Vicepremier Urss a Pechino dopo le «aperture» di Deng

Talyzin è il più alto dirigente sovietico che si reca in Cina dal '69 Talyzin è il più alto dirigente sovietico che si reca in Cina dal '69 Vicepremier Urss m Pechino dopo le «aperture» di Deng li neoprimate Tutu denuncia l'apartheid e auspica negoziati La visita avviene all'indomani della dichiarata disponibilità del numervertice con Gorbaciov ■ Lo scoglio resta la presenza delle truppe vietn zioni sino-sovietiche, soprattutto sollecitando il Vietnam a por fine alla sua aggressione ai danni della Cambogia, io da parte mia sarei pronto ad incontrarmi con lui». Dei tre ostacoli (gli altri due sono l'occupazione dell'Afghanistan e la presenza delle truppe alla frontiera tra i due paesi comunisti), quello costituito dall'invasione del Vietnam è stato definito dal leader cinese il più ingombrante. Una volta rimosso, ha proseguito Deng Xiaoping, -sarò pronto a rompere con le regole ed a recarmi in qualsiasi luogo dell'Unione Sovietica per incontrarmi con Gor¬ MOSCA — Il vice primo ministro sovietico Nikolai Talyzin. è partito ieri da Mosca per una visita ufficiale in Cina. Talyzin. che è anche membro supplente dell'ufficio politico, l'organo supremo del partito comunista sovietico, e presidente del comitato di Stato per la pianificazione, è, secondo gli osservatori, il più alto dirigente sovietico a recarsi a Pechino dal 1969. La visita di Talyzin avviene all'indomani della dichiarata disponibilità del numero uno cinese, Deng Xiaoping, per un vertice con Gorbaciov, a condizione che l'Urss spinga il Vietnam a ritirarsi dalla Cambogia. Nel corso del suo soggiorno di una settimana. Talyzin deve incontrarsi in particolare con il primo ministro cinese Zhao Ziyang e con i suoi colleghi Yao Yilin e Li Peng. Tra l'altro, Talyzin discuterà a Pechino problemi relativi alla cooperazione economica ed agli scambi commerciali tra i due giganti del comunismo mondiale. Proprio alla vigilia del viaggio del vice primo ministro sovietico a Pechino, la Cina e il Vietnam hanno attuato uno scambio di prigionieri al confine tra i due paesi. Secondo l'agenzia -Nuova Cina», le autorità cinesi hanno consegnato sabato 34 vietnamlti, tra'cui^D'iuoraini armati»' è'quattro* '-spìe- che erano penetrati -illegalmente» in territorio cinese. Allo stesso tempo il Vietnam ha restituito 27 prigionieri cinesi, definiti «abitanti delle zone di confine che erano stati rapiti». Lo scambio, secondo l'agenzia, è avvenuto sulla strada tra Youti Guari, nella provincia meridionale del Guanxi. e la città vietnamita di Dong Dang. Proprio il Vietnam, che ha un massiccia presenza armata in Cambogia, è l'elemento di maggior attrito tra Mosca e Pechino e, anche, il più alto ostacolo alla normalizzazione delle relazioni tra i due giganti del comunismo. Sabato Deng Xiaoping ha dettato le sue condizioni per un incontro al vertice con Mikhail Gorbaciov: un pressante invito sovietico ai soldati vietnamiti in Cambogia ad abbandonare il Paese. Nel corso di una intervista concessa alla rete televisiva statunitense -Cbs», il leader cinese ha dichiarato che -se Gorbaciov dovesse adottare misure concrete in direzione della rimozione dei tre maggiori ostacoli che impediscono il buon andamento delle rela¬ Da ieri capo degli an ro uno cinese ad un tnamite in Cambogia «Direi al mondo: metteni, se il governo aprisse baciov». Anche se Gorbaciov, secondo Deng Xiaoping, ha finora glissato sulla questione cambogiana, nel suo discorso del 28 luglio -c'è qualcosa di nuovo e pertanto noi abbiamo espresso la nostra moderata soddisfazione». Solo che, pochi giorni dopo, un funzionario del ministero degli Esteri del Cremlino ha rilasciato dichiarazioni dal tono ben diverso. -E questo mostra» ha concluso Deng. -che le autorità sovietiche devono decidere al loro interno quale politica seguire nei confronti della Cina, e noi altro non possiamo fare se non aspettare e vedere». CITTA' DEL CAPO — Il nuovo arcivescovo anglicano del Sud Africa, monsignor Desmond Tutu, ha dichiarato ieri di essere pronto a chiedere il blocco di tutti i progetti di sanzioni contro il governo di Pretoria se Botha si deciderà a introdurre reali cambiamenti nella sua politica. Nel sermone pronunciato davanti à quasi 1500 fedeli bianchi e neri e a numerosi ospiti di diversi Paesi, nel corso della cerimonia con cui ha assunto le funzioni di capo spirituale di due milioni di anglicani del Sud Africa, mons. Tutu ha denunciato la -violenza dell'apartheid» af- te da parte le sanzio trattative con i neri» fermando che il governo del presidente Pieter Botha sta conducendo il Paese al disastro. Prima di pronunciare il sermone, il premio Nobel per la Pace aveva accolto alcune delle personalità straniere invitate alla cerimonia, tra cui l'arcivescovo di Canterbury mons. Robert Runcie e Coretta Scott King, vedova del leader nero americano assassinato Martin Luther King. «Direi al mondo: mettete da parte i vostri piani di sanzioni — ha detto Tutu — se il governo rispondesse alle richieste della maggioranza nera, tra cui la sospensione dello stato d'emergenza instaurato tre mesi fa, l'evacuazione dell'esercito dalle toumships nere, la liberazióne dei prigionieri politici e l'apertura di negoziati con i leaders neri — compresi i dirigenti del Congresso nazionale africano — su di una nuova Costituzione». Tutu, strenuo difensore dei diritti umani, è il primo nero che sale alla più alta carica della gerarchia anglicana in Sud Africa. La cerimonia si è svolta nella cattedrale di San Giorgio, un tempio maestoso in stile gotico. Nel suo breve sermone di accettazione. Tutu si è solennemente impegnato a servire con verità, giustizia e carità l'intera sua congregazione, formata di neri per il 75 per cento. La croce d'argento pettorale e il pastorale, insegne del suo rango, gli sono state consegnate da Runcie. Nella sua omelia, ha detto che uno dei vescovi anglicani del Sud Africa. Sigisberg Ndwandwe, non era presente alla cerimonia perché detenuto in base alle disposizioni dello stato di emergenza. Inoltre, ha detto, «moiri sarebbero voluti venire a questa cerimonia, ma non sono qui perché il governo sudafricano ha loro negato il visto». Troppo presto ci ha lasciati Mario Giovine anni 63 Lo piangono, la moglie Vittoria, i figli Gianni con Ornella, Paola con stelano. gli adorati nipotini Emiliano, Simona, Fulvia ed Enrica, parenti tutti. Funerali in Coassolo San Nicolao lunedì 6 settembre alle ore 16 dall'abitazione. — Coassolo San Nicolao, 7 settembre 1986. La figlioccia Giuliana e famiglia si associa al dolore di Mimmi. Gianni, Paola per la perdila del caro PADRINO. La Pro Loco Coasaolo partecipa con profondo cordoglio al dolore della lamiglia Giovine per la perdita dell'amico MARIO. Partecipano al dolore della famiglia gli amici di Coassolo: Abacist. Actlt, Mario Antonletti. Anxll, Appendano. Balla. Benso, Biengio, Bogtiano, Sonato, Caedolla, Cattorln, Chlaptno, Coletti Moglla. Colombo, Delta Bianca, Della Casa, De Neo, Fantlnuoil, Feliseo, Formatane Franchini, Gloria, Guerlno, Jorio, Marchisotto. Marenghi. Musalo, Monteremo, Nardi, Perottl, Paolo Pienti, Quadrare. Battista Savant Lovot, PI ■•io Sayant Levot, Zandenel. Lo Set Club Coassolo ricorda il suo PRESIDENTE. Hlta Beppe e Nicoletta Balma prendono parte al grande dolore di Vittoria e famiglie. l'Amministrazione Comunale di Coassolo Torinese partecipa commossa al grave lutto della famiglia Giovine per la scomparsa del prezioso collaboratore di ogni iniziativa comunale. E' santa al cielo l'anima bella di Federico Parola Lo ricordano con rimpianto la nuora Angela Bolardlnelli e l'adorata nipote Francesce. — Torino, 6 settembre 1986 Ricordando con stima il caro amico Renato Ferrerò tutti gli amici del Bar Olimpi»: si associano al dolore della lamiglia. — Torino, 7 seltembre 19B6