Duo pianistico in «Linea» con Berio di Emio Donaggio

Settembre Musica / Stimolanti incontri a Torino con capolavori moderni Settembre Musica / Stimolanti incontri a Torino con capolavori moderni Duo pianistico in «Linea» con Berio Anche una serata con la «Junge Deutsche Philharmonie»: orchestra di studenti ventenni della Germania Federale Il maggior interesse era comunque centrato sulla più recente Sinfonia di Hans Werner Henze. la Settima, composta nel 1983-84. Si tratta di un'opera che colpisce immediatamente per la poderosa articolazione delle sue strutture, distese secondo la classica suddivisione in quattro movimenti. Più che i richiami alla forma e alla tradizione, è però l'uso disinibito di un linguaggio molto eterogeneo nelle sue componenti a dare la misura di quanto Henze nutra una solidissima e appassionata fiducia nella funzione espressiva e drammatica della musica. A parte qualche zona di delicato lirismo (probabilmente costruita con maestria ancora maggiore di quanto un primo ascolto in queste condizioni acustiche permetteva di percepire), è un lavoro che si basa in generale sulla pienezza di sonorità aggressive, come una forza primigenia a cui l'atto compositivo imponga con assoluta certezza una definitiva direzionalità. Successo non inferiore a quello della parte -classica» per 1 giovani e valentissimi esecutori, per l'esperto direttore e. soprattutto, per il maestro Henze. più volte calorosamente salutato. TORINO — Il denso ed interessante sabato musicale proposto dal «Settembre», dopo il concerto del mattino riservato come di consueto al repertorio antico, proponeva nel pomeriggio alla chiesa del Carmine uno stimolante incontro con capolavori moderni affidati alle espertissime cure del duo pianistico Bruno Canino-Antonio Ballista e di tre ottimi percussionisti. Prima pagina eseguita era Linea per due pianoforti, vibrafono e marimba (rispettivamente Andrea Dulbecco e Maurizio Ben Omar) di Luciano Berlo, un lavoro nato nel 77 per il balletto ma che vive magnificamente anche in sede concertistica. Gli strumenti a percussione sono qui pensati come un ideale prolungamento di quelli a tastiera, ai quali si collegano in virtù di una traccia melodica, una linea appunto, che si avvia su semplicissimi materiali in progressiva crescita e trasformazione, combinati con quel magico gusto dell'elaborazione timbrica e quella capacità costruttiva su dati elementari che oggi forse solo Berio possiede. Con analoga raffinatezza nelle loro scelte interpretative questi splendidi musicisti hanno poi offerto una esaltante esecuzione della Sonata per due pianoforti e percussioni (qui Maurizio Ben Omar e Franco Campioni) di Bartok, capolavoro assoluto del Novecento musicale, il folto pubblico e stato Immediatamente avvinto dalla bellezza delle due pagine e dalla bravura degli esecutori, e ha preteso — fatto non propriamente usuale nei concerti di musica moderna — la ripetizione del movimento conclusivo dell'ultima composizione. In serata era invece la chiesa di S. Filippo ad ospitare la Junge Deutsche Philharmonie, magnifica orchestra di studenti ventenni provenienti dalla Germania Federale, guidati dal direttore svizzero Charles Dutoit. Dopo una veemente esecuzione dell'OuDeriure tragica di Brahms, a loro si è unita la voce calda e suadente del mezzosoprano Brigitte Fassbaender per sette dei dodici Lieder che Mahler trasse dalla raccolta di antiche poesie popolari Des Knaben Wunderhom. Nell'ottima resa generale, un momento di affascinante profondità è stato raggiunto quando la protagonista ha intonato, in assoluta sintonia con Il trascolorare dei timbri orchestrali, il mistico intimismo di Urlicht, 11 Lied che concludeva la prima parte della serata, salutata da più che giustificate acclamazioni. Emio Donaggio Giorgio Pugliaro

Luoghi citati: Germania Federale, Torino