Da Barbablù agli ultimi massacratori così la scienza indaga sul toro mistero

Da Barbablù agli ultimi massacratori così la scienza indaga sul toro mistero Da Barbablù agli ultimi massacratori così la scienza indaga sul toro mistero Sadismo, pratiche superstiziose, manì dell'angoscia di una nevrosi ossessiva. Fatto storico è invece quello di Gilles de Lavai barone de Rais, compagno di Giovanna d'Arco nella guerra contro gl'inglesi, che la soccorre quando essa rimane ferita, ad Qrléans. Si ritira poi nel proprio castello ove viene convinto da un italiano, Francesco Prelati, che per ottenere ricchezze occorre uccidere bambini e raccoglierne il sangue. Ne elimina 149 con tecniche così raccapriccianti che al processo che conclude la sua carriera i giudici ordinano, si veli il crocefisso dell'aula di udienza. Anche questa vicenda non è riferibile a sadismo ma viene interpretata come espressione di pratiche superstiziose in maniaco omosessuale. «Mostro» e «massacro» sono due termini ricorrenti, il primo per indicare persone perverse che compiono il male e producono sofferenze, mentre il secondo definisce molteplici contemporanee brutali uccisioni. .. Non tuttiX mostri sono massacratori c non tutti i massacri sono compiuti da mostri. Ma questa parola, che non è mai entrata nel linguaggio tecnico delle scienze criminali, a poco a poco ha assunto il particolare significato dell'autore di omicidi, spesso ripetuti nel tempo, caratterizzati da una condotta particolarmente violenta ed efferata, sia nella realtà, sia nella finzione letteraria. Charles Perrault narra, ad esemio, la favola di Barbebleue che uccide sei mogli e si appresta ad eliminare la settima quando sopraggiungono i fratelli di questa che fanno giustizia. Il termine «mostro» viene quasi sempre impiegato in riferimento all'omicida sadico, vale a dire a colui che ha una tendenza erotica al dolore altrui. Ma non tutti i delitti dei mostri, c raramente i massacri, hanno finalità sessuali e quando vi è una connessione con il sesso non sempre è di tipo sadistico. Per fare un esempio sempre letterario si può ricordare Jacques Lantier, protagonista della Bète humaine di Zola. Lantier elimina l'amata Severina e Zola scrive: «Aveva ucciso: una gioia sfrenata, un godimento enorme lo invadevano nella piena soddisfazione dell'eterno desiderio; ne provava una sorpresa mista di orgoglio, come un ingigantimenlo della sua sovranità di maschio; aveva ucciso la donna e così era giunto a possederla come da lungo tempo desiderava, tutta intera, fino ad annientarla». Questa certo non è espressione di violenza sadica, ma e: i casi più clamoro Si tratta comunque del primo di una lunghissima serie di casi oggetto di curiosità ed in tempi più recenti di osservazione scientifica che rappresentano punti di riferimento nella storia della criminologia. Va ricordato il contadino ventenne Vincenzo Verzeni. condannato nel 1873 ai lavori forzati per avere strangolato due donne con manifestazioni di antropofagia, ciò che fornisce a Lombroso una conferma della sua teoria dell'atavismo, vale a dire della ricorrenza nel criminale di caratteri dell'uomo primitivo. Gl'inizi della polizia scientifica moderna hanno una vera e propria palestra nelle imprese di Henri-Desiré Landru, criminale francese ghi¬ si della storia della gliottinato nel 1922 per avere ucciso dieci donne e un ragazzo e sempre protestatosi innocente. Pochi anni più tardi, si completa a Dusseldorf la carriera criminale di Peter Kùrten condannato per nove omicidi e sette tentativi a carattere veramente sadico. Le imprese di Kùrten s'intrecciano in maniera davvero complessa con delitti di altri criminali. Catturato, confessa i propri misfatti che vengono tutti corroborati da altri mezzi di prova. Al processo rimane calmo al punto da correggere nei particolari alcune imprecisioni delle perizie e delle accuse. Non mostra mai alcun pentimento, non ricorre in appello contro la condanna a morte che gli viene inflitta ma criminologia - L'ipo presenta domanda di grazia, sapendo che il ministro della Giustizia e contrario alla pena capitale. Non gli viene concessa e come ultimo desiderio chiede di potere scrivere ai familiari delle sue vittime cui indirizza tredici lettere. Il 2 luglio 1931 viene decapitato. Nessun caso successivo suscita una simile eco nella letteratura specializzata che pure, nel nostro Paese, registra una serie impressionante di casi che vanno dalla saponificatrice Cianciulli al «mostro» di Firenze ed alle imprese criminali a firma «Ludwig». Eppure i casi di rilevanza scientifica si susseguono, come quello dello statunitense Richard Spech, massacratore di otto fanciulle in un dormitorio di Chicago, riconosciuto por¬ tesi di Lombroso tatore di un'anomalia cromosomica ritenuta determinante per le sue azioni criminose. I più moderni ritrovati di polizia scientifica non sono riusciti ad appurare se Wayne Williams, accusato degli omicidi di 28 giovani negri verificatisi in Georgia sino al 1981, agi o no da solo. Al di là della curiosità del pubblico queste ed altre espressioni criminali particolarmente efferate costituiscono una delle basi di studio delle scienze medico-legali moderne nei diversi aspetti interpretativi ed identificativi allo scopo di circoscrivere o almeno di comprendere il mondo dei «mostri» e dei «massacri». Pierluigi Bainia Bollone dell'Università di Tonno

Luoghi citati: Barbablù, Chicago, Firenze, Georgia, Qrléans