Parise: «Le mie ceneri siano sparse nel giardino di casa» di Angelo Mistrangelo

DOMENICA NERA: LO SCRITTORE ITALIANO E LO SCULTORE INGLESE SI SONO SPENTI IERI MATTINA DOMENICA NERA: LO SCRITTORE ITALIANO E LO SCULTORE INGLESE SI SONO SPENTI IERI MATTINA Parise: «Le mie ceneri siano sparse nel giardino di casa » Scompare Henry Moore «Michelangelo del 900» E' già stato apertutte le cose all TREVISO — Goffredo Parise è morto ieri mattina alle 9 nel reparto di nefrologia dell'ospedale Ca' Foncello. dove era ricoverato dal pomeriggio del lunedi 18 agosto. Una lunga agonia, durata 13 giorni, sempre tra la vita e la morte. Nella cameretta asettica al secondo piano, al momento del decesso c'erano la sua compagna Giosetta Fioroni e Omaira Rorato, la giovane che lo scrittore considerava ormai come una figlia adottiva. I medici le avevano chiamate a casa tre ore prima. A quell'ora i sanitari avevano capito che non c'era più nulla da fare. Una emorragia interna aveva indebolito ancora di più il fisico di Parise, che era entrato in coma profondo. «Si è trattato — ha spiegato il dottor Gatti, del reparto di nefrologia — del normale decorso della grave forma di "ictus cerebris" da cui Parise era stato colpito*. La ricaduta è arrivata dopo che le condizioni dello scrittore erano sensibilmente migliorate negli ultimi tre giorni. Parise aveva ripreso coscienza, normale alimentazione, e scambiava, nei momenti di lucidità, qualche battuta con il personale medico. Proprio sabato scorso aveva donato alla capo reparto, suor Gianna, due suoi romanzi: Il sillabario n. 1 e II sillabario n. 2. Poi aveva chiesto ad una suora di far piano con la puntura per l'iniezione: «Punge», aveva sussurrato. Ma il quadro clinico permaneva gravissimo, e, come hanno spiegato i medici, ci si aspettava da un momento all'altro l'improvviso peggioramento. Parise, 57 anni, da sedici anni abitava a Ponte di Piave. Da alcuni anni era afflitto da una grave insufficienza renale, che lo costringeva a sottoporsi al .lavaggio- trequattro volte», la settimana. L'ictus l'aveva preso proprio mentre aspettava il suo turno per la dialisi all'ospedale di Oderzo. Immediato il trasferimento al policlinico di Treviso, dove Parise è rimasto in «coma vigile* per più di una settimana. Poi il leggero miglioramento e l'ultima crisi di ieri mattina, quando la battaglia dei medici non è più potuta continuare. Ad assistere lo scrittore nelle ultime ore, oltre alle due donne che hanno condiviso con lui gli ultimi anni a Ponte di Piave, c'erano alcu ni amici del paese ed il sindaco Gino Redigolo. A quest'ultimo Parise due anni fa aveva consegnato il testamento. Il documento, due fogli prò tocollo scritti a mano, custodito nella cassaforte del Municìpio, è stato aperto nella tarda mattinata. Queste al Il cordoglio di Cossiga e Spadolini ROMA — Il Presidente della Repubblica, Cossiga. appresa la notizia, ha subito inviato un messaggio di cordoglio ai familiari dello scrittore. Anche il ministro della Difesa, Spadolini, ha inviato un telegramma nel ricordo -della lunga collaborazione e amicizia*. I ricordi della m rto il testamento dell'amministrazione di cune delle ultime volontà dello scrittore vicentino: ha lasciato la sua villetta in rosso veneziano e quanto v'è dentro all'amministrazione comunale di Ponte di Piave. In cambio ha chiesto l'impegno di dar vita ad un centro culturale permanente a lui intitolato. Non ha voluto funerali con rito religioso (Parise si professava ateo) e ha chiesto di non essere esposto dopo la morte (infatti a Treviso non è stata disposta la camera ardente). Infine ha chiesto di essere cremato: «Le mie ceneri — ha scritto — dovranno essere sparse nel giardino della mia casa*. •Abbiamo immediatamente Treviso. Goffredo Parise, in lo scrittore vicentin Ponte di Piave - D esaudito le sue ultime volontà — ha spiegato il sindaco di Ponte di Piave —, ho già chiesto un incontro con gli amici più stretti di Parise, il poeta Andrea Zamotto e il giornalista Sergio Saviane. Con loro ho intensione di curare l'organizzazione del centro di cultura*. Quanto alla cremazione ha preso contatto nel pomeriggio di ieri con una ditta di Vicenza. Il rito civile potrebbe essere celebrato già domani, dopo l'autorizzazione del sindaco di Treviso. «Non so ancora se sarà possibile spargere le sue ceneri nel giardino della villa — continua Gino Redigolo —, ma io mi sono impegnato a una foto del 1980. Lo scrittore, 5 o - Ha lasciato la ovrà diventare un fare tutto il possibile per esaudire questa volontà. Prima di consegnarmi il testamento, due anni fa, io e Parise avevamo trascorso un pomeriggio insieme. Era molto indeciso, eravamo addirittura andati in cimitero e qui mi aveva indicato un loculo sotto ai cipressi dove voleva essere sepolto. Poi ci aveva ripensato, ed aveva cambiato il testamento. Prima di sigillarlo me l'aveva letto. Voleva che le sue ceneri fossero sparse nel giardino perché, così mi aveva detto, voleva sopravvivere a se stesso*. Nell'archivio-biblioteca dello scrittore ci sono documenti e manoscritti inediti. Probabilmente anche gli appunti 7 anni, era stato colpito da ictus sua abitazione e centro culturale che negli ultimi tempi Parise aveva raccolto per il progetto che aveva in testa: scrivere un libro sulla seconda guerra mondiale, con testimonianze raccolte tra i contadini e la povera gente di Ponte di Piave. • Negli ultimi anni, quando aveva capito che la malattia non l'avrebbe risparmiato — conclude il sindaco di Ponte di Piave — quello della morte era diventato un problema assillante*. In casa, al piano terra, Parise aveva fatto costruire una stanza speciale attrezzata «dorè mi ritirerò* aveva confidato ad alcuni amici -quando diventerò cieco e paralitico*. Flavio Corazza cerebrale tredici giorni fa Era nato 88 anni fa a Castleford, nello Yorkshire - Figlio di minatori, fu maestro elementare e combattente in Francia - «Per me la scultura è un'ossessione» - Le sue opere in legno, pietra e bronzo sono esposte nei maggiori musei - La sua mostra più grande fu ospitata nel 72 a Firenze Htmdssasmtmiatdt LONDRA — n celebre scultore britannico Henry Moore, le cui opere sono esposte nei maggiori musei del mondo, è morto ieri all' età di 88 anni nella sua casa di Perry Green. Lo ha annunciato il legale dell'artista. Con la scomparsa dello scultore inglese Henry Moore, l'arte contemporanea perde uno dei suoi maggiori ed indiscussi protagonisti, uno di quei personaggi che rappresentano un'epoca, un modo di intendere ed interpretare la figura umana, di risolvere il rapporto fra la plastica armonia del modello e lo spazio in cui l'opera si colloca, animandolo. Nato il 30 luglio 1898 a Castleford. nello Yorkshire, Henry Moore studiò inizialmente alla Grammar School e. dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale, si iscrisse alla scuola d'arte di Leeds: -Finalmente ero soltanto un artista — rivelò in un'intervista —. Dopo due anni vinsi una borsa di studio e andai al Royal College di Londra. Fu un'esperienza fondamentale perché a quel tempo in Inghilterra noi giovani potevamo vedere ben poco d'arte...*. Nel 1925 Moore approfondi le proprie esperienze con un soggiorno a Firenze dove avverti il fascino di Giovanni Pisano e di Giotto, scopri in Michelangelo l'essenza e la forza dirompente di una lezione che segnò successivamente la sua scultura: «17 più grande e il più incredibile è Michelangelo — diceva Moore —; il suo sforzo è stato superbo e umano. Ha sacrificato tutto per essere un grande scultore. Non esiste un altro esempio di uomo che abbia lavorato e costretto se stesso con eguale ossessione*. Un'umanità che ritroviamo nella misura .espressiva di Moore; nelle"'sue «classiche, figure, nei gruppi di famiglia nelle donne distese che campeggiavano dall'alto del forte belvedere in occasione della grande mostra allestita a Firenze nel 1972. Sono immagi ni intense, immerse in rievocanti silenzi, in un'atmosfera pervasa da sottili fremiti vitali che sembrano liberare la materia da ogni peso e monumentalità: -Moore — ha scritto Giulio Carlo Argan è dunque il solo artista del nostro secolo che abbia as sunto e coraggiosamente mantenuto, anche e soprattutto nei momenti più drammatici, una posizione nettamente umanistica: di convinta simpatia per l'infelicità presente e di ferma fiducia nel destino dell'umanità*. Le sue forme simboliche appartengono indissolubilmente al fluire dei giorni, degli accadimenti, di una visione che prevarica ogni precedente esperienza per porsi come momento alternativo, come nuova occasione per ri velare dell'umana esistenza ogni profilo segreto, ogni forma, ogni riposta inquietudine. Perché, ha detto Moore, la scultura è -un'ossessione Tutto ciò che vedo, che sento, si traduce per me in forme tridimensionali nello spazio -Per quanto la forma umana sia quella che più mi interes sa — sosteneva il grande scultore —, ho sempre dedica- Henry Moore, uno dei maggiori scultori contemporanei to grande attenzione a forme naturali, come ossa, conchiglie, ciottoli...*. Del resto gran parte della scultura dell'artista inglese parte da presupposti naturalistici, da una osservazione del vero che per più di vent'anni lo ha accompagnato durante la sua attività di insegnante presso la scuola d'arte del quartiere di Chelsea a Londra. Nel 1928. Moore venne incaricato di eseguire una scultura per l'entrata della metropolitana a St. James; nel 1943 la «Madonna, per la chiesa di San Matteo a Northampton. mentre durante i bombardamenti di Londra realizzò i «disegni della metropolitana». Contemporaneamente la sua attività espositiva si arricchì delle antologiche al Museum of Modem Art di New York nel 1946, alla State Galleries in Australia nel 1947-48, alla 24' Biennale internazionale di Venezia del 1948, dove vinse 11 premio internazionale di scultura. Del 1951 fu la personale alla Tate Gallery di Londra, mentre una mostra gli venne allestita al Grand Palais a Parigi nel 1977. I miti del tempo, il valore di una scultura che rivendica la propria dimensione di linguaggio estremamente vitale. la grandiosità della figura umana, concorrono a creare la misura e la specificità della ricerca di Henry Moore, a de finire il senso di un'interpre tazione legata ai materiali più diversi: legno, pietra, bronzo. Prediligendo il più delle volte i primi due forse perché -da giovane non potevo permettermi la fusione in bronzo... inoltre avevo uno studio molto piccolo, con tre infernali gradini in ferro, ed era molto difficile portare avanti e indietro i gessi. Insomma come giovane scultore io ero limitato da restrizioni sia finanziarie che fisidie*. Nel panorama della scultura moderna, da Arp a Brancusi, da Manzù a Giacometti a Calder, Moore ha rinnovato dall'interno gli aspetti di un modellato che racchiude ed esprime, attraverso il sinuoso andante della linea, i dolori e le speranze, le angosce e le oscure vicende di una società in continua evoluzione. Fedele fino in fondo alla sua dimensione umana ed artistica soleva ripetere: «/ pittori, gli scultori, i musicisti, gli scrittori, i poeti danno un contributo positivo alla società rendendo la vita degli altri uomini più elevata*. Angelo Mistrangelo I-omini. Henry Moore osserva una delle sue sculture, la statua della «Madre con bambino»