Dopo Craxi De Mita di Luca Giurato

Dopo Craxi/ Pe Mita Un'ipotesi alimentata da una frase del segretario de Dopo Craxi/ Pe Mita H leader de smentisce, ma aggiunge: «Ho fatto sempre quello che non ho chiesto» ROMA — Sarà De Mita, invece di Andreotti, il presidente del Consiglio che nel marzo '87 succederà a Craxi? Ad alimentare la domanda ha pensato domenica scorsa un ragazzo del movimento giovanile de, appena sceso con De Mita dalla crociera sulla «Achille Lauro». Ma perché non fa lei il presidente del Consiglio quando a marzo ci sarà la staffetta con Craxi?, ha chiesto al leader del suo partito. -Una sola volta in vita mia ho chiesto di fare qualcosa e non ci sono riuscito — ha risposto De Mita —. Volevo fare il capogruppo alla Camera e mi dissero di no. Poi ho fatto tutto, non avendolo mai chiesto'. La frase, un po' sibillina, è subito rimbalzata a Roma e quasi tutti l'hanno interpretata in un solo modo: De Mita, a marzo, dovrà andare a Palazzo Chigi anche se la prospettiva non dovesse entusiasmarlo. Questa Inter pretazione ha dominato la giornata politica di ieri, assieme alla voce che Craxi lascerebbe volentieri Palazzo Chi' gi prima di marzo perché la presidenza del Consiglio, con i centrasti che agitano il pentapartito e i pessimi rapporti governo-Parlamento, non «paga» più come una volta. Stando al clima teso e confa so che si è creato a Roma, la presidenza del Consiglio, dopo tante battaglie per conquistarla o per mantenerla, all'improvviso non sarebbe più gradita da nessuno dei due leader dei più Importanti partiti della maggioranza. Anche se, per esigenze tattico-strategiche (se non elettorali) tutto è ancora possibile, ieri su questa ed altre circostanze abbiamo ricevuto secche smentite. •Craxi deciso a lasciare Palazzo Chigi prima di marzo? Non è assolutamente vero — ci ha dichiarato, chiedendo l'anonimato, una fonte molto vicina al presidente del Consiglio Craxi è uno dei pochissimi personaggi politici che dice sempre quello che pensa. Farà quello che ha detto e stabilito alla fine della crisi. Se ne andrà a marzo, né'prima né dopo». Allora al suo posto andrà De Mita? 'Questo problema per me non esiste e qtiindi non riesco a capire perché se ne debba discutere; ci spiega il segre' tario de. Se ne discute, onorevole, per le cose che lei ha dichiarato appena sceso dalla «Lauro». • Quali cose?». Leggiamo a De Mita la frase sibillina e gli ricordiamo la domanda sulla presidenza del Consiglio. De Mita ride. •Ma no, no. Queste domande, poi, me le fanno un po' dovunque. Durante la discussione, ho poi detto ai giovani de che ci saremmo visti l'anno venturo, e che li avrei rincontrati come segretario del partito. Il resto non esiste proprio. Io, poi, non posso davvero giocare su cose come queste». Ma la dichiarazione che voleva fare il capogruppo e non c'è riuscito è vera oppure no? •E' vero che l'ho detto ed è vero anche come fatto: nel '76 volevo fare il capogruppo. Era un desiderio personale». Per ora, le reazioni all'ipotesi De Mita presidente sono contrastanti. Nella de, quasi tutti dicono che il segretario è libero di decidere come vuole: • Quando verrà il momento, farà certamente bene il presidente del Consiglio». Il suo eterno avversario, Donat-Cattin, è stato il primo, durante l'ultima crisi di governo, a dire pubblicamente che De Mita doveva subito puntare alla presidenza del Consiglio. Oli unici che forse farebbero buon viso a cattivo gioco potrebbero essere gli andreottiani, visto che il loro leader, dopo il fallimento dell'incarico durante la crisi sembra il candidato alla successione di Craxi. »Non posso che ripetere quello che afferma Andreotti a cioè che il se¬ gretario della de prima o poi è giusto che aspiri a Palazzo Chigi. Così è sempre stato nel passato», ha spiegato, una volta tanto con prudenza, Franco Evangelisti, braccio destro del ministro degli Esteri. Tra 1 social'-M, il direttore dell'Avanti!, »dni, è diplomatico: 'Il nostro sistema istituzionale è molto complicato. Lo si complicherebbe ancora di più inseguendo ipotesi lontane e non occupandosi invece di problemi concreti ed attuali». L'on. Conte, della direzione del psi, è invece polemico: «De Mita è ritornato in campo con il suo teorema della democrazia immobile in virtù del quale il futuro è degli stessi partiti che si sono gonfiati di voti nel passato». Tra i partiti minori, il segretario del psdi Nicolazzi ricorda, con malizia, che •l'accordo nella maggioranza è sul cambio tra una presidenza socialista ed una democristiana. Non prevede veti o gradimenti sulle persone anche perché, scelta la soluzione politica, quella di indicare il nome del nuovo presidente è una prerogativa del Capo dello Stato». Avremo una crisi prima di marzo? «Sarebbe da irresponsabili fare una crisi prima di allora». Luca Giurato

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