Romita? «Al confino con mio padre imparai che...»

Romita? «Al confino con mio padre imparai che... Romita? «Al confino con mio padre imparai che... ROMA — Onorevole Pierluigi Romita, lei è Ingegnere come suo padre Giuseppe e, come lui, ha •celio la strada della politica. Non si può non dire che suo padre (nome ricorrente nel governi del dopoguerra) non abbia avuto un grande peso sulle sue scelte... -E' vero. Ma. in principio, c'era il nonno... Mio padre Giuseppe era nato a Tortona nel 1887. Veniva da una modesta famiglia alessandrina. Mio nonno, di origini contadine, era un piccolo capomastro. Inoltre, faceva il galoppino per il deputato conservatore del luogo. E. in casa, parlava sempre con grande ammirazione deW'ingegnere e dell onorevole Per lui. erano il Dio in terra. Può stupire se il figlio ha scelto di diventare ingegnere e deputato?-. Due opzioni Incoraggiate dal nonno, dunque... -Tutt'altro. direi. All'inizio, mio nonno era scontentissimo di suo figlio. A malapena poteva tollerare che papà finisse la scuola elementare; altro che le tecniche, le superiori, l'università. Mio padre prosegui gli studi (e con successo) solo perché riuscì a far credere al nonno che non costavano nulla: ma. in realtà, lo aiutavano economicamente una zia ed uno zio maestri. Il periodo più duro fu quello dell'università. A Torino faceva la fame; divideva una soffitta con due venditori ambulanti e si guadagnava qualche lira insegnando matematica, di sera, in una scuola privata-. Una situazione ben diversa dalla sua. -Certo, il papà ingegnere e deputato esercitava una torte influenza su di me. Non avevo ragione di pensare a soluzioni diverse per il mio futuro. Mi parevano scelte naturali. Anche se, al momento delle decisioni, lui si guardava bene dall'intervenire-. Questa volta, però, sono state scelte condivise da suo padre. -Con impegno e volontà si può arrivare dove si vuole, sosteneva. Ma ammoniva, col suo carattere scherzoso: "Tu parti avvantaggiato, devi andare oltre. Devi diventare presidente degli Stati Uniti d'Europa". Lo diceva negli Anni 20-30; quando sotto II fascismo era difficile immaginare- if> futuro. Quando, poi. nel '47. presa la /aurea-ip ingegneno.-mi- sentivoiattratto — come motti altri giovani, in quegli anni della ricostruzione — dall'Impegno politico, papà mi dette un altro consiglio: "Prima rafforzati sul piano professionale. Poi deciderai'. E' stato un punto fermo della mia vita: restare legato alla radice professionale-. Con un padre perseguitato dal regime, lei non deve aver avuto un'Infanzia facile. ' •Papà era entrato in Parlamento nel 1919. Col fascismo subì il confino. E, con lui. la famiglia. Finimmo a Ustica, a Ponza, a Veroli. Conobbi Lelio Basso (con papà, a Ponza, avevano persino aperto uno studio tecnico-legale, ma non riuscirono a occuparsi d'altro che di qualche tomba al cimitero) e tanti altri antifascisti-. Cosa ha voluto dire, per lei. esser figlio di Romita? -Trovare le cose più facili nel partito, ma anche non poter sbagliare. Potevo far fare brutte ligure al nome che portavo?-. m. tor.

Persone citate: Ingegnere, Lelio Basso, Pierluigi Romita, Romita

Luoghi citati: Ponza, Roma, Stati Uniti D'europa, Torino, Tortona, Ustica, Veroli