni sino all'ora intascati, provocano il primo passo falso dei banditi che, il 26 gennaio '83, assoldano un killer per eliminare una delle loro «menti», Carmelo Marrabello, 49 anni, ufficialmente commerciante di legnami. Un testimone che ha assistito al delitto descrive il «killer». Le indagini porta¬ Conferenze del Rotary «La Dama in giallo: Torino, tradizioni e problemi» è il tema delle otto conferenze indette per quest'anno rotariano dal Rotary Club Torino Sud e che si terranno presso l'Hotel Jolly Ambasciatori. Il primo appuntamento è per stasera alle 20,30: 11 dottor Luciano Tamburini, presentato dal presidente del Rotary Club, Roberto Concaro, tratterà il tema) 'La Dama in giallo, perché?». a natura impediscono il regolare iniz sequestro Arlotto. Sono catturati anche altri manovali: Sebastiano Pelle, Paolo Codispoti, Francesco Bono, Antonio Barbaro. Il «clan» però si riorganizza, il 25 febbraio '83, rapisce Giuseppe 'Scaglione, 47 anni, grossista di calzature. I carabinieri trovano le tracce dell'organizzazione e si preparano ad intervenire. La macchina che deve trasferirlo in Calabria è intercettata e dopo 21 giorni l'ostaggio è liberato, a Piacenza, dagli stessi banditi che si sentono braccati troppo da vicino. I criminali comunque non demordono, la sera stessa si impadroniscono a Torino del dottor Luigi Giordano. 56 anni, contitolare della clinica Cellini. Riescono ancora a farsi pagare il riscatto per il medico, mezzo miliardo, che sarà liberato il primo luglio '83. ma ormai il cerchio si sta chiudendo. Viene identificato Michele Jeraci. 50 anni. E' uno dei capi, nella sua cascina di Villamiroglio (vicino a Casale) sono stati tenuti prigionieri Scaglione e Giordano. In un altro suo terreno, a Sessant. alla periferia di Asti, viene dissotterrato il cadavere di Lorenzo Crosetto. Saltano fuori nuovi covi, sono arrestate decine di persone. Spiccane Vincenzo Marando. Giovanni Giampaolo. Giovanni Nirta, Francesco Grasso. Nirta. Grasso s Giampaolo appartengono a tre delle più potenti famiglie della «'ndrangheta calabrese». Marco Vaglietti io delle lezioni