«A marzo torniamo a Palazzo Chigi ma potremmo perdere le grandi città» di Alberto Rapisarda
Alla festa dell'amicizia, la de fra sport, divertimento e preoccupazioni Alla festa dell'amicizia, la de fra sport, divertimento e preoccupazioni «A marzo torniamo a Palazzo Chigi ma potremmo perdere le grandi città Evangelisti: «Che più e perdiamo il DAL NOSTRO INVIATO CERVIA — Gino Bartali si tira dietro la carovana dei ciclisti che corrono per la Festa dell'amicizia per le vie di Cervia e di Milano Marittima. Pedalano con lui Ercole Baldini e Panebianco. La sagra delle vecchie glorie continua anche al secondo giorno della festa dopo la premiazione del democristiano ultracentenario. I giovani continuano a non vedersi. Ma arriveranno, assicurano, cosi come arriveranno i dirigenti di prestigio. Non oggi, giornata interamente dedicata ai problemi del calcio italiano'. Uh megadibattito tisi svilupperà per tutta la giornata sotto la guida del direttore del Corriere dello Sport. Giorgio Tosatti. e con la partecipazione di Carraro. Dino Viola. Allodi, Berlusconi e via elencando. Qualcuno comincerà a vedersi domani, nel dibattito in trasferta che si terrà a Cesena sul tema: «Che aria tira ci facciamo con la presidenza del Consiglio se i socialisti non ci stanno potere a Roma, Napoli e Milano?» - Attesa per il dibattito con Formica negli enti locali-. Ci saranno i responsabili degli enti locali di tutti i partiti. E sin da ora si sa che secondo la de l'aria che tira non è poi tanto buona. Non è ancora burrasca, ma lo scudo crociato comincia già a percepire il clima elettrico che precede le tempeste. «Ci sono segnali preoccupanti- dice Franco Evangelisti. E nei suoi occhi si legge la paura per la trappola che Bettino Craxi starebbe tendendo alla de. «Forlani è più cauto di me a proposito dei contatti da stabilire con i cqmunisti. Mq. imniaginiamo che a marzo ci riprendiamo Palazzo Chigi e contemporaneamente perdiamo il potere a Roma, Napoli. Milano, perché i socialisti non ci stanno più. Se perdiamo il potere locale, insomma, che ci facciamo con Palazzo Chigi?- riflette ad alta voce Evangelisti. Nella mente dello stratega del festival ogni dibattito de dovrebbe essere un tassello per dare una risposta alle paure del partito. Mercoledì la de prima si interrogherà su cosa è lei, in un dibattito al quale parteciperanno i rappresentanti delle varie correnti, e poi. a sera, dialogherà direttamente con quel «mangiademocristiani- di Rino Formica, come lo definisce Evangelisti. Atteso con interesse, con ansia e con sospetto. Formica è diventato qui la personificazione delle paure democristiane. •Si, si. Noi diciamo die andrà tutto bene <» marzo, die Craxi se ne va. Ma se non va tutto bène? Clìe facciamo? Diciamo che abbiamo perso sette mesi sema far nulla?-. Se lo chiede Evangelisti e se lo chiede la de. Lo scudo crociato, però, è ancora un involucro nel quale manca il contenuto. C'è la linea politica dell'ultimo congresso ma mancano gli organi dirigenti nuovi. «Cominceremo a par¬ larne qui e a dare dei consigli ■ assicura Evangelisti. Nel frattempo, mancando interlocutori e protagonisti, il festival parla di donne e di poveri. Ieri la giornata è stata di Tina Anselmi, che ha proposto di dare un assegno sociale a tutti coloro che non riescono a percepire un reddito superiore alle 420 mila lire al mese. Le persone interessate sarebbero 13 milioni, stando allo studio di Ermanno Gorieri. Secondo la Anselmi. i comunisti e gli indipendenti di sinistra sarebbero pronti a dare il loro, appoggio in Parlamento. il dibattito si è svolto nel chiuso dei «magazzini del sale». Fuori ha continuato a sciamare per tutta la giornata la folla di turisti incuriositi, che sono assai più dei democristiani locali. E quei pochi che girano vogliono farsi riconoscere. Davanti allo stand del vino Albana, cinque de romagnoli cantano in coro col bicchiere in mano l'inno del partito: «O bianco fiore simbol d'amore-, guardati con affettuosa comprensione degli standisti. Probabilmente comunisti, come una buona parte degli espositori piccoli e medi. Sono loro i finanziatori del festival democristiano. Duecentocinquanta espositori tra grandi imprese pubbliche e private, cooperative, editori, ristoratori, venditori di alimentari che hanno speso complessivamente un miliardo e 600 milioni che è poi il costo complessivo del festival, , pagando per l/affitto del suolo e per la pubblicità pubblicata su un lussuoso volume patinato. Ha dato il suo obolo anche la Regione rossa Emilia Romagna con numerose pagine turistiche introdotte da uno slogan invitante: «La~Regione Emilia Romagna vuole fare amicizia con te-. Alberto Rapisarda Scritto in demitese
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