L'Italia fa più ricerca

L'Italia fa più ricerca Nell'86 si spenderanno 11.173 miliardi (9245 nell'85) L'Italia fa più ricerca Il presidente del Cnr: «Notevole dinamicità delle imprese private» - All'Enea 1100 miliardi, ma diminuisce la quota per il nucleare - Ancora scarsa attenzione per l'ambiente DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — Quest'anno per la ricerca scientifica l'Italia spenderà 111 per cento in più (in termini reali, mentre in termini nominali si dovrebbe parlare del 20,8 per cento) rispetto all'anno scorso: 11.173 miliardi di lire, contro i 9245 del 1985. Di questi. 5473 saranno erogati dal comparto pubblico (amministrazioni dello Stato, organismi di ricerca ed enti pubblici) e 5700 dal settore privato (imprese private ed a partecipazione statale, Enel). I ricercatori sono aumentati di 3179 unità, su un totale del personale dì 102 mila 965 unità). Rispetto al Prodotto interno lordo (Pil), il confronto più significativo per valutare l'impegno di un Paese nella ricerca, la percentuale di spesa è salita per la prima volta all' 1.47 per cento (1,26 nel 1984 e 1.35 nel 1985), una percentuale che rimane comunque ancora distante da quella dei Paesi più industrializzati e che varia fra il 2,3 per cento della Francia e il 2,8 degli Stati Uniti. Queste le cifre di massima contenute nella 'Relazione generale sullo stato della ricerca scientifica e tecnologica in Italia per l'anno 1986', presentato ieri a Napoli dal presidente del Centro nazionale delle ricerche Luigi Rossi Bernardi al Convegno «.Ricerca Scientifica e Mezzogiorno- organizzato dallo stesso Cnr ed al quale hanno parte¬ cipato anche i ministri della Ricerca scientifica e tecnologica Luigi Granelli, della Pubblica istruzione Franca Falcucci e dell'Ambiente Ferruccio De Lorenzo. •Rispetto al 1985 — ha sottolineato Rossi Bernardi — sono soprattutto le imprese private a mettere in luce una notevole dinamicità, consapevoli dell'importanza del fattore innovativo nel loro processo di sviluppo. Il rapporto fra ricerca pubblica e industria si va intensificando: fino ad oggi il Cnr ha già siglato HO accordi di collaborazione con la grande industria'. Gli 11.173 miliardi di quest'anno sono destinati per il 40 per cento alla ricerca applicata, per il 42,7 per cento alla ricerca-sviluppo e per il 17,3 per cento alla ricerca pura. Analizzata più dettagliatamente, la spesa appare cosi suddivisa: 3488 miliardi dalle imprese private, 2043 miliardi dalle imprese a partecipazione statale, 1994 miliardi dagli organismi di ricerca (Cnr ed Enea), 1748 dalle Università, 1406 dall'Amministrazione dello Stato, 325 dagli enti pubblici e 169 dall'Enel. Circa la destinazione dei fondi. l'Università assorbe quasi un terzo degli stanziamenti del settore pubblico (1748 miliardi), mentre l'Enea (seconda in graduatoria) ne assorbe 1100. Nel suo bilancio, i fondi per le ricerche nucleari, pur rappresentando il 63% del bilancio, sono leggermente diminuiti rispetto al 1985 mentre risultano aumentati quelli per le ricerche sulle energie alternative. Lo stanziamento per il Cnr è di 698 miliardi (13% in più rispetto al 1985), ai quali vanno aggiunti altri 187 miliardi (nel 1985 erano 200) per il Piano spaziale nazionale. Risultano invece aumentati gli stanziamenti per la partecipazione all'Agenzia spaziale europea (315 miliardi, contro i 160 dell'anno scorso). All'Istituto nazionale di fisica nucleare è stato Invece assegnato il 3,5% In più (220 miliardi). Gli stanziamenti privati sono invece orientati prevalentemente verso le ricerche di ingegneria e tecnologiche, seguite da quelle nucleari, fi siche e mediche. Negli enti pubblici gli obbiettivi che accentrano la maggior quota di Investimenti sono l'energia, l'industria e la difesa. Obbiettivi come l'ambiente, l'assetto territoriale, l'Inquinamento ambientale e la vita sociale non ricevono invece ancora l'attenzione che la loro importanza meriterebbe. In merito al personale impiegato nella Ricerca, Rossi Bernardi ha detto che 1 ricercatori del settore pubblico sono aumentati dai 48 mila 213 del 1985 ai 52 nula 349 del 1986 (+ 4136 unità); nello stesso periodo quelli delle imprese private sono calati da 51 mila 573 a 50 mila 616. In un suo intervento, il ministro Granelli ha annunciato che entro il 5 ottobre presenterà al Consiglio dei ministri il disegno di legge per la riforma del Cnr. •Innanzitutto il Cnr deve rappresentare il cardine della ricerca pubblica italiana e non soltanto uno sportello di erogazione di fondi — ha detto. — In secondo luogo il Cnr deve uscire dal parastato, deve acquisire meccanismi amministrativi più duttili e'più rapidi, soprattutto per l'erogazione dei fondi'. Entro la metà del prossimo anno i criteri ispiratori della riforma del Cnr, ha concluso Granelli annunciando una legge quadro a questo fine, saranno estesi anche agli altri enti di ricerca. Bruno Ghibandi Il ministro Granelli

Persone citate: Bruno Ghibandi, De Lorenzo, Franca Falcucci, Luigi Granelli, Luigi Rossi Bernardi, Rossi Bernardi

Luoghi citati: Francia, Italia, Napoli, Stati Uniti