Ai camionisti in «marcia su Torino» una denuncia per avere sfondato con 60 Tir il posto di blocco

Immediati provyeiUi.*tnti della Polizia stradale dopo la «notte brava» sull'autostrada di Aosta Immediati provyeiUi.*tnti della Polizia stradale dopo la «notte brava» sull'autostrada di Aosta Ai camionisti in «mania su Tonno» una denuncia per avere sfondato €on 60 Tir il posto di blocco Si è giocato sull'equivoco: autorizzati ad uscire dall'autoporto di Pollein, non funzionante, per cercare un albergo in città, gli autisti hanno invece ripreso il viaggio - Proteste dopo la sosta forzata a Carisio CARISIO (Vercelli) — Il colonnello Renzo Fabi, comandante della stradale di Aosta, è categorico nel ricordare l'episodio di sabato sera: «/ primi autotreni della colonna uscita dall'autoparco di Aosta si sono disposti su tre file, con l'intento di bloccare la carreggiata, non appena hanno visto la nostra pattuglia al casello dell'autostrada. E' stata una manovra concertata, ed è per questa ragione che dovrò fare rapporto all'autorità giudiziaria. Gli altri camionisti, quelli che si sono accodati dietro, verranno solo multati e diffidati: E i camionisti? Ieri se ne sono stati in piccoli gruppi vicino ai loro enormi Tir. Sono raccolti in- due piazzali fuori dall'autostrada Torino-Milano appena dietro il casello di Carisio. Gli stranieri (una quarantina, per la maggior parte tedeschi e olandesi) Torino. Gli autisti dei Tir, Dal fallimento d sono davanti al ristorante-albergo Garrone; gli italiani, una ventina, se ne stanno invece sullo spiazzo del «Paladini». Sono tutti reduci da una «notte brava* che ha mobilitato la polizia di mezzo Piemonte. Da Torino, per andar incontro alla loro colonna che stava scendendo sull'autostrada di Aosta, sabato sera si sono mossi persino il reparto Celere e la Digos. Molti camionisti hanno il giornale in mano (-Tir sfondano il posto di blocco» dice il titolo in prima pagina) ma loro non vogliono ammetterlo: «E' stata proprio la polizia stradale di Aosta a farci uscire dall'autoparco di Pollein perché anche loro hanno- capito che'non potevamo farci rimanere due giorni inun posto dove era tutto chiuso: «Non c'era mica bisogno — dice a nome di tutti Gino Belloni, detto «Barabba» dai bloccati dalla «Stradale», discuto i un matrimonio em colleghi — che a Ivrea intervenisse un mezzo esercito, perché noi non avevamo sfondato nessun posto di blocco. Sarà meglio chiarire come sono andate davvero le cose, sennò qui ci credono ancor più "pirati della strada"». In parte i fatti sono già noti. Sabato pomeriggio una sessantina di autotreni provenienti dai confini del Monte Bianco e del Gran San Bernardo si è ritrovata nell'autoporto di Pollein, subito dopo Aosta e ad un chilometro dal casello dell'autostrada. Fino ad Aosta hanno potuto viaggiare senza problemi: un decreto della giunta regionale ha dichiarato «vie doganali*, le strade che uniscono i valichi aU'autoporto. Non valgono le disposizioni che regolano la circolazione dei mezzi pesanti (traffico bloccato per 48 ore da sabato a domenica) dopo l'ordinanza no e cercano di dimostrare che trasportano «merci deperibili» erge una delicata qu emessa dal Tar laziale. Le difficoltà sono però nate a Pollein. Tutto chiuso. Niente servizi igienici, docce, mensa e foresteria per dormire. I dirigenti dell'autoparco pensavano che sabato non giungesse nessuno, invece sono arrivati in 60. Perché i camionisti non sono andati a ristorarsi nella vicina Aosta? Per non abbandonare i camion carichi: nell'autoporto non era garantita la sorveglianza notturna dei mezzi. Racconta un altro autista. Vittorio Marangoni: «Certo che ci siamo agitati, volevamo che i responsabili dell'autoporto aprissero i servisi. Sapevamo tutti, anche gli stranieri,,di non poter viaggiare in Italia. Comunque a nessuno sino a quel momento era venuto in mente di uscire con gli autotreni e tantomeno di sfondare posti di blocco: Continua un altro autista. estione giuridica Claudio Titolo: «Suno arrivati il colonnello della polizia stradale, il capo di gabinetto della Questura ed alla fine sono stati proprio loro che hanno fatto aprire le sbarre e ci hanno fatto uscire. Insomma si sono resi conto che li non potevamo stare. Siamo saliti tutti sui camion e ci siamo diretti in colonnna verso l'autostrada dove abbiamo trovato le pattuglie della stradale. Non è mica vero che ci siamo chiusi nelle cabine e ci siamo rifiutati di esibire i documenti. E' però vero che ci siamo messi su tre file bloccando la strada. Quando quelli della polizia stradale hanno visto la nostra manovra.sono, siati loro stessi a togliersi. Non.abbiamo sfondato niente, la stradale d'Aosta ci lia scortati sino a PontSaint-Martìn limitandosi a prender le targhe di tutti». Commenta ancora il colonnello Renzo Fabi: -I camionisti hanno senza dubbio il diritto di lamentarsi della situazione trovata a Pollein. Però giocano sull'equivoco, perclié noi abbiamo detto loro die potevano uscirsene dall'autoporto a patto che andassero a cercarsi alberghi e ristoranti, ce ne sono a centinaia, lungo le "vie doganali" della Val d'Aosta, dove come è noto si può viaggiare. Loro invece non hanno voluto tornare indietro nemmeno di un chilometro ed hanno puntato sull'autostrada per Tcrino e Milano. Vista la loro intenzione di bloccare la strada ci siamo limitati a controllare la situazione, avevamo poclie forze a disposizione. Poi da Torino è intervenuto anche altro personale». La carovana dei sessanta autoarticolati non è potuta andar molto lontano. Ad Ivrea, allo svincolo per la «bretella» della Torino-Milano, è stato organizzato un posto di blocco di cinque autoradio e decine di agenti arrivati da Torino. Erano or■ li le nove di sera. Tutti i v mion sono stati bloccati, ritirate le patenti, controllati i libretti di circolazione. La si tuazione non si è risolta subi to. Gli autisti hanno continuato a lamentarsi: «./Von sappiamo dove andare» e i funzionari di polizia hanno dovuto cercare degli alberghi, non troppo lontani, in grado dì ospitare sessanta camionisti. Alla line, a forza di telefonate, sono stati individuati due alberghi di Carisio. Il trasferimento è avvenuto sotto scorta. Alle due di notte ogni autista era sistemato ed i Tir posteggiati. I camionisti, prima di andare a dormire, hanno promesso: «Non ripartiremo sino a mezzanotte di domenica anche se alcuni di noi hanno merce deperibile e anche se la multa per chi infrange il divieto di circolazione è di sole 12 mila lire. A noi converrebbe viaggiare e pagare, se proprio ci fermano». Marco Vaglietti Successo della Fi

Persone citate: Claudio Titolo, Garrone, Gino Belloni, Renzo Fabi, Vaglietti, Vittorio Marangoni