Per i figli di marito e moglie separati chi decide sull'istruzione religiosa?

Per i figli di marito e moglie separati chi decide sull'istruzione religiosa? Per i figli di marito e moglie separati chi decide sull'istruzione religiosa? MASSA — Il problema dell'insegnamento religioso nelle scuole, discusso in grandi temi ideologici e pedagogici a livello nazionale, ha finito con l'approdare al tribunale di Massa fra le pratiche di una tormentata istruttoria relativa ad una separazione legale. Due bambini, Leonardo e Giulietta, rispettivamente di 10 e 12 anni, sono divenuti, loro malgrado, oggetto di un'ennesima disputa tra i genitori che da un anno vivono di fatto separati. La madre, Violetta Berti, ex testimone di Geova, residente a Montagnoso, ha chiesto per 1 due figli l'esonero dall'ora di religione. Il padre, Bruno Colombi, 46 anni, contrario alla decisione della moglie, è deciso a dar battaglia perché 1 figli possano ricevere l'insegnamento del Vangelo. E' forse la prima volta in Italia che dopo la circolare Falcucci il problema si presenta in questi termini po¬ nendo di conseguènza non pochi quesiti. Ad esempio, a quale dei coniugi tocca decidere sul tipo d'insegnamento religioso che dovrà essere impartito ai figli? «L'ideale sarebbe che decidessero serenamente insieme» dice l'avvocato Marcello Susini, legale di Violetta Berti. Ma la vicenda, ricca di toni paradossali, con tutta l'aria del pretesto per lo sfogo di irriducibili rancori da parte del Colombi, non pare cosi facilmente risolvibile. L'avvocato Susini si è limitato per il momento a redigere un promemoria destinato al magistrato. Bruno Colombi, spiega il legale, sembra aver dimenticato non solo la sua passata appartenenza alla setta dei testimoni di Geova, ma perfino di aver conosciuto la moglie, allora sedicenne, in una •Casa del Regno». Dimentica, continua l'avvocato, di aver tenuto corsi di cultura religiosa per «testimoni» e di aver deciso, indipendentemente dal parere della moglie, di non battezzare i figli. Da parte della donna, per la difesa, non ci sarebbe stato dunque altro intento se non quello di assecondare la volontà del Colombi che a suo tempo aveva deciso per Leonardo e Giulietta il futuro di non battezzati. Ora, la tempestiva riconversione del Colombi potrebbe in qualche modo influenzare la decisione del presidente del tribunale di Massa, Adalberto Cappiello, fervente cattolico, circa l'affidamento dei bambini attualmente in mano alla madre? Se il fatto di non far partecipare i figli all'insegnamento cattolico dovesse incidere sul concetto di idoneità ad educare la decisione sarebbe facilmente immaginabile ma «fortunatamente — afferma l'avvocato Susini — la risposta è nella nostra Costituzione». Cioè a dire: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione ecc....» e ad altra voce: «Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse da quella cattolica hanno diritto ad organizzarsi secondo i propri statuti: Però, le domande suggerite da questo caso, che probabilmente non resterà isolato, potrebbero essere ancora molte e sollevare più estesi dibattiti: ai fini della formazione infantile una confessione può essere più idonea di un'altra? «Il problema in effetti potrebbe divenire enorme; per il momento mi affido alla nostra Costituzione — dice ancora Susini — ma se tutto dovesse essere stravolto al punto di costringerci alla battaglia, battaglia ci sarà, e dura». Donatella Bartolini

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