Sinatra, questa Voce è ancora grande di Marinella Venegoni

Sinatra, questa Voce è ancora grande Ieri sera l'attesissimo concerto al Palatrussardi con la diretta su Ramno: una platea immensa Sinatra, questa Voce è ancora grande Ventitré canzoni con la London Philarmonic Orchestra - Ma è stato un concerto fulmine, la sua brevità ha lasciato un senso di delusione DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Qui 11 pubblico era conquistato In partenza, già prima di cominciare. Accolto da un uragano di applausi (che ha simbolicamente ricambiato) di quasi 9 mila persone in piedi, Frank Binatura ha iniziato subito a cantare puntualissimo, «Fly me to the moon». come a Madrid, e ha poi infilato una dietro l'altra le canzoni in programma, senza discorsi e preamboli. Nove canzoni sotto il segno dello swing e degli Anni 40, da « Without a song» ad «/'te got you under my sidri; e arrivato all'applauditlssima -New York-New York» ben più recente, della quale ha ricordato l'arrangiatore Don Costa, ecco una prima sosta, con il rito di un goccio da bere, e una breve chiacchierata in un italiano non peregrino: 'Sono americano, genovese e siciliano, ma stasera sono milanese». -Questo è il mio migliore italiano» ha poi proseguito in inglese, e si è buttato a capofitto in •Night and day», E' stato un concerto meno traumatico e passionale di quello di Madrid (anche qui il grande schermo alle spalle con stelle e disegni), tutto centrato sull'interpretazione con una evidente ricerca di ritmo incalzante nella successione dei brani, quasi a voler travolgere il pubblico. La Voce è stata dosata assai sapientemente, anche attraverso i movimenti che SInatra sa compiere al microfono, allontanandolo e avvicinandolo alla bocca. Ma è stato un concerto fulmine, talmente veloce che alla fine l'impressione domi nante era di delusione, come se non si fosse potuto gustare appieno un avvenimento tanto a lungo preparato e atteso. Eleganza e arte di arrangiarsi, all'italiana. Pur sempre un teatro tenda, ma raffinato e solido, con grandi vasi di felci, mazzi di fiori dovunque, finte aiuole di erbetta verde con viole africane vere, ha accolto lo «storico» appuntamento Italiano di Sinatra ieri sera a Milano. Dopo la corrida musicale sotto le stelle di Madrid, il concerto milanese si è svolto in un'atmosfera mondano-rilassata. Sinatra non cantava in Italia da ventiquattro anni, che sono un tempo ragionevole per far bilanci sulla propria vita e sul trascorrere del tempo anche per chi sospetti di essere immortale. In quale misura questo abbia influito sullo svolgimento del concerto, non è dato sapere: certo, The Voice si è lasciato qualche spazio-sorpresa, ma il resto della scaletta era stato reso noto nel primo pomeriggio con la precisione pignola di un convegno di studi. Ventitré brani (non uno di più, non uno di meno) sorretti e protetti dai trentasette professori della London Fhilharmonic Orchestra diretta da William Wlller. L'acustica per 1 presenti non era delle migliori, però Sinatra era consapevole di aver di fronte non solo i novemila del Palatrussardi ma soprattutto altri milioni di italiani ad ascoltarlo alla tv nel giorni scorsi, il suo guerresco avvocato Rudin aveva spiegato che questa breve tournée è pure una ricerca di approccio con le nuove generazioni: Sinatra è stato il primo idolo del teenagers, negli Anni Quaranta, non si vede perché non potrebbe ridiventarlo adesso che ne ha 71 e trionfa il revival e la voglia sottile di swing, di Jazz e di romanticismo anche fra i giovanissimi. Marinella Venegoni Frank Sinatra, ieri sera, mentre si reca in auto al Palatrussardi per il suo unico concerto italiano |

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