«Ministro il fumo fa male » di Remo Lugli

«Ministro/ il fumo fa male » i esperti replicano a Ponat-Cafiin che non condivide la battaglio contro 88 tabacco «Ministro/ il fumo fa male » Il prof. Santi (Lega anti-tumori): «E' una delle maggiori epidemie del secolo» - L'oncologa Franceschi: «In Italia il più alto tasso di tumori al polmone fra i giovani» - Il prof. Badeìlino (Istituto tumori): «A quota 200 mila sigarette si muore prima nel 30% dei casi» - Degan difende il proprio progetto di divieto nei locali pubblici L'ex ministro della Sanità Costante Degan nel mesi scorsi aveva avviato un progetto di legge contro 1 fumatori nei luoghi pubblici. S'annunciava una speranza per l'aria più salubre che anche i non fumatori avrebbero potuta respirare nelle aree collettive: e i fumatori sarebbero stati Indotti a fumare meno, salvaguardando cosi meglio la loro salute. Ma 11 nuovo ministro Carlo DonatCattin ha affermato di non condividere la campagna contro il fumo. Che cosa pensano di questo atteggiamento coloro che. per la loro professione, sono portati a constatare giorno per giorno quanto gravi siano i danni provocati dal fumo? E, prima ancora, qual è il commento dell'ex ministro? Dice il senatore Costante Degan: «Ho assunto quella iniziativa perché ero e sono profondamente convinto che sia giusta. Avevo affrontato la tematica poco dopo l'assunzione della carica di ministro. La prima tappa della mia convinzione è stata la decisione di smettere di fumare (primavera dell'85), poi nell'autunno ho trasmesso il testo della proposta al Consiglio dei ministri che l'ha approvata nella scorsa primavera. Mi auguro che il dibattito continui la sua strada in maniera di contribuire a creare fra la gente la consapevolezza dei pericoli che sono Insiti nel fumo-. Ma mancando la spinta del propugnatore non è improbabile che il progetto si areni prima di approdare in Parlamento; non sarà il caso che l'ex ministro chieda l'appoggio del ministro in carica, compagno di partito? Degan ammette: 'Non è da escludere che in via privata cerchi un contatto con Donat-Cattin su questo problema perché ritengo di essere nel giusto». Ora ascoltiamo gli esperti. Il prof. Leonardo Santi, presidente nazionale della Lega Italiana per la lotta contro 1 tumori: -Devo ancora capire se il ministro della sanità Donat-Cattin si riferiva soltanto alla norma di legge proposta dal suo predecessore che non era accompagnata da una sufficiente informazione alla popolazione, oppure se in realtà ritiene che il fumo non [possa portare a gravi conseguenze. Se è vera quest'ulti¬ ma ipotesi bisogna ricordargli che il fumo rappresenta uno dei maggiori danni alla salute che ci siano nell'epoca moderna, non paragonabile a nessun altro, compresi la droga e l'Aids che pure sono fenomeni importanti e drammatici. I danni del fumo si esprimono con malattie dirette ma anche con riduzione delle capacità di resistenza dell'organismo. Non c'è dubbio: il fumo è una delle più grandi epidemie che si conoscano». La dottoressa Silvia Franceschi, del servizio epidemiologico del Centro oncologico di Aviano (Pordenone), sulle affermazioni di Donat-Cattin cosi si esprime: -Sono stupefatta dalla sua leggerezza, dalla superficialità, dalla genericità con cui tratta argom'mtl sui quali ha assoluta Incompetenza. In questo modo si fanno tre passi indietro quando si sperava di farne uno avanti. L'Italia è un Paese di retroguardia in fatto di fumo: negli Stati Uniti fuma meno del dieci per cento della popolazione, in Italia il 30%. Il provvedimento di Degan incominciava ad adeguarci alle misure che negli altri Paesi sono già state prese. Ora l'atteggiamento di Donat-Cattin viene a far traballare i buoni propositi che qualche fumatore stava già manifestando-. La dottoressa Franceschi ricorda che in Italia la mortalità da tumori dell'apparato respiratorio è l'unica In aumento clamoroso negli ultimi venti anni. In particolare nei giovani adulti, cioè al di sotto dei 40 anni, abbiamo 1 tassi di tumore del polmone più alti di tutto il mondo. Il consumo di tabacco è andato aumentando fino al 1980, epoca in cui è iniziata una leggera diminuzione, fra la popolazione maschile: le donne, specie le giovani, fumano sempre di più. E' un dato quest'ultimo che viene confermato anche dal prof. Fausto Badeìlino, pri mario della divisione oncologica chirurgica delU'Istituto Tumori di Genova: «£', a pensarci bene, una conseguenza del Sessantotto — dice —: l'emancipazione della donna la quale, anche attraverso la sigaretta in bocca, vuole fare quello che l'uomo ha sempre fatto con facilità. E infatti l'incidenza del cancro al polmone nella donna sta raggiungendo quella del cancro al seno (in sede internazionale 25%)-. Sulle dichiarazioni del ministro Donat-Cattin il prof. Badeìlino sottolinea che «non è giusto sottovalutare i pericoli del fumo-. Aggiunge: -E' chiaramente dimostrato da tutte le ricerche sia di natura epidemiologica, sia da indagini sui diversi campioni di popolazione, che nei forti fumatori (oltre le 20 sigarette al giorno fino a raggiungere le 80-90 mila sigarette fumate) c'è un'alta probabilità di avere guai di natura circolatoria o neoplastica (già con 200 mila sigarette si hanno trenta volte più probabilità di morire anzitempo rispetto a chi non fuma). Sede preferenziale dei tumori è quella bronchiale e polmonare; seguono il cavo orale, faringe, laringe, esofago e tutti gli altri rischi, come i tumori vescicali, renali, del pancreas-. Il prof. Badeìlino cita i risultati di esperimenti americani riportati da pubblicazioni scientifiche, come questi: nell'acqua di una vaschetta nella quale sta nuotando un pesciolino viene insufflato il fumo di una sigaretta e subito il pesce muore; un uomo s'attacca alla vena di un braccio una sanguisuga e fuma tre sigarette una dietro l'altra e la sanguisuga muore. -Negli ultimi venti anni i medici inglesi, ben consapevoli dei pericoli del fumo, hanno, nella quasi totalità, smesso di fumare e già si sta riscontrando nella loro categoria la scomparsa del rischio tumore al polmone. Da noi, purtrop¬ po — contiunua il prof. Badeìlino —, molti medici continuano ad essere fumatori come tutti gli altri; e si fuma anche negli ospedali, nonostante t divieti. Ma questi divieti chi dovrebbe farli rispettare? Si dovrebbe chiarire questa normativa, inasprire le sanzioni. E soprattutto si dovrebbe fare opera di informazione, di persuasione, incominciando dai giovani, ad esempio inculcando loro l'idea che "fumare non è fine"-. Ancora un giudizio sul comportamento del ministro Donat- Cattln, da parte del prof. Carlo La Vecchia epidemiologo dei tumori all'Istituto di ricerche Mario Negri di Milano: -E' un clamoroso errore. Il fumo è la singola causa nota del maggior numero di morti in Italia. E queste morti sfiorano le 80 mila all'anno. Ci stiamo avvicinando ai 100 mila e siamo di fronte a una impressionante linea discendente: muoiono per tumore persone sempre più giovani. Il ministero della Sanità italiano è l'unico fra i Paesi sviluppati che non prenda provvedimenti contro il fumo. Ad esempio, non obbliga i produttori a scrivere sui pacchetti di sigarette che il tabacco è dannoso. Lo stesso pacchetto venduto negli Stati Uniti ha questa dicitura, in Italia no-. Remo Lugli