Jack, Landru e altri fantasmi...

Ha confessato d'aver ucciso otto donne a Torino: cosa ne dicono psichiatria, storia, letteratura Ha confessato d'aver ucciso otto donne a Torino: cosa ne dicono psichiatria, storia, letteratura Jack, Landra e altri fantasmi L'iceberg degli omicidi Spiritisti, sensitivi, medium nel 1888 si misero a caccia di Jack lo Squartatore. Ma l'enigma della Londra vittoriana non fu mai veramente risolto Gli scheletri di Mister Christie L'etichetta di «mostro», benché ingiusta e Ipocrita ss generalizzala, è la prima che viene In mente all'uomo della strada davanti a delitti particolarmente atroci, cioè, possiamo dire, di alta «professionalità» delinquenziale o psicopatica, come quella di Giancarlo Giudice, Il camionista che avrebbe ucciso di proposito, con sadismo, otto prostitute, nessuna delle quali giovanissima. E un'etichetta ancora In sospeso, ma identica, è quella che grava ormai da qualche anno sul •mostro di Firenze», ancora da Individuare e punire. Delitti ed assasslnll cosi attlni ed Insieme cosi diversi per stile e «bersagli», evocano spontaneamente tantasmi scontati, diversi ma at lini, come Landru, Jack lo Squartatore ed altri. Insieme col terrore che possa all'Improvviso toccare anche a me, a te, a persone care, cresce anche la curiosità, ma di regala questa dura sinché durano sulla stampa la cronaca del fatto e I misteri dell'esecuzione. Se però risulta, come nel caso di Giudice, che si tratta di un sadico psicopatico — tale anche se riesce a conciliare con queste tendenze un equilibrio ed una resistenza fisica che gli consentono, come camionista, di guidare anche per trentasei ore con soste brevissime — ap pena il clamore cala e si spegne, diamo tutti un respiro di sollievo. CI basta, a quel punto, che l'assassino (che in questo né si è vantato, né si è rammaricato del proprio delitto, limitandosi a ripetere che ha ucciso otto donne soltanto perché gli «faceva piacere» vederle soffrire) finisca negli archivi della psichiatria. Eppure, una domanda torna sempre giustamente ad Imporsi, anche se quasi nessuno l'approfondisce del tutto: si tratta di raptus Isolati o non piuttosto di quell'Iceberg di cui conosciamo solo la punta emersa, ma che, nel profondo della psiche di tanti labili, spegne gli ultimi barlumi della ragione senza che nessuno di solito se ne renda conto? E tuttavia.esistono altri omlcl"tèfiv TOB>»lnore pericolosità,.e senza evidenti tare di follia vera e propria, bensì divorati da esibizionismo, presunzione per cosi dire agonistica ad altissimo rischio, e con sempre più frequenti occasioni di massacro, di veri e propri «delitti di strage». Il tatto che Giudice faccia II camionista — anche se pare che mai di quel mezzo si sia direttamente avvantaggiato per sequestrare, torturare ed uccidere — mi ha fatto abbinare d'istinto, per un momento, I due delitti. Una delle tante gare di velocità e sorpasso selvaggio fra «tir» solo se frutta morti e feriti finisce In cronaca e In tribunale. Tutte le altre gare, anche se ad uguale rischio, giocate di proposito, e quindi anche se non Intenzionalmente altrettanto delittuose, sono all'ordine del giorno, tutti ne slamo purtroppo spettatori molto spesso. Se vi Incappiamo e ne ecam piamo, fioccano al massimo le nostre maledizioni e scongiuri. Poi, soprattutto nel grandi esodi e contro-esodi di massa, si tor na tutti quanti a rischiare di nuovo. Vengono In mente, da vanti a queste cronache della presunzione omicida, film come «Vite vendute», sulla dura vita del camionista, e film come «Duel» sulla terrificante vloleiv za di queste sfide fra dinosauri dell'asfalto. Ma come Indignarsi, scandalizzarsi, se poi, per mei zo di automobili normali, le nostre automobili di tutti i giorni, In certe sagre d'andata e ritorno dal weekend o dalle ferie, Il boi lettino del morti e feriti, proprio a fine agosto, ò quello di una fo roce battaglia fra incoscienti ed imbecilli più che fra fortunati e sfortunati, se non quello di una guerra vera e propria? Prima di parlare di sciagura parliamo di Incoscienza. Perché non cominciare tutti quanti a rallentare i meccanismi di quel l'orgoglio spesso omicida e sul elda che chiamiamo velocità, emulazione, abilità, sicurezza? Anche noi, molte volte, siamo «mostri», potenziali omicidi e suicidi. Nazareno Fabbretti e d i Ri'Kinald Chrìstie: a i onora nel 1953 uccise almeno quattro donne La lama, coinè un lampo rosso, scattava seguita dall'urlo della vittima. Gli spettatori trattenevano il fiato fra la nebbia che, per un marchingegno scenico, usciva di sotto le poltrone e velava per lunghi attimi lo schermo. Cosi fu presentato Jack lo Squartatore nello spettacolo The London experìence, messo in scena a Piccadilly da Bernard Delfont qualche anno fa. In sette schermi, con un gioco elettronico di suoni e immagini, il grande show raccontava la. storia di Londra dalle orìgini, dall'epoca romana, fino a oggi. Jack compariva come suggestivo e terrifico personaggio di un grosso puzzle mai del tutto chiarito. Jack, che ha ispirato saggi, romanzi, film, fumetti, agi nell'autunno del 1888. Le perle che infilò nella sua macabra collana, con scrupolo sa perversione, erano prostitute. La zona che prescelse per campo d'azione è quella malfamata e allora poverissima di Whitechapel; non è agevole trovare oggi negli androni, nei cortili, sul selciato, il punto in cui avvenne ciascun crimine, considerando le case risparmiate dalle distruzioni della guerra e quelle costruite nel frattempo. In gran parte ristrutturato, il quartiere è cambiato sino a perdere il proprio squallore. La prima settimana di agosto del 1888, l'attore americano Richard Mansfield portò in scena al Teatro Lyceum di Londra II dottor Jekyll e Mister Hyde, tratto dal romanzo di Stevenson. Il dramma, la cui trama è nota, potrebbe, secondo taluni, aver influenzato, almeno in un secondo tempo, l'assassino. Il pubblico, la sera del 6 agosto, con dodici «chiamate alla riabalta» di Mansfield, gli decretò il trionfo, n giorno successivo uno stivatore, John Reeves, scoprì in George Yard — oggi si chiama Gunthorpe Street — il cadavere di Martha Tambram, secondo la maggior parte dei ricercatori, prima vittima del .mostro». Questi tornò a uccidere il 31 agosto, poi l'8 settembre, e non era ancora sazio. Scrisse a Scotland Yard (è archiviato un suo messaggio vergato con inchiostro rosso), poi il 29 settembre colpi due volte: due donne massacrate con il suo spaventoso rituale. Il 9 novembre, giorno particolare per Londra: compleanno del Principe di Galles, futuro Edoardo VII, e insediamento del Lord Mayor, sindaco della City. Cocchio di gala, sventolio di bandiere, salve d'artiglieria, poi l'annuncio che distruggeva la festa: lo Sventratore ha colpito di nuovo. Al numero 13 di Miller's Court il folle aveva fatto scempio di Mary Kelly, nota come «Black Mary». E' l'unica uccisa nella sua abitazione. Fu il «capolavoro» di Jack e i cronisti più incalliti non ressero a quell'esibizione di parti umane strappate dal corpo, in un'orgia di sangue. Già c'era stata una raccolta di firme per una petizione che molte donne (oltre quattromila) dell'East End. il quartiere interessato, rivolsero alla regina Vittoria perché intervenisse di persona. Dopo il crimine, la sovrana inviò un messaggio spazientito al primo ministro Lord Salisbury: 'Questo nuovo delitto, il più spaventoso di tutti, dimostra l'assoluta necessità di un intervento drastico. I vicoli, i passaggi, i cortili di Londra devono essere illuminati, e bisogna potenziare la sezione investigativa. I nostri agenti non sono evidentemente all'altezza del loro compito... ». Posto in stato d'accusa davanti al Parlamento, Sir Charles Warren, capo della polizia, aveva rassegnato le dimissioni l'8 novembre, alla vigilia dell'ultimo assassinio. Chi era Jack? Supposizioni ne sono state fatte, molte, e alcune furono tema per volumi. Si parlò di un medico, si fece il nome di un grosso esponente dell'aristocrazia, si disse anche che poteva essere una donna animata da odio nei confronti del suo medesimo sesso. A Scotland Yard prevale tuttora l'opinione espressa da Sir Melville Macnaghten, già vice commissario di polizia, che nelle me- morie pubblicate nel 1914 scrisse, fra l'altro: «... la sicurezza assoluta non l'avremo mai. Se le mie congetture sono esatte, la verità sullo Sventratore è rimasta in fondo al Tamigi-. Si riferiva al suicidio di M. J. Druitt, figlio di un medico, avvocato, che si tolse la vita buttandosi nel Tamigi il 10 novembre 1888. I sospetti nei suoi confronti per ogni omicidio furono pesanti. Spiritisti, sensitivi, medium, fra i quali il più noto fu Robert Lees, si misero in caccia di Jack, ma senza risultato. Lees è citato spesso come •medium della reginaperché sarebbe stato in alcune occasioni consultato da Vittoria. Non c'è prova al riguardo anche se si è parlato spesso di un orologio con il monogramma reale che la sovrana avrebbe donato allo spiritista in cambio della sua opera. Egli, direttore di un centro di ricerche spiritistiche a Peckham, avrebbe addirittura «visto» con i suoi poteri extrasensoriali il folle che colpiva una delle vittime e descrisse l'assassino alla polizia. Poi Lees raccontò di essersi imbattuto nello Sventratore su un autobus a Notting Hill, consentendo cosi alla polizia di identificarlo nello studio di un alienista di Harley Street, ma Scotland Yard non ha mai confermato questa sua versione. L'enigma del 1888 è il più angosciosamente affascinante della Londra vittoriana. Se ne fecero interpreti anche i cantastorie che ripetevano: -Qualcuno l'ha visto? Qualcuno sa dirci dov'è? Se lo incontrate, strappategli il coltello, legatelo per bene, e poi datelo alle donne: ci penseranno loro a strappargli la pelle-. Scuotendo il capo, un po' beffardo come sempre, Bernard Shaw tornando a Londra da Plumstead annotava: -Sul treno non si parlava d'altro che dei due delitti-. Resta da dire come i delitti attribuiti a Jack siano stati commessi fra la notte del venerdì e la domenica, nella prima o nell'ultima settimana del mese. Cercava, quasi di certo, i giorni in cui le sue imprese potessero suscitare maggiore scalpore. L'assassinio della Kelly il 9 novembre, data dell'insediamento del Lord Mayor, conferma questo proposito esibizionista. Il secondo elemento — e a suo tempo ne ottenemmo conferma esaminando gli archivi dello Yard — sta nel fatto che all'inizio del mese di dicembre 1888 la polizia abolì, di fatto, le misure eccezionali e i pattugliamenti in Whitechapel. Ciò perché era giunta alla conclusione che Jack non si sarebbe più fatto vivo, mentre comitati di vigilanza, volontari e detectives stavano all'erta. Scotland Yard, rime poi dichiarò Macnaght . aveva i suoi motivi per agire cosi, certa che Jack lo Squartatore non esisteva più. Montagu John Druitt si era già gettato nel Tamigi Non è una soluzione troppo ad effetto e ciò spiega perché se ne siano di continuo cercate altre più suggestive, puntando il dito, quasi accusatore, contro il duca di Clarence e Avondale, morto nel 1892. con la mente sconvolta da una grave malattia. La sua fine, proprio per lo stato in cui si trovava, fu definita «un misericordioso atto della Provvidenza- e tali parole vennero fraintese. La verità talvolta è semplice e, proprio per questo, si tende a respingerla. Renzo Rossotti |EESEEIal3(3ls È IN E Nel numero di settembre Roma: i giardini degli dei Sicilia: scavi a Himera Australia: scoperte sulla preistoria e lo straordinario Dossier: Polonia millenaria 13 lasgg ISTITUTO GEOGRA Banale, mediocre In tutto, gli occhi stupefatti dietro lenti cerchiate di tartaruga, ex combattente, ex poliziotto. Un «mostro» improbabile Il signor Reglnald Chrìstie-, Il quale nel 1953, l'anno dell'Incoronazione di Elisabetta II e della conquista dell'Everest, riuscì a farsi spazio nelle prime pagine. A Rllllngton Place numero 10, nella non ben (amata zona di Nottlng Hill, qualche turista va ancora oggi, attratto dalle rievocazioni che periodicamente si tanno au quel caso, a cercare II bugigattolo da cui gli scheletri uscirono allora come da una scatola cinese scatene odo la bufera nelle redazioni di Floot Street, la via londinese del giornali. Christie ebbe In un baleno la patente di «mostro» e ci si domandò se, con la sua meticolosità criminale — un posto per ogni scheletro e ogni scheletro al suo posto — si fosse qualificato come •cliente» più a misura di Holmes oppure di Agatha Christie, e II richiamo alla scrittrice fu d'obbligo anche per la curiosa omonimia. Il 24 marzo 1953 II signor Beresford Brown telefonò a Scotland Yard. Gridò: «C'è un cadavere In casa mia, nel muro della cucina, venite subito!». Cercando un posto in cui collocare una mensola per reggere l'apparecchio radio, aveva notato come la parete «suonasse male», come se dietro ci fosse II vuoto. La polizia accorse in forze per un motivo particolare: tre anni prima in quella casa c'erano stati due delitti. Un uomo, TImothy Evans, aveva ucciso moglie e figlioletta. Confessati I crimini, Evans aveva tentato di evitare la forca scaricando ogni colpa sul vicino di casa. l'Insospettabile Reglnald Christie. Parve un'Infamia accusare quell'uomo cosi per bene e certamente onesto. Evans comunque fin) Impiccato e Christie continuò la sua grigia esistenza. 1 poliziotti rimasero allibiti. Nella cucina di Rllllngton Place non c'era soltanto un cadavere, ma ne venne fuori un secondo, poi so ne trovò un terzo, tutti di donne. Un quarto cadavere, rinvenuto sotto le assi del pavimento, apparteneva a una donna di mezza età morta da dodici a quindici settimane, strangolata con una corda. , Era Etnei Christie, cinquantaquattro anni, consorte del signor Christie. Le altre tre, Hectorlna MacLennan di ventlsel anni, Kathleen Maloney e Rita Nelson, tutte e due di venticinque anni, le aveva Incontrate casualmente, portate a Rllllngton Place, soppresse, Inumate. Christie era stato testimone d'accusa contro Evans. Poteva forse essere stato lui a uccidere anche la moglie di Evans e la figlioletta? Christie non era In casa quando arrivarono I poliziotti. Fu trovato da un agente il 31 marzo, poco dopo le 9 del mattino, presso Il ponte di Putney, sul Tamigi. Dedino false generalità, ma si lasciò condurre via e venne Identificato. Nel portafogli conservava qualche ritaglio di giornale relativo al caso Evans. Paranoico necrofllo confessò anche I particolari: «Poveretta, la sua faccia era livida e stava soffocando. Feci quel che potevo per farla respirare normalmente, ma non ci riuscii...». Questo per quanto riguardava la moglie. Le altre le aveva «amate dopo morte», come bambole fredde In sua balla, per vendetta d'essersi sentito dare, da ragazzino, dell'Impotente dalle coetanee. Nel dibattimento, seguito parola per parola da una folla enorme, Christie non ebbe molto da parlare. Fu riferito come, dopo la condanna di Evans, egli avesse avuto la taccia tosta di andare In giro per vendere alla stampa foto delt'«omlclds di Riillngton Place» e alcune riuscì pure a piazzarle. Evans era salito sul patibolo giurando la propria innocenza dicendo di non avere mai pensato di sopprimere la moglie e tantomeno la bimba che amava. Oggi, dopo l'affare Christie, non c'è dubbio che Evans verrebbe quantomeno dichiarato «non colpevole». Il cielo era striato di nubi, quel mattino di luglio del 1953, quando Reglnald Christie fini sulla forca. Era stato ospitato nel carcere di Pentonvule nella stessa cella di Evans. Fu sepolto nel cortile-cimitero del carcere a venti metri dalla tomba di Evans. r. ross. DICOLA EEEBSEEEEiE ! GÌ GÌ Gl Gl Gl Gl Gl Gl Gl Gl Gl Gì Gl Gl Gl gì Gl Gl Gl FICO DE AGOSTINI ssisb! Gl