Pittore-antiquario ora accusa «Pressioni d'un altro giudite» di Claudio Giacchino

Pittore-antiquario ora accusa «Pressioni d'un altro giudite» Appello a Milano per i magistrati Tribisonna e Carpinteri Pittore-antiquario ora accusa «Pressioni d'un altro giudite» Sorpresa in aula - «Mi fece accusare da un ristoratore per poter inchiodare i suoi colleghi» /( nostro inviato ci telefona da Milano: L'imputato Pasquale Pilla dice: -Il ristoratore Pasquale Casella mi ha accusato perché il giudice istruttore di Torino, Luigi Acordon, l'aveva minacciato i ioè, gli aveva detto che se non incastrava i magistrati Tribisonna e Carpinteri, e di conseguenza anche me, gli avrebbe fatto prendere vent'annt di galera accollandogli l'omicidio di Risicato (un pregiudicato ucciso dal clan del catane si,. ndr)-. Questa sorprendente dichiarazione ha caratterizzato l'inizio del processo di secondo grado alla corte d'appello di Milano contro gli ex giudici a laterp del tribunale chlamaco ad occuparsi del «caso tangenti». Antonio Tribisonna e Franca Carpinteri. Entrambi sono nei guai per le rivelazioni di un pentito della mafia, Giuseppe Muzio detto «Pepiuno 'o banditu»: •Nel 1982 fui assolto da Tribisonna per traffico d'eroina. Lui era stato contattato da miei amici, in cambio del favore ebbe un mobile, un quadro ed una collezione di sterline. Nel collegio giudicante che mi regalò la libertà c'era anche la Carpinteri-. Era la primavera del 1985, le parole di Muzio fecero saltare il processo delle tangenti contro il faccendiere Zampini e i politici, ormai prossimo alla sentenza. Tribisonna e la Carpinteri vennero inquisiti e rinviati a giudizio di fronte al tribunale di Milano (per legge i magistrati debbono essere giudicati da colleglli di un altro distretto). In primo grado (ottobre '85) a Tribisonna. riconosciuto colpevole di corruzione, vennero inflitti un anno ed 8 mesi di reclusione (pena sospesa). La Carpinteri, Invece. fu assolta con formula ampia dall'imputazione di interesse privato. Il pm, che aveva chiesto la condanna a 14 mesi, presentò subito ricorso. Cosi, Franca Carpinteri è tornata ieri nel palazzo di giustizia milanese. Con Tribisonna, s'è seduta sulla panca degli imputati a piede Ubero. Alle loro spalle, nella gabbia, l fratelli Ciccio e Roberto Miano, boss del sanguinario clan del catanesl, ora pentiti: hanno presentato appello contro la condanna a 18 mesi ciascuno, per la corruzione di Tribisonna. | Accanto ai Miano, Antonino Sala, killer del clan, anch'.egli pentito. Nel primo procedimento è stato assolto con formula ampia, il pm ha impugnato il verdetto. In un angolo, tra i carabinieri. Pasquale Pilla. Pittore ed antiquario, è da mesi in carcere per un'ingarbugliata storia di quadri e miliardi, bottino di clamorose rapine, ricettati. Per questa vicenda è in prigione anche Luigi Moschetta, ex procuratore della Repubblica di Ivrea e, nel '78. grande accusatore del nucleo storico delle Brigate rosse. L'udienza. Si inizia con cinque ore di ritardo perché ci si è dimenticati di tradurre per tempo Saia dal carcere di Aosta. E il processo scorrerebbe via senza sussulti se non ci fossero le «rivelazioni, di Pilla. Tribisonna, pallido e con voce carica di emozione, ripete, affiancato dall'aw. Deigrosso: «Sono serio ed onesto e non un giudice corrotto-. Franca Carpinteri spiega perché l'assoluzione di Muzio fu un verdetto giusto. Parla a lungo, il difensore Dall'Ora non deve mal Intervenire. Sono laconici ('Niente da dire-), i fratelli Miano e Sala, assistiti dagli avvocati Paola e Diodà. Il difensore di Pilla, aw. Galasso, appare stupito per le dichiarazioni del proprio cliente ed ha il suo daffare per cercare di chiarire al presidente Franchino ed al procuratore generale Polidort i racconti del pittore antiquario. Oggi la sentenza. Claudio Giacchino Il pittore Pasquale Pilla

Luoghi citati: Aosta, Ivrea, Milano, Torino