Un aereo in volo verso l'anima

Pearl brucia ancora Pearl brucia ancora Un aereo in volo verso l'anima Raiuno 13— Maratona d'ostate; Rassegna internazionale di danza: I protagonisti; Alida 13.45 Ercole contro I tiranni di Babilonia, di Domenico Paolella, con Rock Stevens, Mario Petri. Italia avventuroso 1964 15.25 Storie di uomini e di moto: 1880-1919. documenti 16.05 II conte di Montecrltto. sceneggiato tratto dal romanzo di Alesandro Dumas. Con Jacques Weber. Carla Romanelli — Primo episodio 17,05 L'isola del tesoro, cartoni animati 18.15 Trent'annl della nostra storia, documenti: 1963 19,40 Almanacco del giorno dopo 20,30 Nodo alla gola, di Alfred Hitchcock. con James Stewart, Joan Chandler. Cedrick Hardwicke, Douglas Dick. Usa drammatico 1948 22,05 Appuntamento al cinema, i film che vedremo sul grande schermo 22,10 Speciale Tg1: Mao Tse Tung dieci anni dopo 23 — Canzoniere Italiano, musicale Rìchì Ferrerò e Gianna Franco: «Il nostro è un "Mercury'' a grandezza naturale per esorcizzare la follia» Stanno sorvolandomi e stasera, nel buio, mi piomberanno addosso ma io non ho sospetti perché vivo in quest'isola di paradiso detta Oahu- che poi nel dialetto locale significa 'luogo di pacifica riunione» e invece intorno alle 21 cominceranno a radermi al suolo e andranno avanti su Canale 5 fino alle 22,30 di domani. Sto a Pearl Harbor nelle Hawaii. E' già spuntata l'alba del 7 dicembre 1941. Dai riassunti degli sceneggiati che Berlusconi premurosamente mi manda a casa con notevole anticipo, so che mentre il Giappone attacca proditoriamente gli Stati Uniti, stasera la moglie del generale Forrest troverà il tempo di dimostrare che Privale Finger, il giovane autista del manto, non è un omosessuale velato come si dice in giro. E' dall'inizio dell'astate che in tv mi tiro dietro Pearl Harbor, logico che concluda questa saga storica domani sera, in un tripudio di esplosioni, con io sceneggiato Pearl Iniziato ieri. Già nel 1950, scrivendo -Storia della seconda guerra mondiale-, un certo Winston Churchill (noto ai giovani per aver etichettato un mitico complesso pop: -Blood. Sweet and Tears-) annotava in proposito nel terzo volume della sua opera: «Quest'attacco è stato spesso descritto a torti tinte-. Erano passati neppure nove anni: cosa direbbe oggi, al posto mio, che lo subisco nonstop praticamente ogni volta che accendo la tv? lo so meglio di lui (che non aveva là tv) quali furono i fatti salienti, concordo quando rileva -lo spietato valore professionale degli aviatori giapponesi-, ma sono perplesso quando chiarisce: -Alle 8,25 le prime ondate di aerosiluranti e bombardieri in picchiata avevano interto il loro colpo, alle 10 di mattina la battaglia era finita-. Perplesso perché non solo mi è toccato il «Da qui all'eternità-, classico film con Sinalra petulante, Montgomery Clift patetico, Burt Lancaster così efficiente da abbattere un caccia nemico quasi a pugni nudi,-ìfiàriàn-c' che la versione (in replica, come a dire se mi ero distratto per qualche settimana l'anno scorso, ed era meglio che mi aggiornassi...) dello sceneggiato prodotto espressamente per la tv, in proposito. Se ero in ferie, comunque eccomi: -Pearl-. Winston Churchill (che non è una marca di sigari inglesi come un'altra moltitudine di giovani ritiene) precisa che tra le 8,25 e le 10 di quel mattino -la nave da battaglia "Arizona" era saltata in aria, la "Oklahoma" si era capovolta, la "West Virginia" e la "California" erano affondate. Tutte le altre navi da battaglia erano state gravemente danneggiate-. Ebbene, in televisione dove vivo io. stanno ancora affondando. -E' da Ferragosto che la «Oklahoma- sta per rovesciarsi. E' chiaro che non ha scampo, ma una volta è Burt Lancaster che deve baciare Deborah Kerr; un'altra è Angie Dickinson che salva un giovine dall'Aids; poi c'è l'ufficialetto che ama ahimé riamato una nobile giapponesina (e allora come la mettiamo?) e poi segue l'ostetrica nevrotica che deve pur dire la sua, e cosi la tragedia non si compie. lo non so perché ci sia questo revival dell'attacco di Pearl Harbor dove ci furono morti veri e tutto quel che segue, ma ho le prove che la saturazione non produce lans come a dire che, ai giovani telespettatori, non glie ne frega vieppiù proprio niente. Tutti quelli da me interpellati in proposito hanno detto di Pearl Harbor: -Ah, si: una battaglia-. Uno mi ha chiarito: -C'era anche una figurina, in un gioco che si chiamava "Portobello", l'ho trovata anni fa-. Alla fine di un'estate passata davanti alla tv, c'è sempre un po' di malinconia. Questa volta, però, è più mesta e più grande. Perché mi rendo conto che sono quelli della generazione prima e ancora poco prima (eravamo bambini quando i -giap» attaccavano) a guardare questa storia di guerra che ormai ci annoia in quanto già la conosciamo, già ci ha sgomentato (davvero) e quindi vorremmo scordarla e concludiamo: che gli altri sappiano. Siamo un po' rin coglioniti, non c'è dubbio. Come dice Gassman nel film «La terrazza- rivisto questa settimana tra un mi tragliamento a bassa quota e l'altro: -Com'eravamo foli ci quando eravamo più im tedili: TORINO — Gli aerei a volte sono cattivi, conquistatori: col muso rivolto verso l'alto... • l'infinito-, oppure distruttori: in picchiata... come si dice: -col loro carico di morte-. Mettono angoscia Sequestrato un Boeing...-, -Il numero delle vittime è ancora da precisare...-. Fanno anche paura. Si vede in tv quell'immagine tremolante della fusoliera, un po' sfocata dal teleobbietivo. E' normale ma sappiamo che contiene crudeltà e orrore, morti o pensieri di morte. L'aeroplano della compagnia teatrale Granserraglio invece non è normale: per questo forse è vitale e non incute terrore ma ha invece l'aria di voler volare dentro di noi col suo immobile equipaggio ben addestrato alla liberazione dalle angosce. Siamo andati a vederlo costruire questo aeroplano, ancora un po' stanza d'astronave e un po' enorme bruco, non completamente modellato: grosso, simpatico amico fantascientifico. La compagnia teatrale del Granserraglio, l'anno scorso stimolò i torinesi con la rappresentazione di « Torino Stupefacente-, affondando fra l'erba delle aiuole, della piazza centrale Carlo Alberto, bar che trafitte da centinaia di siringhe con sopra manichini martoriati, distrutti dalla droga: preciso monito all'indifferenza della gente al terribile problema della tossicodipendenza. Quest'anno il loro spettacolo esorcizza la follia mettendo in pista un aereo dalle dimen sioni reali che porta nel ven venuti anche ingegneri aeronautici per le consulenze tecniche sugli strumenti di bordo... Ma questa aeronave non vola... -Già, non vola. Ma sullo schermo-vela si vedranno quei misteriosi manometri. Indicheranno con la caduta delle lancette che durante il volo qualcosa di grave sta accadendo lassù e dentro le nostre anime-. Il presidente della compagnia teatrale Granserraglio Gianna Franco, collaboratrice alla regia, spiega con entusiasmo: -Un'altra sfida alle nevrosi della città questo nostro proseguimento della teatralizzazione degli spazi urbani: "32 tonnellate spinte in cielo...come se fosse il mare' ' è una storia die lascia diverse possibilità d'interpretazione al pubblico: fantasticheria, presagio, fatto accaduto...-. Si è parlato di follia... -Davanti all'aereo contenitore di follie ci si sentirà come se noi stessi fossimo stravolti dalle malie che la quotidianità impone: una specie di follia concava dentro l'involucro di lamiera e follia convessa fuori dall'aereo-. Nel silenzio dell'hangar scaturisce improvvisa una voce profonda amplificata: in un inglese misterioso comunica con la torre di controllo. Esplode anche il sibilo spaventoso de* reattori dell'aereo che rulla sulla pista. -Benvenuti a bordo-. Il .Mercury» è in fase di decollo. Il volo verso la comprensione di noi sta per cominciare. Allacciamoci dunque le cin, ture e speriamo bene. L'aereo «Mercury» della Compagnia Granserraglio sarà pronto per il «decollo» il 10 ottobre mo alte sei metri e altre in fondo alte otto sulle quali verranno proiettati filmati che spiegheranno allo spettatore quanto è accaduto e quanto succede. Io scró l'unico sopravvissuto al disastro e racconterò al pubblico la mia tremenda vita di scrittore...-. Una storia folle... Richi Ferrerò ribattè pronto: -Non è stato Breton a dire: "non sarà la paura della follia che ci spingerà a lasciare a mezz'asta la bandiera dell'immaginazione"? Poi non tanto folle se la nostra storia inaugurerà il Quarto Festival Internazionale Cinema Giovani». Intanto nel capannonehangar dove si prepara il decollo teatrale del «Mercury. è un via vai di personale. Sono tre tutte le nostre difficoltà a vivere: bisogni frustrati d'amore e di successo. Visto nell'hangar fa impressione l'aereo gigantesco, una fedele copia di un «Mercuri/di 30 metri di lunghezza che ha vicino i manichini che con lui compiranno il grande viaggio alla riscoperta dell'anima. Autore, regista e attore dello spettacolo che ha per tìtolo: -Trentadue tonnellate spinte in cielo...come se fosse il mare-, è Richi Ferrerò. Parla della sua creatura con l'amore del -posseduto-. -E' cosi infatti. Al di là del fatto puramente meccanico della costruzione, che è costata, che costa fatica, il nostro aereo è diventato totem: a lui domandiamo i perché dell'esistenza. E' sempre lui che do¬ mina la nostra scena interiore ed è da. questa sua panciacuore che uscirà un sopravvissuto che invocherà la follia per salvarlo dalla morte-. Si può saperne di più? ■ Il debutto dello spettacolo avverrà il 10 ottobre sul piazzale Aldo Moro, in via Sant'Ottavio, di fianco all'Università. L'aereo con una apertura alare di 24 metri e lungo 30 sarà obbligato a giacere spaccato in due all'altezza delle ali. Il muso spezzato presenterà al pubblico la spaccatura. Da questa profonda ferita uscirà una colata di lava che scende a terra. Nella lava sono annegati manichini, valigie, bauli, poltrone dell'aereo. Pezzi del relitto saranno sparsi su un'area di due- mila metri quadri. Poi alcune vele-scher¬ Nevio Boni