Un pubblico intenerito, senza giovani

Un pubblico intenerito, senza giovani Un pubblico intenerito, senza giovani DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — Alle otto di sera, quando Frank Sinatra è giunto in Rolla Royce al Palatrussardi, c'era più gente fuori che dentro. Un gruppetto di autonomi ha dispiegato uno striscione bianco su cui spiccava la scritta rossa •Frank, Milano è casa nostra» e ha gridato •Frankie, go home». Piccolissimi problemi (per chi ha assistito al concerto in tv) che vanno messi nel conto di chi ha speso fino a 500 mila lire per assicurarsi posto e biglietto. Non pochi problemi per i giornalisti addetti alle cronache di quest'evento: la sala stampa non c'era; telefoni, appena due, solo a gettone e dall'altra parte della strada. Meno male che. qui accanto, c'è l'Isti' -'o di Nazareth, le suore or iolto gentili e il telefono f ui.<dona. .io non sono responsabile dell'organizzazione della vendita dei biglietti e di quello che succederà questa sera in sala», aveva detto e ripetuto, durante 11 pomeriggio, l'impresario Pier Quinto Cariaggi, che ha curato 1 collegamenti fra «The Voice» e i cronisti. Frank Sinatra ha cominciato a cantare alle nove. Da almeno quattro ore i cancelli erano in bilico. Un pubblico, quello che s'è mostrato tra 1 primi, con camicia candida, giacca blu e papillon. Le signore tutte in lungo. Età media verso gli «anta». Di giovani pochi o nessuno, e i pochi con 11 biglietto pagato da altri. Delusione per 1 molti che hanno aspettato Giovanni Agnelli o Mario Schimberni o Silvio Berlusconi. Di Vip, di personaggi che contano, al concertone di Frank Sinatra, ne sono arrivati pochini. Il Palatrussardi era circon¬ dato da agenti di polizia e carabinieri fin dalla mattina. L'altra notte, dopo una telefonata anonima in Questura, il servizio di sicurezza era stato rafforzato. Frank Sinatra, protettissimo nell'albergo «Principe e Savoia», nulla aveva saputo. I suol «gorilla», però, erano stati allertati. Guardie del corpo abituate anche a peggio. Un fotografo, mentre Sinatra usciva dall'albergo, con una banconota da 100 mila lire aveva convinto un cameriere a favorire lo scatto. «Vai via», l'ha invece cacciato uno della scorta. «£ le centomila...?». Nell'attesa di Frank Sinatra, il pubblico si è guardato e soppesato. Quelli del biglietto da 150 mila scrutati appena da quelli del biglietto da 500 mila e viceversa. Frank ed il suo gruppo, arrivati anche con due casse di whisky, hanno atteso che tutti fossero al loro posto, che si spegnessero le luci. Il suo ingresso, l'entrata in scena di Frank Sinatra che mancava da Milano da 24 anni, è un applauso fragoroso. Si da inizio: Fly me to the moon. In platea, soprattutto i signori che hanno una certa età, stringono le mani delle signore. Cominciato il concerto, si è fatta subito la conta dei posti vuoti, non più di un centinaio. Terminata trionfalmente la serata Sinatra è andato a cena al Savini. Dai personaggi «importanti» alla gente «comune»: anche ieri piccoli capannelli all'ingresso del «Principe e Savoia», gente che sperava di vedere il divo americano. Fra gli altri, Mirca Michelini, infermiera bolognese in pensione, che ieri compiva 52 anni: «Per il mio compleanno — ha raccontato — ho voluto farmi questo regalo e sono venuta a Milano a vedere Sinatra, che ammiro da sempre. Ho comprato il biglietto che costava di meno, naturalmente, quello da 150 mila lire. Ma è comunque una bella soddisfazione». Insieme agli altri, la signora Michelini ha atteso per ore. guardando il grande balcone al primo plano sul quale si apre la camera di Sinatra. Ma The Voice non si è affacciato a salutare La moglie di Sinatra, Barbara, ha continuato anche ieri il suo shopping milanese. E' uscita dal «Principe e Savoia, verso le 11,30 della mattina insieme a Lisa Moore: un nuovo giro dai famosi sarti milanesi e una visita ad una pellicceria di via S. Damiano dove, per 15 milioni circa, ha comprato una cappa con cappuccio di oreitschwanz nero.

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